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Prepararsi a una curva più ripida dei tassi Usa

Secondo Neuberger Berman, il notevole potenziale di ripresa e dell’inflazione nel secondo semestre potrebbe esercitare pressioni sui rendimenti a lunga durata del debito USA e, successivamente, sulla Fed

di Virgilio Chelli 11 Febbraio 2021 19:00
financialounge -  Neuberger Berman Tassi d'interesse treasury

A inizio anno le attese sui tassi statunitensi si sono mosse al rialzo dopo che i Democratici si sono assicurati anche il Senato, aumentando le probabilità di un aumento della spesa pubblica, che dovrebbe spingere al rialzo crescita e inflazione, inducendo i mercati a scontare un più rapido adeguamento delle politiche monetarie da parte della Federal Reserve. Lo sottolinea Neuberger Berman nelle Prospettive settimanali del CIO a cura di Olumide Owolabi e Joseph Purtell, rispettivamente Portfolio Manager e Senior Trader and Analyst – Investment Grade, secondo cui il rendimento del Treasury a 10 anni crescerà gradualmente in corso d’anno, arrivando all’1,5%, dopodiché le pressioni potrebbero aumentare, non solo per i mercati obbligazionari, ma anche per la Fed.

PRESSIONI SUL RENDIMENTO DEI TREASURY


I livelli che potranno raggiungere crescita e inflazione, e di conseguenza i tassi di interesse, dipenderanno quasi certamente dalla rapidità, dalla consistenza e dalla natura degli stimoli aggiuntivi che il Congresso USA approverà. Neuberger Berman ritiene che più il pacchetto si avvicinerà ai 1.900 miliardi, maggiori saranno le pressioni sui Treasury per un aumento del rendimento. Neuberger Berman si aspetta anche un’accelerazione di inflazione e PIL, e prevede che una volta che il quadro sarà più chiaro, si assisterà probabilmente a una normalizzazione più netta dei rendimenti a lunga scadenza.

VERSO BOOM DEI CONSUMI


A cavallo tra primavera e estate, quando le campagne vaccinali dovrebbero aver avvicinato l’immunità di gregge, Neuberger Berman si attende inoltre un boom dei consumi poiché la domanda, fino ad allora repressa, potrà finalmente esprimersi. L’economia statunitense sta già mandando segnali di reflazione. Con il miglioramento dell’occupazione nei prossimi mesi dovrebbero salire anche gli affitti residenziali, una componente dell’indice di inflazione che si è mantenuto finora sotto trend. Inoltre, la bassa base di partenza dell’inflazione nel 2020 verosimilmente amplificherà gli effetti verso la metà dell'anno.

I RENDIMENTI REALI SALIRANNO


In questa prospettiva anche i rendimenti reali, e non solo nominali, inizieranno a salire una volta consolidate le certezze in materia di supporto fiscale e campagne vaccinali, con riapertura dell’economia e materializzazione di una crescita sopra trend. A quel punto, secondo Neuberger Berman, anche i rendimenti nominali si adegueranno rapidamente, innalzandosi e scontando finalmente l’aumento dell’offerta di Treasury emessi per finanziare misure di stimolo senza precedenti.

CURVA PIÙ RIPIDA


Quando la Fed finalmente agirà in risposta alla nuova dinamica inflazionistica, secondo Neuberger Berman lo farà in modo più aggressivo di quanto il mercato non si aspetti, ma non accadrà per almeno altri due anni. Questo ancoraggio ai tassi a breve, unitamente al prolungamento della scadenza media ponderata del debito in Treasury nel corso del 2021, per Neuberger Berman potrebbe generare un irripidimento sostanziale della curva dei rendimenti USA.

MEGLIO TITOLI INDICIZZATI


Una curva più ripida potrebbe offrire agli investitori non statunitensi un premio a scadenza significativamente più alto di quello dei rispettivi mercati obbligazionari, con costi di copertura dell’esposizione in dollari piuttosto contenuti. Ma questo non modifica la traiettoria dell’economia e della Fed e neppure l’aspettativa di Neuberger Berman di un aumento dei tassi. Che pertanto, nell’affrontare il 2021, esprime nei suoi portafogli una preferenza per i titoli indicizzati all’inflazione e adotta una view sottopesata sulle esposizioni alla duration.
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