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Rischi di mercato

AllianceBernstein: navigare l’azionario è più difficile, la bussola si chiama qualità

Chris Hogbin, Head of Equities di AllianceBernstein, spiega che l’azionario è entrato in una fase nuova e meno guidata dalle rotazioni e dalle stime degli utili, per cui gli investitori dovranno "setacciare il mercato"

di Virgilio Chelli 22 Luglio 2021 07:50
financialounge -  AllianceBernstein azionario Christopher Hogbin Morning News utili Wall Street

Dopo un secondo trimestre che ha visto rimbalzare le quotazioni in tutti i settori, ora gli investitori devono fronteggiare un contesto di complessi rischi di mercato, che impone di puntare sulla qualità per individuare le azioni che daranno buoni risultati in un’economia mondiale in via di normalizzazione. La tecnologia è tornata a essere il settore più brillante dopo un primo trimestre relativamente debole, i titoli immobiliari hanno messo a segno un deciso rimbalzo dopo la sottoperformance dell’anno scorso, mentre le azioni value hanno offerto le migliori performance nel corso d’anno ma sono rimaste indietro nel secondo trimestre. In effetti, i titoli di qualità, che evidenziano di solito l’andamento più regolare a fronte dei cambiamenti ciclici, hanno prodotto buoni risultati sia nel secondo trimestre che durante la rotazione iniziata nel 2020.

IL QUADRO DEGLI UTILI STA MODIFICANDO IL CONTESTO


Chris Hogbin, Head of Equities di AllianceBernstein, sottolinea che i rialzi del mercato sono stati alimentati dal boom associato alla ripresa dell’attività aziendale seguita alla riapertura delle economie, con molte imprese che hanno beneficiato di revisioni al rialzo delle stime sugli utili, con molte società penalizzate da revisioni al ribasso nel primo trimestre che hanno goduto di revisioni al rialzo nel secondo, segno di un salutare allargamento della crescita dei profitti. Ma proprio il quadro degli utili sta modificando il contesto degli investimenti azionari. Nel 2020, le stime sulle società dell’MSCI World per il 2021 sono scese del 15%, mentre l’indice ha guadagnato il 14%, con il conseguente aumento del rapporto prezzo/utili del 35%, mentre quest’anno, le stime sugli utili sono cresciute del 13%, mentre il mercato ha segnato un rialzo del 12%, lasciando il P/E invariato.

VERSO COMPORTAMENTI PIU’ NORMALI


Le implicazioni di queste tendenze, secondo l’esperto di AllianceBernstein, sono in primo luogo che i rialzi azionari dell’anno scorso sono stati determinati principalmente dall’espansione dei multipli, per lo più sulla scia del calo dei tassi d’interesse, e in secondo luogo, che durante il crollo gli investitori si sono concentrati sulle aziende il cui successo a lungo termine non era influenzato dalle perturbazioni a breve, privilegiando le superstar growth, ma oggi il rialzo delle azioni è più strettamente legato ai trend degli utili correnti e a breve termine, in linea con un comportamento più normale del mercato.

GLI INVESTITORI DOVRANNO ‘SETACCIARE IL MERCATO’


Questo ritorno alla normalità, secondo Hogbin, è un test per gli investitori, che dovranno “setacciare il mercato” alla ricerca di imprese con driver aziendali sostenibili e vantaggi competitivi, in grado di generare solidi cash flow a lungo termine quando l’impulso iniziale della ripresa verrà meno. Il percorso dalla ripresa alla normalità solleva qualche interrogativo, destreggiarsi nel ciclo è difficile per la natura senza precedenti della crisi da coronavirus, che può avere ricadute impreviste e durature su imprese e settori. Inoltre, la minaccia dell’inflazione e di cambiamenti di politica monetaria è palpabile, mentre però in molti settori e comparti le valutazioni rimangono elevate.

SARA’ IMPORTANTE SOPRATTUTTO LA QUALITA’


Per questo, sottolinea l’esperto di AllianceBernstein, nella prossima fase della ripresa, la qualità sarà importante, e indipendentemente da dove si investe sarà essenziale focalizzarsi sulla qualità. In diverse regioni e nei segmenti value, growth e low volatility, le società di qualità elevata hanno migliori chance di fornire risultati più lineari nel tempo, a parere di Hogbin, secondo cui la qualità è definita realmente dal calibro dei vantaggi competitivi di un’azienda, dalle sue capacità innovative e dall’abilità del management, perché le buone imprese vincono nel tempo.

STILI E SETTORI NON PIU’ UNA GUIDA


Anziché cercare di anticipare la rotazione tra titoli growth e value, avverte l’esperto di AllianceBernstein, una diversificazione delle esposizioni a diversi tipi di azioni può essere più efficace se accompagnata da un orientamento alla qualità. Concentrandosi sui titoli di qualità, indipendentemente dallo stile o dal settore, è la conclusione di Hogbin, gli investitori possono identificare il potenziale di rendimento più resiliente in una fase in cui il mondo si confronta con insoliti ostacoli economici, politici e di business lungo la via del ritorno alla normalità.
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