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GAM: prepararsi a crescita più volatile e inflazione prolungata

Niall Gallagher, Investment Director European Equities di GAM Investments, vede un nuovo paradigma di investimento che non sarà né growth né value, ma con tante sfumature, molto dipenderà dai singoli titoli

di Virgilio Chelli 29 Novembre 2021 20:00
financialounge -  crescita economica GAM inflazione Niall Gallagher

Le distorsioni imposte dalla pandemia non si risolveranno rapidamente, ma dureranno almeno fino al primo semestre del 2022, forse anche nel primo semestre del 2023. Inoltre, la rotazione di mercato potrebbe nascondere un fenomeno più rilevante e segnare l’inizio di un cambio di regime per economie e mercati, col passaggio da una crescita bassa ma stabile e non inflazionistica a una crescita più volatile abbinata a inflazione persistente. Lo sostiene un commento di Niall Gallagher, Investment Director European Equities di GAM Investments, che spiega come alla base del cambiamento ci siano numerosi fattori, complessi e interconnessi.

DEMOGRAFIA E MERCATO DEL LAVORO


La pandemia e gli interventi correlati potrebbero aver modificato i confini considerati accettabili tra stato e individuo, come mostra la richiesta di maggiore attivismo fiscale che vada oltre gli aiuti temporanei. Questo si riflette nell’urgenza attribuita agli investimenti pubblici in infrastrutture, che vanno a sommarsi a quelli in digitalizzazione e decarbonizzazione. L’esperto di GAM cita gli studi di Charles Goodhart e Manoj Pradhan sugli effetti profondi delle dinamiche demografiche sui mercati del lavoro globali, secondo cui negli ultimi 40 anni gli effetti combinati del ricambio generazionale e dell’apertura alla Cina hanno più che raddoppiato il mercato del lavoro globale, riducendo i salari in Europa e Usa, alimentando le disuguaglianze, ma anche riducendo molto l’inflazione.

IL COSTO DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA


Ora però questi fattori hanno esaurito il loro corso e inizieranno a invertire la tendenza. L’aumento dei salari e la riduzione della disparità di reddito potrebbero favorire la stabilità sociale, se i guadagni non venissero ridotti dall’inflazione. Il tutto nello scenario della transizione energetica. Tra gli altri benefici, si eviteranno i costi correlati ai cambiamenti climatici e si farà ricorso a fonti di energia, il cui costo secondo Gallagher probabilmente sarà molto più alto di quello preventivato, che alla fine sarà pagato da consumatori e industrie. Forse entro il 2040-2050 le economie avranno sistemi energetici con un costo marginale contenuto, ma nel lungo periodo di transizione sarà probabilmente molto più costoso costruire e gestire i sistemi energetici.

EVITARE PREZZI TROPPO ELEVATI DEL GAS


L’azzeramento delle emissioni nette potrebbe essere anche un processo che genera inflazione, causa i costi molto più alti per petrolio, gas ed elettricità. In ultima analisi, l’esperto di GAM crede che la soluzione sarà un sistema energetico solido e resistente che abbina le fonti rinnovabili con soluzioni di immagazzinamento dell’energia, ma nel periodo di transizione la domanda di gas probabilmente salirà per l’offerta carente e la domanda in aumento. Sarebbe opportuno riconoscerlo da parte della politica anziché far gravare sulle economie prezzi del gas elevati che si possono evitare, dove non si intravedono facili alternative nel breve termine.

INFLAZIONE PIÙ ALTA E VOLATILE


Le implicazioni per le economie e gli investimenti sono numerose, complesse e interconnesse. Gallagher ipotizza che per le economie sviluppate si profilino investimenti ingenti per la transizione energetica, la digitalizzazione, insieme a un maggiore attivismo fiscale. Nel frattempo, si aspetta inflazione più alta e volatile, con le economie sviluppate che entreranno in una fase di crescita dei salari, aumento dei costi dovuto all’invecchiamento e aumento dei prezzi dell’energia. La prima implicazione per i portafogli di investimento è che l’inflazione erode il rendimento, mentre tassi più alti abbassano le valutazioni di settori e titoli diversi.

UN FUTURO NÉ GROWTH NÉ VALUE


Ci sarà forse anche una maggiore dispersione dei rendimenti azionari, per cui bisognerà essere in grado di individuare titoli veramente in crescita e rivoluzionari, mentre potrebbe essere finita l’epoca in cui i tassi bassissimi facevano salire le valutazioni dei titoli growth. Secondo Gallagher non vuol dire necessariamente che saranno favoriti i titoli value, perché occorre tenere conto del profondo impatto che avranno i cambiamenti tecnologici e le nuove tendenze in grado di rendere obsoleti molti di questi titoli o accelerare il loro declino. In conclusione, secondo l’esperto di GAM, il futuro non sarà né growth né value, ci saranno molte più sfumature e molto dipenderà dal singolo titolo.
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