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L'analisi

Candriam: "Il debito emergente in valuta forte può offrire il 5% per il prossimo anno"

Diliana Deltcheva, Head of Emerging Market Debt di Candriam, ritiene che gli emittenti high yield possano fare meglio rispetto quelli investment grade segnala paesi più interessanti

di Leo Campagna 17 Agosto 2021 14:57
financialounge -  Candriam Costa d’Avorio daily news debito emergente Diliana Deltcheva High Yield

Il debito emergente in valuta forte costituisce una interessante fonte di rendimento per il prossimo anno. Ne è convinta Diliana Deltcheva, Head of Emerging Market Debt di Candriam, secondo la quale dovrebbe essere possibile spuntare un risultato di circa il 5%, con una sovraperformance degli emittenti high yield rispetto a quelli investment grade.

COMPRESSIONE DEI PREMI DI RISCHIO NEL MEDIO TERMINE


“Gli emittenti high yield – specifica Deltcheva – garantiscono ancora circa 50-100 punti base al di sopra dei livelli storici e, inoltre, risultano meno influenzati dagli aumenti dei tassi core rispetto agli investment grade”. All'interno del debito emergente ad alto rendimento la manager di Candriam predilige gli emittenti che possono vantare una fase positiva di riforme strutturali, tendenze di sostenibilità del debito e fondamentali stabili: caratteristiche che dovrebbero tradursi in una compressione dei premi di rischio nel medio termine.

IL MIX VINCENTE DELLA COSTA D’AVORIO


Uno dei paesi con queste caratteristiche è la Costa d'Avorio che combina un solido track record di alti livelli di crescita, con una sana politica fiscale e un impegno con l'FMI attraverso svariati programmi: un mix che ha indotto Fitch a promuovere al rating BB la Costa d’Avorio nello scorso mese di luglio.

CRESCITA SOLIDA E BASSO RAPPORTO DEBITO / PIL


“Nel periodo 2016-19 ha registrato in media un tasso di crescita del 7% guadagnando 32 posizioni nella World Bank Ease of Doing Business. Inoltre, il rapporto debito pubblico/PIL, che quest’anno si attesta ad un rassicurante 50%, dovrebbe tornare alla sua tendenza al ribasso entro il 2023, anno in cui il governo si impegnerà a un criterio fiscale del -3% del PIL e la crescita dovrebbe riprendere la traiettoria pre-Covid” sottolinea Deltcheva.

L’APPEAL DELL’EGITTO


Anche l’Egitto, secondo la manager di Candriam, esprime valore, in particolare nelle obbligazioni a più lunga scadenza. “La curva degli spread a 10 e 30 anni rimane ripida sia rispetto a emittenti competitor high yield dell’Africa subsahariana come Ghana (82 punti base) e Nigeria (92 punti base) e sia su base storica: (130 punti base attualmente contro una media sui due anni di 100 punti base)” tiene a sottolineare Deltcheva.

RISERVE VALUTARIE SUPERIORI AI 40 MILIARDI DI DOLLARI


Il paese ha sofferto gli effetti della pandemia ('improvvisa interruzione del turismo e deflussi di capitali, superiori ai 15 miliardi di dollari a marzo-aprile 2020) ma ha ricevuto 8 miliardi di dollari dal FMI dall'inizio della pandemia ed è riuscito ad attrarre investimenti esteri raggiungendo quest’anno il livello, mai toccato prima, di 30 miliardi di dollari. Dopo aver raggiunto un picco del 92% nell'anno fiscale 2020/21, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe tornare a scendere grazie all’impegno del Governo di registrare un avanzo primario del 2%. Inoltre, quest’anno dovrebbe crescere del 5,2%, e nei prossimi 2 anni del 5,6%, potendo contare su riserve valutarie superiori a 40 miliardi di dollari.

ESPOSIZIONE SELETTIVA A INDONESIA, MESSICO, SUD AFRICA E COLOMBIA


Allargando l’orizzonte a tutto il debito emergente, quello in valuta locale continua a soffrire le pressioni sulle monete dei paesi in via di sviluppo o per il deterioramento dei quadri istituzionali o per l'elevato clamore mediatico relativo ai principali Paesi emergenti come Russia, Brasile e Turchia. “Le obbligazioni in valuta locale, con copertura valutaria, possono offrire valore ma occorre attuare una rigorosa selezione. Preferiamo un'esposizione tattica e selettiva al segmento obbligazionario locale con sovrappeso sui paesi fiscalmente responsabili, come Indonesia e Messico, o sui paesi in cui i rischi fiscali e di inflazione sono correttamente prezzati, come in Sud Africa e Colombia” conclude l’Head of Emerging Market Debt di Candriam.
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