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Costi e rischi

Perché le SPAC devono diventare più specializzate e trasparenti

Vincent Mortier, Deputy Chief Investment Officer di Amundi, rileva costi e rischi spesso non percepiti dagli investitori retail e individua quattro pro e quattro contro delle Società veicolo quotate sul mercato azionario

di Virgilio Chelli 17 Maggio 2021 18:00
financialounge -  Amundi investimenti Scenari Spac Vincent Mortier

Le SPAC, grazie al clima di euforia dei mercati, hanno attirato di recente anche numerosi investitori retail, che però non sempre sono in grado di capirne struttura, costi e rischi. Per questo Vincent Mortier, Deputy Chief Investment Officer di Amundi, esamina e spiega i principali vantaggi e i maggiori punti deboli delle Special Purpose Acquisition Company, create e quotate in Borsa per acquisire società target con grande potenziale di crescita, arrivando alla conclusione che una trasformazione è necessaria, nel segno della specializzazione e della trasparenza.

FORTE SPINTA DOPO IL COVID


Le SPAC esistono da tempo, ma solo negli ultimi due anni hanno acquisito grande notorietà, attirando parte dell’abbondante liquidità e cavalcando il ritorno a un contesto favorevole al rischio dopo la fase peggiore della crisi da Covid-19. Il 2020 è stato infatti un anno record, e nel primo trimestre del 2021 è andata ancora meglio, con quasi 300 SPAC che in Ipo hanno raccolto quasi 100 mld di dollari, più di quanto raccolto in tutto il 2020. Alcune SPAC hanno coinvolto nelle Ipo anche delle celebrità, la cui presenza ha ulteriormente stuzzicato l’appetito degli investitori retail, che però non sempre sono in grado di capirne struttura, costi e rischi associati.

REINVENTARSI PER CRESCERE


Inoltre di recente le SPAC sono finite anche sotto la lente del regolatore. Secondo l’esperto di Amundi il fenomeno delle SPAC sta ora raggiungendo un punto critico, segnalato dalla recente sotto-performance di mercato, e devono in qualche modo reinventarsi per continuare a crescere. Finora le SPAC hanno beneficiato soprattutto i finanziatori iniziali e gli investitori con un orizzonte a breve, come gli arbitraggisti, oltre alle investment bank che curano sia l’Ipo che la successiva fusione con la società target, mentre non hanno premiato chi investe sul lungo termine.

SMALTITA MOLTA EUFORIA


Il trend del primo trimestre 2021 induce Mortier a pensare che parte dell’euforia sia stata smaltita e che gli investitori stiano diventando più prudenti e selettivi, con divergenze che si fanno più marcate. Le SPAC che hanno realizzato performance eccessive prima della fusione stanno subendo correzioni, mentre quelle che hanno completato le fusioni di maggior successo registrano performance positive. Secondo l’esperto di Amundi questa tendenza si rafforzerà ulteriormente nei prossimi mesi, visto che al momento sono più di 400 le SPAC alla ricerca di società target con cui fondersi.

UN PROCESSO DI TRANSIZIONE


Gli investitori cominciano a innervosirsi e Mortier consiglia a quelli retail di muoversi con estrema cautela, mentre il messaggio per chi investe a lungo termine è che, pur riconoscendo alcuni pregi che consentono di portare sul mercato le società target con maggior facilità, l’attuale struttura è più consona a operazioni speculative di breve periodo e meno agli investitori interessati soprattutto al modello di business, alle prospettive di crescita e al profilo ESG. Mortier conclude con la previsione che al termine del processo di transizione le SPAC saranno più specializzate e forniranno maggior visibilità sulle aziende target, insieme a un’informativa finanziaria migliore.
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