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Cambiamento climatico

Ecco come scoprire le aziende potenziali beneficiarie della transizione energetica

Nell’analisi sulla transizione energetica, Natalya Zeman (Capital Group) spiega perché le aziende devono necessariamente acquisire le competenze necessarie a sviluppare le rinnovabili

di Leo Campagna 17 Giugno 2021 19:00
financialounge -  cambiamento climatico Capital Group decarbonizzazione Energie rinnovabili ESG transizione energetica

La decarbonizzazione continua ad affermarsi come un’importante tendenza strutturale d’investimento. Il raggiungimento dello zero netto, ovvero l’impegno a rimuovere tante emissioni quante quelle prodotte, non implica solo il passaggio ai veicoli elettrici e la chiusura delle centrali elettriche a carbone: la sfida è ad ampio raggio e coinvolge settori come l’agricoltura, i trasporti, la silvicoltura e anche le attività più semplici di tutti i giorni.

LA STRADA PIÙ EFFICIENTE VERSO LA DECARBONIZZAZIONE


“Raggiungere lo zero netto – sottolinea Natalya Zeman, Investment specialist – ESG di Capital Group - significa ridurre l’uso dei combustibili fossili e trovare energie rinnovabili per sostituirli. Riuscire a diffondere l’elettricità rinnovabile, dove esistono già le tecnologie a basse emissioni di carbonio più mature, come principale fonte di alimentazione (sia via cavo che stoccata come idrogeno verde) costituisce la strada più efficiente verso la decarbonizzazione”.

LA MOLECOLA DELL’IDROGENO


La produzione della molecola dell’idrogeno si ricava scindendo l’acqua dall’elettricità: se questa viene generata da fonti rinnovabili l’idrogeno può essere considerato "verde". “Si tratta di una tecnologia ancora da sviluppare con una capacità di produzione e di commercializzazione molto limitata. Tuttavia, dal momento che non tutto può essere alimentato direttamente ad elettricità, l’opzione dell’idrogeno acquisirà sempre più rilevanza in futuro”, specifica Zeman.

LE STIME DELL’AGENZIA INTERNAZIONALE PER L’ENERGIA...


L’elettricità, che attualmente genera il 25% dell’energia globale, dovrebbe crescere fino a quasi al 100%: in base alle stime dell’Agenzia internazionale per l’energia, la piena transizione dell’economia mondiale all’elettricità costerà circa 1.500-1.800 miliardi di dollari l’anno per 30 anni. “Si tratta di previsioni che potrebbero rivelarsi sovrastimate, a cominciare dal fatto che alcune tecnologie sono già abbastanza mature da supportare questa transizione. In secondo luogo, l’energia rinnovabile è sempre meno costosa: alcuni dei nostri analisti prevedono una diminuzione dei costi dell’idrogeno verde di circa il 75% nel prossimo decennio”, puntualizza la manager di Capital Group.

...E QUELLE DELL’INTERGOVERNAMENTAL PANEL ON CLIMATE CHANGE


In ogni caso, l’obiettivo sociale e quello ambientale della transizione energetica sono strettamente connessi. Entro il 2050, secondo le stime dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), ci saranno tra i 25 milioni e il miliardo di sfollati, la maggior parte di paesi poveri, a causa delle inondazioni costiere, dell’erosione delle coste e delle perturbazioni in campo agricolo, provocate dai cambiamenti climatici. Gli ingenti investimenti nelle tecnologie rinnovabili potrebbero riuscire a limitare questo rischio sociale diffuso.

ADOTTARE UN APPROCCIO LUNGIMIRANTE


Ampliare l’analisi dal semplice livello aziendale ai flussi di ricavi permette di disegnare un quadro più chiaro per stabilire in che modo le varie società affronteranno la transizione verso le rinnovabili. “Molte aziende sono impegnate a bilanciare il calo dei profitti dai combustibili fossili e i crescenti investimenti nelle fonti rinnovabili. Il mercato sconterà la fine dei combustibili fossili molto prima dell’azzeramento dei ricavi, con inevitabili ripercussioni sulle valutazioni azionarie. Le società caratterizzate da un calo strutturale degli utili tendono a non rappresentare degli investimenti allettanti nel lungo termine e quindi sono chiamate ad adottare un approccio lungimirante e focalizzarsi sulle attività operative più prospere”, spiega Zeman.

ACQUISIRE LE COMPETENZE NECESSARIE A SVILUPPARE LE RINNOVABILI


Alcune realtà specializzate, le cosiddette "pure play", beneficeranno delle energie rinnovabili, mentre altri operatori tradizionali dovranno pianificare l’abbandono o la sostituzione dei combustibili fossili. “Le aziende devono necessariamente acquisire le competenze necessarie a sviluppare le rinnovabili. Si tratta di un percorso piuttosto impervio ma che premierà le realtà che riusciranno in questa transizione, capaci di adattarsi e di adottare un approccio serio di disciplina del capitale”, conclude l’Investment specialist – ESG di Capital Group.
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