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Strategie di investimento

Pro e contro delle obbligazioni cinesi

L’obbligazionario onshore cinese è attraente in un contesto di mercato arido di rendimenti. Jeremy Cunningham (Capital Group) spiega quale approccio scegliere

di Leo Campagna 5 Gennaio 2021 08:00
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Nell'attuale contesto gli investitori orientati al reddito fisso sono alla continua ricerca di rendimento in un mercato in cui i tassi delle principali aree valutarie sono a zero o negativi. Una situazione che rende l’obbligazionario onshore cinese particolarmente attraente sebbene, come sottolinea Jeremy Cunningham, Investment Director di Capital Group, siano da soppesare anche le potenziali insidie.

UN VALORE COMPLESSIVO DI 14.100 MILIARDI DI DOLLARI USA


Cominciamo con i tanti aspetti che rendono questo mercato interessante per chi è alla ricerca di rendimento. Con un valore complessivo di circa 14.100 miliardi di dollari USA si colloca al secondo posto al mondo, con volumi di contrattazioni in costante crescita negli ultimi anni. Secondo l'EMTA Debt Trading Volume Survey è ormai stabilmente tra i cinque maggiori mercati di obbligazioni governative in valuta locale dei mercati emergenti in termini di liquidità, ed è probabile che possa espandersi ancora più rapidamente nei prossimi anni per soddisfare le esigenze di finanziamento della seconda economia mondiale.

ATTUALMENTE GLI INVESTITORI ESTERI PESANO SOLO IL 2%


“Resta il fatto che, attualmente, gli investitori esteri rappresentano meno del 2% del mercato obbligazionario cinese. Una percentuale che si spiega per i rigidi controlli sui movimenti di capitali in Cina che hanno escluso a lungo il mercato onshore di Pechino dai tradizionali indici obbligazionari dei mercati emergenti e sviluppati”, spiega Cunningham che, a questo proposito, ritiene che il debito della Cina sia però destinato ad essere sempre più rappresentato nei principali indici nel prossimo decennio.

MEGLIO ADOTTARE UN APPROCCIO FONDATO SULLA RICERCA


Il manager di Capital Group suggerisce tuttavia un approccio fondato sulla ricerca, sia perché quasi tutte le obbligazioni onshore hanno un rating "A" (A, AA o AAA), con scarsa differenziazione quindi in termini di rischi di credito, e sia perché consente di approfondire il profilo di rischio/rendimento del mercato cinese in rapporto ad altri mercati globali. Un aspetto, quest’ultimo, di rilievo alla luce del fatto che la People's Bank of China (la banca centrale del paese) non annuncia le mosse di politica monetaria adottando obiettivi di policy più ampi rispetto a quelli della maggior parte delle economie avanzate.

UNA CERTA RESILIENZA IN CONTESTI DI AVVERSIONE AL RISCHIO


Tra gli altri aspetti che caratterizzano le obbligazioni onshore cinesi, ce ne sono due in contrapposizione tra loro. Da un lato il loro andamento riflette quello classico di un mercato emergente sotto molti aspetti inerenti al rischio, mentre dall’altro sta mostrando una certa resilienza in contesti di avversione al rischio, grazie all'ampia base di investitori nazionali: un aspetto che lo accomuna ai mercati sviluppati e lo differenzia dagli altri mercati obbligazionari emergenti, che generalmente tendono a soffrire nelle fasi di avversione al rischio.

LA GESTIONE VALUTARIA


È vero, ammette Cunningham, che l’aumento atteso degli investitori esteri potrebbe amplificare la correlazione con altri mercati obbligazionari emergenti e globali, ma è altrettanto noto che l’obbligazionario onshore cinese resta ancora dominato dalle banche commerciali, che in genere detengono le obbligazioni fino alla scadenza. Semmai, puntualizza l’esperto, sarà cruciale la gestione valutaria. “Si tratta di un aspetto importante quando si investe in obbligazioni cinesi. Lo si è potuto constatare nel biennio 2015/16 il cui il deprezzamento del tasso di cambio dello yuan ha eroso i rendimenti degli investitori privi di copertura. In passato la liquidità dell'obbligazionario offshore cinese era talmente esigua che il tasso di cambio risultava pressoché ingestibile. Ma oggi la situazione è migliorata e gli investitori beneficiano di crescenti opportunità di accesso al più stabile mercato onshore” conclude l’Investment Director di Capital Group.
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