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L'analisi

Tutti i dubbi sul rally del mercato azionario

James Athey (Aberdeen Standard Investments) illustra tutti punti critici dell’attuale mercato azionario, in termini di valutazioni eccessive, utili stagnanti e problemi di crescita strutturali

di Leo Campagna 7 Dicembre 2020 18:30
financialounge -  Aberdeen Standard Investments azioni James Athey Scenari Wall Street

Dai minimi di marzo, l’indice MSCI world delle Borse mondiali è salito del 46% in euro e ancora meglio ha fatto l’S&P 500% (+46,5%) e, soprattutto, il Nasdaq composite (+61%). Performance straordinarie che hanno permesso non soltanto di azzerare le profonde perdite in Borsa causate dai timori legati ai contraccolpi economici per la pandemia, ma di riportare in territorio positivo i rendimenti azionari da inizio anno.

QUANTO È SOSTENIBILE IL RALLY AZIONARIO?


Alla luce di questa dinamica è lecito domandarsi se il rally azionario sia sostenibile. “Dal punto di vista delle valutazioni, i risultati storici indicano che, alle valutazioni correnti, gli investitori sono esposti ad un alto grado di probabilità che il ritorno a lungo termine possa essere basso o negativo, sia in termini nominali sia reali”, fa sapere James Athey, Investment Director di Aberdeen Standard Investments. Le valutazioni, sottolinea l’esperto, non contano tanto nel breve termine quanto piuttosto nel lungo termine e l’ipotesi che i tassi bassi possano giustificare valori delle quotazioni azionarie più elevate è errata. Basti guardare, specifica Athey, a quanto accaduto per molti anni ai listini del Giappone e del Vecchio Continente con indici di Borsa tutt’altro che brillanti nonostante tassi ai minimi storici o negativi.

NON HA SENSO CONFRONTARE LE AZIONI CON LE OBBLIGAZIONI


“Se i tassi sono bassi perché le prospettive di crescita sono deboli, allora non vi è alcuna giustificazione per multipli più alti al di là di un sistema semplicistico di valutazione incrociata delle azioni rispetto alle obbligazioni”, sottolinea Athey. Secondo cui non ha senso confrontare le due asset class, dal momento che le obbligazioni hanno cedole fisse e bassa volatilità mentre le azioni non hanno nessuna di queste due componenti.

SOSTEGNO AGLI UTILI TRAMITE AGGIUSTAMENTI PRO FORMA


Anche dal punto di vista degli utili non emergono fattori di supporto al rally azionario. In base ai dati del Bureau of Economic Analysis, negli Stati Uniti la profittabilità delle società ha registrato movimenti laterali dal 2012, risultando, di fatto, più bassa dal 2014. “L’aspetto che si è potuto osservare è che il sostegno agli utili è avvenuto tramite aggiustamenti pro forma e swap azionari: la pratica più diffusa dalle aziende è stata quella di emettere obbligazioni per riacquistare azioni. Un sistema per remunerare al meglio il management, ma che penalizza, in termini di indebitamento e capacità produttiva, le aziende”, puntualizza il manager di Aberdeen Standard Investments.

UN PROBLEMA DI CRESCITA ORMAI STRUTTURALE


Infine, ma non meno rilevanti, anche le prospettive economiche che appaiono sproporzionate dal momento che esiste un problema di crescita ormai strutturale. “L'economia era debole, squilibrata e fragile già molto prima dell’avvento del Covid-19 per una serie di concause: dall'eccessiva dipendenza dal debito alle evidenti disuguaglianze, dalla concentrazione dell'industria alla politica monetaria sempre più sperimentale e dannosa. Da marzo, dopo lo scoppio della pandemia, si è registrato un ulteriore accumulo di debito per mascherare gli impatti del Covid-19: ma il conto prima o poi dovrà essere onorato", conclude l’Investment Director di Aberdeen Standard Investments.
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