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Bond di qualità

Idee di investimento, focus sulle obbligazioni investment grade

Gli acquisti delle banche centrali sostengono soprattutto i corporate bond investment grade (IG): in alternativa si può optare per le strategie absolute return e una maggiore quota di liquidità in portafogli

di Leo Campagna 20 Luglio 2020 16:23
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BOND, IL DOPING DELLE BANCHE CENTRALI


Le banche sono state per secoli i principali finanziatori delle imprese. “Soltanto la crescente cartolarizzazione dei crediti ha reso possibile la creazione del mercato obbligazionario come lo conosciamo oggi”, riferisce nell’articolo Ethenea: il doping delle banche centrali salva anche imprese destinare a fallire Michael Blümke, portfolio manager del fondo Ethna-Aktiv. “Le obbligazioni societarie rappresentano attualmente oltre la metà del debito in essere delle imprese”. Per semplificare, si può dire che il ruolo delle banche centrali consiste oggi nel fissare il costo del denaro tramite i tassi di interesse a breve termine. Per Ethenea, questo incide direttamente sulla domanda di denaro e quindi anche sul mercato obbligazionario, che stabilisce il prezzo del rischio di insolvenza, tramite i relativi spread creditizi. Dalla teoria alla pratica, però, le cose cambiano. “Non solo i tassi di interesse delle banche centrali scesi ai minimi storici hanno con il tempo causato forti aumenti di prezzo in molte asset class”, continua l’analisi di Ethenea, “ma, con i recenti programmi di acquisto di obbligazioni societarie, anche gli interventi diretti delle autorità monetarie sui mercati hanno raggiunto livelli senza precedenti”. Oltre alla Bce, adesso anche la Fed si muove lungo questa strada che ha inserito nel proprio bilancio obbligazioni non investment grade. Cosa significa? “Vuol dire che il prezzo del rischio di insolvenza delle imprese viene sovvertito da un acquirente insensibile ai prezzi”. Questo meccanismo proseguirà per molto tempo? “La tentazione di saltare sul treno delle banche centrali puntando sugli investimenti a più alto rendimento può essere grande, ma occorre cautela. Dubitiamo che la liquidità apparentemente infinita immessa dalle banche centrali potrà assicurare eterna solvibilità” “ conclude Blümke.

UNA PREFERENZA PER L’INVESTMENT GRADE


In attesa di conoscere quanto durerà l’effetto liquidità delle banche centrali, Esty Dwek, Head of Global Market Strategy di Natixis IM Solutions, nell’articolo Natixis: troppo presto per un portafoglio più aggressivo registra sul fronte obbligazionario il buon andamento dei titoli di Stato americani e tedeschi, i cui rendimenti si sono ripresi dai minimi di febbraio, anche se le attese sono per rendimenti ancora bassi per molto tempo. Nel credito, gli spread di High Yield e Investment Grade si sono ristretti sia negli Stati Uniti che in Europa, dove il segmento più rischioso è passato da 919 a 518 punti base. Tali spread, secondo Dwek che non nasconde una preferenza per l’Investment Grade, dovrebbero modificare il proprio range nel breve periodo, ma potrebbero restringersi ulteriormente più avanti.

PERCHÉ PRIVILEGIARE L’INVESTMENT GRADE


Anche William Davies, cio Emea e responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments, ha una preferenza per l’obbligazionario corporate investment grade (IG). L’esperto avverte che, dati gli elevati livelli di indebitamento, gli anni ’20 potrebbero essere simili al decennio precedente, con bassa crescita, bassa inflazione e bassi tassi di interesse, ma nel breve non è esclusa una prevedibile forma di euforia indotta dalla ripresa di attività economica. Davies, come spiega nell’articolo Mercati in rotazione, ma non è l’ora del value, resta convinto che le società che traggono vantaggio da posizioni dominanti, come quelle delle tecnologie, delle comunicazioni e dei semiconduttori, siano ben posizionate e continueranno a risultare vincenti in futuro, mentre nel reddito fisso privilegia l’investment grade rispetto all’high yield con una preferenza per i corporate bond rispetto ai governativi.

CORPORATE BOND, IMPROBABILE UN FORTE CALO NEL BREVE TERMINE


Ma cosa potrebbe provocare una inversione di tendenza del rally quasi ininterrotto degli attivi più rischiosi, comprese le obbligazioni societarie, osservato nell’ultimo trimestre? A questo interrogativo il Team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management nel suo Bond Bulletin Settimanale risponde nell’articolo Obbligazioni societarie, improbabile inversione di tendenza giungendo alla conclusione che “in assenza di segnali di una possibile inversione di tendenza gli attuali robusti fattori tecnici, un forte ridimensionamento sembra improbabile nel breve termine”. Certo, ammette il Team, occorre tenere sotto stretta osservazione l’evoluzione dei dati sulla mobilità, sui consumi e sul numero di casi di Covid-19. A questo proposito la divergenza tra gli indicatori tradizionali e i dati ad alta frequenza, potrebbe segnalare qualche rischio nell’immediato per la ripresa globale. In parallelo, però l’impegno da parte delle Banche centrali continua ad essere robusto, soprattutto in segmenti quale quello delle obbligazioni societarie Investment Grade.

NELLA ZONA EURO SPAZIO DI CRESCITA PER I PERIFERICI


Allargando l’orizzonte all’intero spettro del reddito fisso, gli esperti di Amundi nell’articolo Amundi gioca in difesa nonostante l’euforia sui mercati rivelano di mantenersi pressoché neutrali sugli USA, con una preferenza per i Treasury quinquennali rispetto ai bund equivalenti tedeschi. Il debito dei Paesi periferici dell’Eurozona invece dovrebbe essere supportato dalla BCE, dopo la recente espansione del PEPP, e dal Recovery Fund in arrivo dalla UE, che dovrebbe ridurre ulteriormente il premio al rischio mettendo un tetto ai rendimenti italiani. Di conseguenza, Amundi preferisce ora una posizione netta sui BTP, che presentano anche una minore correlazione con le azioni .In generale Amundi mantiene un’opinione favorevole sul credito con una preferenza per i bond societari Investment Grade rispetto agli High Yield, meglio in euro che in dollari.

LA SOLUZIONE ALTERNATIVA DELLE STRATEGIE TOTAL RETURN


A fronte di questa situazione, Pictet AM propone la soluzione alternativa delle strategie obbligazionarie absolute return, che, grazie alla diversificazione tra fonti di rendimento (tassi, spread e valute) e tra singole posizioni, sono in grado di contenere i drawdown offrendo al contempo un rendimento più allettante. È il caso del comparto Pictet-Absolute Return Fixed Income (ARFI) che sin dal suo lancio ha dimostrato la capacità di smussare i movimenti di mercato, attraverso un processo di investimento incentrato sul bilanciamento continuo tra posizioni risk-on, vale a dire ricerca di rendimento, e risk-off, cioè protezione. Paolo Paschetta, Country Head Italia di Pictet AM, nell’articolo Pictet: “Protezione ma anche rendimento nel mondo post-Covid” sottolinea che uno dei fattori più attentamente monitorati dal team di gestione di Pictet-ARFI è la liquidità del portafoglio, il che porta a prediligere titoli di qualità molto elevata, infatti le obbligazioni AAA e AA rappresentano oltre il 50% del portafoglio, perché nelle fasi di crisi acuta sui mercati sono più penalizzati i segmenti strutturalmente meno liquidi, come corporate bond e, soprattutto, high yield.
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