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Energia da fonti alternative

Rinnovabili più forti del coronavirus, opportunità di investimento intatte

Il calo della domanda di elettricità colpirà principalmente le fonti tradizionali, spiega David Czupryna  di Candriam

di Leo Campagna 3 Agosto 2020 09:49
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Il rapporto World Energy Investment 2020 dell'Agenzia internazionale dell'energia (AIE) prevede che gli investimenti in energia dovrebbero scendere di un quinto dai 1.900 miliardi di dollari del 2019 ai 1.500 miliardi, a seguito dell'enorme impatto economico provocato dal Covid-19. Le energie rinnovabili dovrebbero vedere un calo degli investimenti del 9,6% (da 311 a 281 miliardi) mentre gli investimenti in efficienza energetica diminuiranno del 12% da 249 a 219 miliardi. Complessivamente, si prevede che gli investimenti in energia pulita possano scendere dell'11% a 567,8 miliardi quest’anno, dai 635,8 miliardi del 2019.

AUMENTO DELLA QUOTA DI MERCATO DEGLI INVESTIMENTI IN ENERGIA PULITA


Tuttavia, gli investimenti nell'energia da combustibili fossili dovrebbero contrarsi in misura maggiore. Sempre secondo l'AIE, gli investimenti per il 2020 in petrolio e gas si ridurranno di un terzo rispetto al 2019: di conseguenza, gli investimenti nell'energia pulita dovrebbero vedere crescere la propria quota di mercato nel 2020 dal 33,5% al 37,3%.

IL PERICOLO DI UN CALO PROLUNGATO DELLA DOMANDA DI ELETTRICITÀ


In un’intervista a Environmental Finance, David Czupryna, responsabile dello sviluppo ESG di Candriam, ha fatto presente che il problema di maggior rilievo per le energie rinnovabili potrebbe scaturire da un calo della domanda di elettricità che si protragga anche dopo la rimozione dei blocchi delle attività: una situazione che, durante il lockdown, ha danneggiato i prezzi all'ingrosso del gas e dell'elettricità. "Se ciò accadesse, potrebbe indurre alcuni attori economici a riconsiderare i propri piani di investimento nelle energie rinnovabili, non perché i prezzi del petrolio e del gas siano economici, ma perché la domanda di energia è bassa”, spiega l’esperto di Candriam.

L’EUROPA È IN PRIMA FILA NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA


Fermo restando che, se i prezzi del gas naturale dovessero restare bassi per qualche tempo, potrebbe renderlo più competitivo e, nel tempo, smorzare la domanda di energia eolica e solare. Il carbone e il gas naturale rappresentano infatti, insieme, oltre il 60% della produzione di energia. La convenienza delle energie rinnovabili dipende dai prezzi del gas naturale che, a loro volta, non riflettono l’andamento dei prezzi del petrolio. Hanno infatti dinamiche del mercato diverse anche perché i contratti sul gas tendono a essere negoziati per coprire diversi anni di fornitura. "In ogni caso, va sempre ricordato che, se la domanda di energia eolica e solare è sempre più un fenomeno guidato dal mercato, grazie alla competitività dei prezzi, è altrettanto vero che risponde anche ai segnali politici. E l’Europa è in prima fila nella transizione energetica", sottolinea Czupryna.

PER GLI INVESTIMENTI IN RINNOVABILI SOLO UN’INTERRUZIONE TEMPORANEA


Resta il fatto che, come fa notare Richard Black, direttore dell'Energy and Climate Intelligence Unit (ECIU, per le energie rinnovabili si tratta di un'interruzione temporanea del processo di costruzione e della catena di approvvigionamento, con un rimbalzo inevitabile. “Nel caso invece dei combustibili fossili, a pesare sono un mix di problematiche più profonde dalla bassa domanda alla mancanza di fiducia in un prossimo ritorno della domanda, dall’offerta eccessiva agli incerti fattori geopolitici: un rimbalzo degli investimenti, quindi, non è garantito".
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