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Nuova mobilità

I titoli automotive cercano di diventare i nuovi tech

I vecchi colossi del settore rincorrono Tesla investendo miliardi nell’auto elettrica, e il mercato li premia. Ma la sfida è andare oltre i motori ‘puliti’ verso un mondo dove muoversi è solo una delle tante app dell’auto

di Virgilio Chelli 12 Luglio 2021 08:42
financialounge -  Apple automotive settore automobilistico tecnologia Tesla

Da quando è stata creata a fine 1.800, l’automobile è rimasta fedele al suo nome, car in inglese, coche in spagnolo, un abitacolo su quattro ruote non più trainato da cavalli, ma che si muove grazie a un motore. Tesla ha ribaltato il paradigma, come era successo al telefono più o meno un secolo dopo, trasformando il concetto in quello di uno smartphone che tra le tante app ha anche quella che consente di spostarsi da un posto all’altro. Il mercato ha finora creduto all’intuizione visionaria di Elon Musk, decuplicando il valore in Borsa di Tesla in meno di un paio d’anni. E ora sta premiando anche gli storici produttori globali, da General Motors a Volkswagen, fino a Stellantis, fino a poco fa viste da alcuni come dinosauri in via di estinzione, i cui titoli negli ultimi mesi si stanno comportando più come startup tecnologiche che come campioni della old economy in declino.

INVESTIMENTI MILIARDARI


Basta che annuncino piani miliardari di investimento in auto elettriche e a guida autonoma, che le azioni partono verso l’alto. Nell’ultimo anno GM e Ford sono schizzate del 140%, sull’onda dell’annuncio di decine di miliardi di dollari in veicoli elettrici di nuova generazione. VW si è limitata a una salita del 50% dopo annunci simili, e anche Stellantis è stata apprezzata per la decisione di investire oltre 35 miliardi di dollari per sviluppare l’offerta di auto elettriche. Tesla ha indubbiamente il vantaggio di essere partita per prima, di offrire un prodotto non solo alimentato a elettricità, che alla fine sta diventando la cosa più scontata e meno appealing, ma perché le sue auto somigliano sempre meno a quella guidate da James Dean che facevano sognare gli adolescenti negli anni 50 del secolo scorso e sempre più a suite high tech che replicano ‘in grande’ nell’abitacolo tutte le funzioni di uno smartphone e anche più, nelle quali stringere il volante e ‘scalare’ le marce finisce per essere la cosa meno importante e eccitante.

LA RINCORSA ALLA LEPRE TESLA


Riusciranno i big globali dell’auto con i loro mega investimenti nell’elettrico ad agguantare la ‘lepre’ Tesla in fuga? Musk è indubbiamente in vantaggio ma la partita è aperta e forse potrebbe anche riservare un finale a sorpresa. Ad esempio, di recente sul WSJ Christopher Mims si chiedeva, e non è il solo: ma se l’auto del futuro somiglierà sempre più a uno smartphone o a un centro dati su quattro ruote, la logica non vorrebbe che il protagonista della rivoluzione fosse quello che è già il campione mondiale, vale a dire Apple? Mims non immagina tanto una Apple che prenda il posto di Tesla come leader delle auto elettriche (e autoguidanti), ma piuttosto uno scenario che potrebbe anche essere win-win per i due campioni americani. L’idea è che la componente tecnologica dell’auto elettrica di nuova generazione sia sempre più fatta di software e sempre meno di hardware, cioè meno computer e meno chip di bordo, ciascuno destinato a controllare specifiche funzioni, che occupano tanto spazio e consumano tanta energia.

ASPETTANDO LE MOSSE DI APPLE


Tra l’altro, proprio la scarsità di componenti elettroniche come i chip ha messo in crisi negli ultimi mesi la produzione globale di auto, soprattutto in USA e Europa. Si possono immaginare auto elettriche dove meno chip controllino più funzioni, invece di affidare a ciascuno un compito specifico. Però servirebbe anche una ‘piattaforma’ che da qualche parte diriga il traffico e si interfacci con il mondo esterno all’abitacolo. Di qui il passo a immaginare che Apple, invece di mettersi a fare la concorrenza a Tesla producendo auto, possa creare una piattaforma tecnologica per i servizi di mobilità. Finora la casa di Cupertino non ha lesinato sforzi e investimenti nell’automotive, e sta continuando. Di recente ha approcciato Hyundai per una possibile partnership ma non si è concluso nulla. Finora gli altri colossi tech, da Google a Intel a Amazon, sono rimasti abbastanza a guardare, perché vedono l’auto come un settore maturo con margini poco interessanti, mentre invece proprio i vecchi big con i loro mega investimenti cercano di somigliare a aziende tecnologiche. Per l’investitore non mancano certo le opportunità, ovviamente insieme ai rischi.
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