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Focus sull'obbligazionario

AllianzGI non vede bolle all'orizzonte, azioni sempre meglio dei bond

Nel suo outlook mensile, Allianz Global Investors rileva qualche eccesso di valutazione in alcuni segmenti tech Usa ma non vede forti segnali di bolle a livello globale

di Virgilio Chelli 6 Marzo 2021 10:00
financialounge -  Allianz Global Investors Bolla finanziaria Morning News outlook Scenari

A un anno dall’irrompere sulla scena globale della pandemia, il bilancio è positivo soprattutto per gli investitori più coraggiosi, premiati dal rialzo di molti indici azionari, in particolare fuori dall’Europa, mentre anche petrolio e metalli hanno recuperato livelli ben superiori a quelli di febbraio 2020. Le quotazioni di alcune società tecnologiche statunitensi, insieme alle criptovalute, evidenziano una vera e propria impennata a fronte di elevate attese di rendimenti potenziali o di grandi speranze di ulteriore crescita. Tutti elementi che suggeriscono un surriscaldamento degli animi di molti operatori di mercato.

TIMORI DI SURRISCALDAMENTO IN USA


Lo evidenzia Allianz Global Investors nel suo outlook mensile, sottolineando che comunque le banche centrali hanno confermato politiche monetarie anche in presenza di una forte ripartenza dell’economia. Misure monetarie e fiscali coraggiose e coordinate hanno permesso di mitigare in una certa misura le conseguenze della crisi e ora ci si chiede quanto sostegno sia ancora necessario. La prospettiva di nuovi ingenti stimoli in arrivo in USA suscita timori non del tutto ingiustificati di un surriscaldamento temporaneo dell’economia, mentre le preoccupazioni per l’aumento dell’inflazione alimentano l’incertezza sui mercati obbligazionari, con i rendimenti dei titoli governativi USA a 10 anni in netto rialzo.

CONTINUA LA RICERCA DI RENDIMENTO


Ma secondo l’outlook di AllianzGI per ora questa evoluzione dovrebbe essere considerata solo indice della maggior fiducia nella normalizzazione dell’attività, mentre occorre inoltre tener presente che al momento le ipotesi di un surriscaldamento riguardano prevalentemente gli USA, e che in Europa una simile eventualità sembra ancora remota. In una prospettiva più ampia, anche il contesto di tassi bassi e la ricerca di rendimento dovrebbero protrarsi ancora per qualche tempo.

L’INFLAZIONE PESA DI PIÙ SUI BOND GOVERNATIVI


Questo quadro, secondo AllianzGI, consiglia un’allocazione tattica di azioni e obbligazioni. Il riacutizzarsi dei timori di inflazione dovrebbe influire più sulle obbligazioni governative che sulle azioni, poiché in ultima analisi le seconde rappresentano partecipazioni in asset reali che in un contesto inflazionistico acquistano valore. Sui mercati azionari AllianzGI non esclude comunque correzioni nei segmenti che appaiono surriscaldati, come le società tecnologiche USA di più recente costituzione.

SOVRAPPESARE LE AZIONI RISPETTO ALLE OBBLIGAZIONI


Ma solo alcuni titoli azionari presentano valutazioni eccessive, mentre tra le obbligazioni governative si registra una generale sopravvalutazione, per cui secondo AllianzGI risulta preferibile continuare a sovrappesare le azioni rispetto alle obbligazioni, sempre con cautela. Dal complesso dei mercati azionari globali non emergono segnali forti in merito di formazione di bolle e l'outlook rileva che più efficace sarà la campagna vaccinale, più concrete saranno le prospettive di una riapertura, per cui probabilmente gli investitori guarderanno con maggiore interesse alle società che sono state duramente colpite dalla pandemia, mentre i titoli favoriti dallo “stay at home” potranno verosimilmente perdere slancio.

PREMIO PIÙ ALTO SUL REDDITO FISSO


Secondo Allianz GI, gli investitori azionari dovrebbero prepararsi ad un aumento dell’inflazione, che può produrre una volatilità che di norma ha effetti negativi sulle valutazioni, ma le aziende con un pricing power più elevato dovrebbero riuscire a compensare grazie a una migliore dinamica degli utili. Sul mercato delle obbligazioni gli investitori sono tornati invece a richiedere un premio leggermente più elevato per il rischio legato ai tassi, ma nel complesso i rendimenti USA restano bassi rispetto alle medie storiche.

AUTORITÀ MONETARIE SEMPRE VIGILI


In ogni caso, sottolinea AllianzGI, le autorità monetarie non hanno interesse a un deterioramento troppo rapido e troppo brusco delle condizioni finanziarie. Le obbligazioni governative dei Paesi periferici dell’euro beneficiano tuttora dei consistenti acquisti della BCE e dei primi passi verso una politica fiscale comune, con il fattore favorevole del un nuovo governo in Italia. Non si escludono nuovi progressi nei fondamentali delle obbligazioni societarie sia investment grade che high yield, mentre il debito emergente in valuta locale o forte dovrebbe beneficiare ancora della “ricerca di rendimento”.

POSSIBILE ULTERIORE CALO DEL DOLLARO


Per quanto riguarda le valute, AllianzGI ritiene possibile un ulteriore lieve deprezzamento del dollaro, con una Fed decisamente più espansiva rispetto a altre banche centrali, mentre i nuovi stimoli fiscali potrebbero mettere ulteriormente sotto pressione il deficit di bilancio degli Stati Uniti e alimentare l'inflazione, entrambi fattori che penalizzano la valuta. La sterlina britannica si è apprezzata, e resta solo moderatamente sottovalutata.

MATERIE PRIME FAVORITE


Le materie prime hanno beneficiato del contesto reflazionistico, mentre l’oro ha invece risentito della maggior propensione al rischio, anche se non è da escludere un recupero in corso d’anno vista l’incertezza sull’inflazione. Anche la debolezza del dollaro è favorevole alle materie prime.

DIVIDENDI TEMA DI INVESTIMENTO


Come tema di investimento, AllianzGI segnala i dividendi. La ricerca di rendimento continua, e negli anni negativi per l’azionario i dividendi hanno contribuito a stabilizzare la performance. I dividendi inoltre oscillano meno degli utili e confrontando le due componenti nell’indice S&P 500 dal 1960 a oggi si nota che i secondi sono stati molto più volatili dei primi con una volatilità intorno al 25% annualizzato rispetto a a poco più del 4%. Nel mezzo della seconda ondata di financial repression, i dividendi acquistano quindi un’importanza sempre maggiore nella ricerca di rendimento in presenza di un perdurante contesto di tassi bassi o negativi.
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