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Il rapporto

Nell'anno della pandemia gli italiani hanno sprecato meno cibo

Il rapporto per la Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare: nel 2020 3,6 kg di cibo sprecato in meno del 2019

di Gaia Terzulli 5 Febbraio 2021 14:38
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La pandemia ci ha resi più sobri, sia negli acquisti sia a tavola. Lo dice il rapporto di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability redatto per l’ottava Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, oggi, venerdì 5 febbraio.

IL RAPPORTO


Nel 2020, solo tra le mura domestiche e senza considerare l’intera filiera, ogni italiano ha prodotto 27 chili di spazzatura (529 grammi a settimana), circa 3,6 chili in meno (11,78%) rispetto al 2019. Numeri che si traducono in un doppio risparmio, alimentare ed economico. Nel primo caso si tratta di oltre 222mila tonnellate di cibo salvato dallo spreco, nel secondo di sei euro spesi in meno da ciascun cittadino, che in un anno diventano 376 milioni.

IL RISPARMIO TRADOTTO IN PESO


Il rapporto evidenzia come lo spreco nazionale di cibo valga 6,4 miliardi, che sfiorano i 10 tenendo conto dell’intera filiera che dal campo arriva allo scaffale. Tradotto in peso, questo significa che nell’anno della pandemia da Covid-19 sono finite nella spazzatura, rispettivamente, 1.661.107 e 3.624.973 tonnellate.

MENO SI GUADAGNA, PIU' SI SPRECA


La mappa dello spreco premia un Nord più virtuoso del Sud e dei piccoli centri, dove si butta il 15% di avanzi in più (600 grammi a settimana). Centro e Settentrione fanno meglio, il primo producendo 496 grammi di wasted food a settimana, il secondo 489 grammi. Il podio degli “spreconi” è per le famiglie con figli, che buttano più cibo dei single. Inoltre, sottolinea il rapporto, meno si guadagna e più si spreca: il 38% di italiani che si autodefiniscono “di ceto basso/medio-basso” getta il 10-15% in più degli altri intervistati. Un fenomeno in miglioramento con gli italiani che ricorrono agli imballaggi per sprecare meno. A usarli, in un anno di uscite ridotte all’osso, è stato il 57,4% dei consumatori, che in questo modo cercavano informazioni sulla scadenza del prodotto.

PERCHE' SI BUTTA IL CIBO?


La ricerca del Waste Watcher International Observatory individua anche i motivi dello spreco alimentare: al primo posto perché si perde di vista la data di scadenza dei prodotti (46%), poi, nel caso di frutta e verdura, quando gli alimenti sono già sull’orlo della deperibilità (42%) e quando il cibo venduto era già vecchio prima di acquistarlo (31%). C’è anche chi ammette di aver esagerato nella spesa (29%) e di aver calcolato male il cibo necessario (28%). “In casa e in cucina, reduci dai mesi di lockdown e distanziamento, gli italiani hanno nettamente diminuito gli sprechi alimentari domestici”, spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero e della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. “A livello nazionale e globale questo incide per il 60-70% sullo spreco di filiera ed è un trend che si conferma saldamente anche in questo primo scorcio del 2021”.
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