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L'analisi

Neuberger Berman: in Cina meglio l’investimento in azioni di Classe A

Neuberger Berman non è preoccupata dal declino degli ADR cinesi quotati in America e anzi ritiene che la recente stretta normativa sia un fatto positivo per l’investimento in azioni cinesi

di Virgilio Chelli 24 Agosto 2021 12:28
financialounge -  ADR Alan Yip cina Neuberger Berman Ning Meng

Numerosi investitori internazionali ritengono che nelle ultime settimane le regole del gioco siano cambiate sul mercato azionario cinese. Si sono trovati a doversi misurare con una raffica di riforme di difficile valutazione, le cui ripercussioni hanno investito svariati settori, dal tecnologico all’istruzione, dall’immobiliare alla food delivery. Il canale storicamente più amato per accedere al mercato cinese, vale a dire gli American Depositary Receipts o ADR, titoli rappresentativi di società non americane denominati in dollari, sono sotto la duplice minaccia delle normative cinesi e degli interventi delle autorità americane. Ma il declino degli ADR cinesi rappresenta un fatto positivo per le azioni di Classe A di Pechino, tanto quanto le rivoluzionarie riforme attualmente in corso nel Paese.

UN MERCATO CHE RESTA INTERESSANTE


Lo sostiene Neuberger Berman nelle ‘Prospettive settimanali del CIO’, dal titolo ‘Lunga vita alle azioni cinesi di Classe A’, firmate da Ning Meng, China A-Share Strategy Leader, e Alan Yip, Managing Director, secondo cui la Cina resta un mercato interessante che, alla luce dei recenti sviluppi, presenta l’opportunità di un approccio diretto ‘mai così valido’ tramite azioni cinesi di Classe H e, soprattutto, di Classe A. Neuberger Berman ricorda che gli investitori in ADR hanno iniziato a preoccuparsi quando Pechino ha avanzato proposte restrittive sulla quotazione su borse estere, e per migliorare anche l’applicazione extraterritoriale delle leggi sul mercato dei capitali, il che rappresenta una minaccia per gli ADR. Ma osserva anche che questa politica si sposa perfettamente con le disposizioni statunitensi promulgate sotto la presidenza Trump nell’Holding Foreign Companies Accountable Act.

INSOLITA CONVERGENZA TRA USA E CINA


In un mondo dove lo scontro tra autorità statunitensi e cinesi è in costante escalation, gli esperti di Neuberger Berman ritengono degna di nota questa presa di posizione condivisa, che per gli Stati Uniti vuol dire aumentare la trasparenza e la sicurezza sui propri mercati e per la Cina mira a incentivare la quotazione sui mercati nazionali. Probabilmente ne uscirà sconfitto il mercato degli ADR, in particolare delle aziende tecnologiche e attive in settori dove le partecipazioni dall’estero tenderanno a subire limitazioni. Ma già oggi gli ADR costituiscono meno del 10% dei capitali raccolti dalla Cina tramite IPO e con ogni probabilità la percentuale è destinata a calare ulteriormente e a un ritmo più elevato.

GLI ADR NON SONO UNA VALIDA ALTERNATIVA


Pur avendo investito in ADR in modo mirato e molto selettivo, Neuberger Berman sostiene da tempo che non sono una valida alternativa alle azioni cinesi di Classe H e, soprattutto, alle azioni onshore di Classe A. Gli ADR costituiscono solo circa un sesto della capitalizzazione dell’azionario cinese e nella maggior parte dei casi sono emessi da società di maggiori dimensioni, rappresentando meno del 4% del totale delle cinesi quotate. Inoltre, sono principalmente società del settore tecnologico: il 46% dell’indice S&P/BNY Mellon China Select ADR è costituito da azioni tecnologiche, contro il 32% di società dei beni di consumo.

RIPERCUSSIONI POSITIVE SULLE AZIONI DI CLASSE A


Sul fronte opposto, Neuberger Berman ritiene invece che le riforme attuali avranno ripercussioni positive per le azioni cinesi di Classe A, che trarranno vantaggio dal probabile “ritorno a casa” della capitalizzazione e della liquidità parcheggiata all’estero. La politica di Pechino costituisce un importante passo in avanti per aumentare la trasparenza e la stabilità dei mercati finanziari cinesi. Inoltre, queste riforme sono positive per le prospettive di lungo termine del Paese.

PERDENTI MA ANCHE VINCITORI


Quasi certamente ci saranno perdenti come le società del settore dell’istruzione, ma anche vincitori: la maggior attenzione alla sicurezza sui dati nel settore tecnologico, la trasparenza e le best practice nel settore della gestione immobiliare e l’obbligo di offrire condizioni d’impiego eque nel settore della consegna di cibo a domicilio possono creare opportunità per aziende con business di qualità.

LA CINA VUOL AUMENTARE LA COMPETITIVITÀ


In conclusione, sottolineano gli esperti di Neuberger Berman, la doppia attenzione posta da Pechino sull’efficienza del mercato finanziario e sull’equità sociale porterà con sé, quasi sicuramente, un aumento della volatilità nel breve termine. Ma in ultima analisi la Cina mira a un allineamento della politica interna, degli obiettivi di crescita della popolazione e degli obiettivi di politica estera, puntando al contempo ad aumentare la competitività globale delle sue industrie.
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