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Post Covid

Prove di ripresa per equity, credito e materie prime

Il Team di gestione di Raiffeisen Capital Management analizza i mercati post Covid-19 e indica le problematiche che potrebbero ostacolare il trend di recupero di azioni, credito e materie prime

di Leo Campagna 20 Luglio 2020 21:00

Nell’attuale contesto post Covid-19 le variabili in gioco sono molteplici e le forze in campo spingono in direzioni opposte. Da un lato permane il solido sostegno delle banche centrali delle principali economie che proseguono nei loro programmi di acquisto di titoli sul mercato, supportando le quotazioni dei titoli finanziari. Inoltre viene considerato molto basso il rischio che possano essere interrotti anticipatamente i massicci pacchetti fiscali presentati dai vari governi

UNO SCENARIO CON PROSPETTIVE DA DECIFRARE


D’altro canto, i dati macro economici forniscono informazioni spesso contrastanti disegnando un quadro d’insieme eterogeneo. Per esempio, sebbene i dati sull’occupazione negli Stati Uniti siano recentemente migliorati, l’11% di tasso di disoccupazione attuale si attesta ad un livello di molto superiore della fase di lockdown. In Cina, invece, a fronte di un robusto recupero del settore industriale, che beneficia delle misure infrastrutturali del governo, e dell'attività edilizia, i consumi privati si stanno ancora indebolendo, appesantiti dal distanziamento sociale e dai tagli al reddito di molte famiglie.
Uno scenario con prospettive ancora tutte da decifrare che tuttavia, come fa notare il Team di gestione di Raiffeisen Capital Management, non ha frenato la tendenza al rialzo delle azioni con gli investitori che guardano con crescente attenzione all’Europa: oltre alla migliore gestione fino ad oggi della pandemia del Covid-19, vanta interessanti pacchetti fiscali attuati in modo estensivo.

REDDITO FISSO BEN INTONATO


In parallelo risultano beni intonati anche i mercati del reddito fisso. In Europa, in particolare, oltre agli interventi della Bce sul mercato la prospettiva del pacchetto di aiuti Ue da 750 miliardi di euro contribuisce alla riduzione graduale degli spread non soltanto dei titoli di Stato ma anche delle obbligazioni societarie. Queste ultime si sono gradualmente riprese dai forti ribassi, nonostante la consistente attività di emissione: basti pensare che nel primo semestre di quest’anno sono stati emessi 262 miliardi di euro, contro i 350 miliardi di euro dell’intero 2019.

PETROLIO ALLA PROVA DELLA TENUTA DELLE QUOTAZIONI


La tendenza rialzista ha interessato anche i mercati delle materie prime. Ad esempio, il prezzo del petrolio è salito di nuovo in modo brusco negli ultimi tempi agevolato dal basso livello di produzione, sia nei paesi dell'Opec che negli Usa (olio di scisto), a fronte di una domanda che si è rivelata più forte di quanto inizialmente temuto. “Tuttavia, nelle prossime settimane le quotazioni del greggio dovranno fare i conti con l’aumento da agosto in poi delle quote di produzione Opec e le distorsioni della domanda a medio termine, soprattutto a causa dei forti tagli al traffico aereo e della conseguente minore domanda di cherosene”, puntualizza il Team di gestione di Raiffeisen Capital Management.

IN RIALZO I PREZZI DI ORO E RAME


In rialzo anche le quotazioni di oro e rame. Nel primo caso, nonostante la domanda fisica, soprattutto in India e in Cina, sia risultata più debole, la domanda di investimenti (soprattutto per gli Etf) è aumentata in modo significativo, sulla scia dei rendimenti negativi di molti titoli di Stato e dei timori di un nuovo aumento delle infezioni da Covid-19. Il prezzo del rame, che nell'ultimo trimestre ha registrato il più forte aumento degli ultimi anni, è stato invece sostenuto dai dati economici della Cina, che si sono rivelati migliori del previsto, e dallo sviluppo della pandemia in Cile, che ha causato la riduzione dell’estrazione del rame del maggiore produttore al mondo.
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