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Debito pubblico

Dal “vecchio” Bot al “nuovo” Btp green, la guida ai titoli di Stato con le ultime novità

Il primo titolo di Stato verde è da record: ecco cosa sapere e quali differenze con i Bot. E perché i Btp continuano ad essere supportati dall’effetto Draghi

di Redazione 12 Marzo 2021 14:09
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Lo Stato emette titoli per finanziare le proprie attività. Si tratta di obbligazioni emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) per garantire servizi come scuole, salute, difesa e ordine pubblico. Detto in altre parole, le obbligazioni sono un prestito che dà diritto a chi le sottoscrive al rimborso di quanto prestato, più una quota di interessi. Da sempre Bot e Btp, i principali titoli di Stato italiani, rappresentano un’opportunità per chi vuole investire denaro, mantenendo basso il livello di rischio. Il primo Btp green emesso dal Tesoro ha avuto una domanda record.

LE TIPOLOGIE DI TITOLI DI STATO


I titoli di Stato non sono tutti uguali ma differiscono soprattutto per durata e modalità di remunerazione. Il Mef può collocare: Buoni Ordinari del Tesoro (Bot), che durano 3, 6 o 12 mesi, senza cedole; Btp Italia, con durata di 4, 6 o 8 anni e con con cedole annuali pagate ogni sei mesi; Certificati di Credito del Tesoro (Cct), con durata di 7 anni e cedole semestrali a tasso variabile; Certificati del Tesoro Zero Coupon (Ctz), ossia titoli della durata di 24 mesi, senza cedole, con tutto il rendimento che dipende dallo scarto di emissione; Buoni del Tesoro Poliennali (Btp) con una durata che può essere di 3, 5, 10, 15, 30 e 50 anni, con cedole fisse semestrali; Buoni del Tesoro Poliennali Indicizzati all’inflazione europea, con una durata di 5 e 10 anni e con il capitale e le cedole semestrali che vengono rivalutate in base all’andamento dell’inflazione europea.

COME COMPRARE I TITOLI DI STATO


Il Tesoro organizza delle aste di emissione per i titoli di Stato che possono essere acquistati tramite una banca o un intermediario finanziario. Possono essere comprati non solo in fase di Asta di emissione ma anche sul mercato secondario. Dopo l’asta sono quotati sul Mercato Telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato (MOT), piattaforma di negoziazione della Borsa Italiana, dove è possibile acquistarli o venderli prima della scadenza, quando avviene il rimborso del capitale in unica soluzione senza il pagamento di cedole periodiche. Il rendimento è infatti determinato dalla differenza tra il valore nominale (o il prezzo di vendita) ed il prezzo di emissione (o il prezzo di acquisto): su questa differenza viene applicata una tassazione pari al 12,50%. Più bassa rispetto al 26% riservato, invece, a tutte le altre rendite finanziarie.

TASSAZIONE E RENDIMENTO


Il Btp, al contrario dei Bot, prevede il pagamento di cedole periodiche pagabili a cadenza semestrale e un tasso nominale fisso. Le emissioni dei Btp si tengono generalmente con cadenza mensile. Il rimborso alla scadenza è pari al valore nominale diminuito della tassazione del 12,50% applicata alla eventuale differenza tra il valore nominale e il prezzo di collocamento. Facciamo un esempio: se il valore nominale di un Btp è pari a 100 euro e il prezzo di collocamento a 99 euro, il capitale rimborsato alla scadenza è 99,875, ovvero 100 euro meno il 12,5% della differenza tra valore nominale (100) e prezzo di collocamento (99). Il rendimento del Btp, il cui taglio minimo è pari a 1.000 euro, è fisso e conosciuto all’acquisto (sia in asta che sul MOT) se viene però mantenuto fino alla scadenza: vendendolo prima l’investitore incassa il prezzo di mercato che, in quel momento, può risultare anche inferiore a quello nominale che incasserebbe a scadenza.

IL PREZZO DEI TITOLI DI STATO


I prezzi di tutti i titoli di Stato, come tutte le obbligazioni quotate sui mercati finanziari, subiscono delle oscillazioni di prezzo in funzione di diverse variabili. La prima riguarda i tassi di interesse della banca centrale, nel caso dell’Italia quelli stabiliti dalla Banca centrale europea (Bce). Poi influiscono tanti altri fattori, a cominciare dalla crescita economica del Paese che emette il titolo: se registra incrementi di Pil sostenuti vuol dire che aumenta la ricchezza prodotta a quindi la capacità di ripagare il debito negli anni e viceversa. Tra i fattori che influiscono sui tassi di interesse da pagare sul debito un ruolo importante lo svolge anche la stabilità politica e la reputazione del Paese.

L’EFFETTO DRAGHI


Ai mercati finanziari non piace l’incertezza e l’instabilità politica è un fattore che crea preoccupazione ai debitori, soprattutto a medio e a lungo termine. Un esempio di quanto possa influire la stabilità politica e soprattutto la credibilità è rappresentato dal governo Draghi. Da quando il presidente Mattarella ha comunicato che avrebbe conferito l’incarico di formare un esecutivo a Mario Draghi, ex Presidente della Bce e riconosciuto leader mondiale, lo spread, cioè il differenziale dei tassi di interesse con la Germania, si è drasticamente ridotto. In particolare, lo spread del Btp scadenza 10 anni rispetto al titolo di stato tedesco (Bund) di pari durata è sceso da 115 punti base (cioè il rendimento del Btp decennale rendeva l’1,15% in più all’anno rispetto al Bund a 10 anni) a circa 90 punti base: oggi il Btp decennale rende circa lo 0,60% contro un rendimento negativo del -0,30% del Bund decennale.

BTP GREEN DA RECORD


Poter contare sulla fiducia dei mercati consente all’Italia di potersi finanziare senza eccessivi problemi anche se il proprio debito è di ingenti proporzioni. La conferma è arrivata dal nuovo Btp green, la cui domanda nell’Asta del 3 marzo ha superato gli 80 miliardi di ordini a fronte di un’offerta di 8,5 miliardi e passato alla storia per la più grande obbligazione verde emessa da un governo dell’Eurozona. Si tratta di un Btp quotato al MOT con scadenza aprile 2045 e rendimento intorno all’1,5%: l’obiettivo è finanziare le spese sostenute con un impatto ambientale positivo.

GLI OBIETTIVI AMBIENTALI


Le risorse raccolte verranno, infatti, dedicate alle spese statali destinate a contribuire alla realizzazione di diversi obiettivi ambientali, tra i quali: efficienza energetica, elettricità e calore rinnovabile, trasporti, protezione dell’ambiente, prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare, ricerca e biodiversità. Tutti gli emittenti di green bond, siano essi stati o imprese, sono obbligati a certificare la loro strategia ambientale, i criteri di selezione dei progetti da finanziare, le modalità di controllo delle spese e garantire una dettagliata rendicontazione dell’impatto ambientale che verrà generato dal finanziamento.
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