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Attese e mercati: i multipli del Nasdaq non sono da bolla

Investitori in cerca di opportunità tattiche. Da Shanghai a Londra a New York, tornano le Ipo. Aumenta l’ottimismo sugli utili, multipli del Nasdaq non da allarme rosso

di Virgilio Chelli 21 Settembre 2020 12:14
financialounge -  Attese e mercati IPO nasdaq Scenari

OCCHI PUNTATI SUGLI INDICATORI A BREVE


Quando arrivano gli scossoni, come quelli che hanno investito i tecnologici del Nasdaq e non solo a inizio settembre, gli investitori guardano agli indicatori tecnici per scrutare la direzione a breve del mercato, e magari cogliere opportunità tattiche. Un indicatore molto guardato è quello delle medie mobili. Settimana scorsa lo S&P 500 ha chiuso sotto la media mobile a 50 giorni per la prima volta da maggio: rimbalzerà o andrà a testare altri supporti più in basso? Un altro indicatore importante è il sentiment. Qui aiuta il sondaggio effettuato regolarmente dall’American Association of Individual Investors, che censisce settimanalmente Orsi, Tori e Neutrali. I primi sono saliti a oltre il 32% dal quasi 24% precedente, i secondi sono calati a poco sopra il 40% dal 48,5%, mentre i neutrali sono rimasti invariati. Il sentiment di solito è un indice contrarian, e la prevalenza di Orsi, anche se diminuita, di solito segnala rialzo. Poi ci sono gli indicatori basati non sulle interviste ma sulla direzione delle opzioni e di altri derivati sullo S&P 500, sul Vix, sugli spread creditizi e altre variabili di mercato, come il Fear & Greed Index di CNN Business. Più l’ingordigia è elevata, più c’è il rischio di una correzione, o peggio. Un mese fa il ‘Greed’ era a 68 in una scala da zero a 100, non da allarme rosso, che scatta oltre 80, ma da temporale di fine estate in arrivo. Che infatti è puntualmente arrivato. Ora segna un molto più rassicurante livello di 52 punti, non si sta esagerando certo con le scommesse al rialzo sui derivati.

TORNANO LE IPO, SI SCOMMETTE SUL FUTURO


Mentre l’anno del Covid si avvia ad affrontare il quarto trimestre, segnali molto positivi illuminano le Borse. Il più luminoso si chiama IPO, a partire da Shanghai, dove è in arrivo il collocamento della divisione fintech di Alibaba, Ant, che potrebbe rivelarsi la più grande di sempre, mentre a Londra è sbarcato sul listino The Hut Group, con la più grande offerta di azioni sulla piazza britannica da 7 anni, con un balzo del 30% il primo giorno di quotazione, subito eclissata da Snowflacke a Wall Street, che nel giorno del debutto sul tabellone del NYSE ha raddoppiato. In Europa è in arrivo l’offerta di azioni del gruppo della difesa tedesco Hensoldt, mentre sono sulla rampa di lancio anche Sovcomflot in Russia e Allegro in Polonia. A New York nella pipeline c’è anche la piattaforma per I medicinali da prescrizione GoodRx, che spera di raccogliere 1 miliardo di dollari. Da inizio anno le IPO finora lanciate hanno raggiunto quasi i 120 mld di dollari, un terzo in più rispetto a un anno fa. Non c’è che dire, gli investitori hanno voglia di scommettere sul futuro.

MIGLIORANO LE ATTESE SUGLI UTILI


Alla fine sono gli utili che fanno il valore e quindi il prezzo delle azioni quotate. E le stime degli analisti, soprattutto per quanto riguarda gli utili delle società quotate a Wall Street, continuano ad essere riviste al rialzo dopo il picco di pessimismo al momento dell’esplosione della crisi da Covid, che ha impattato gli utili a livello globale nel secondo trimestre, con una caduta del 33%. Ora c’è ottimismo sul terzo e quarto trimestre dell’anno e soprattutto sul 2021, un pò di più a livello globale e un po’ di meno in Europa, dove il trend non si è ancora stabilizzato anche se si attende un robusto rimbalzo l’anno prossimo. Il calo degli utili non riguarda comunque il settore tecnologico a stelle e strisce, dove le stime puntano a una crescita del 5% nell’anno in corso con una accelerazione a +14% nel 2021. Previsioni che fanno giustizia dei giudizi di valutazioni troppo elevate e di paragoni inappropriate con la bolla delle dot.com del 2000. Sicuramente i prezzi sono alti in prospettiva storica, ma riflettono anche un rapporto tra prezzi e utili non certo da allarme rosso e intorno a 22 volte, ai tempi della bolla si era arrivati a quasi 60 volte.
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