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Confindustria Piemonte a Financialounge.com: "Riaprire subito le aziende"

“Garantendo la massima sicurezza ci sono aziende pronte a riaprire senza aspettare il 4 maggio”, spiega Paolo Balistreri, segretario generale di Confindustria Piemonte. “Tessile e automotive i settori più penalizzati mentre nostri competitor come la Germania non hanno mai chiuso”

di Redazione 15 Aprile 2020 11:26

“Dobbiamo dare ossigeno alle imprese, questo lockdown ci ha stremato: noi diciamo che chi può partire, ovviamente con l’ok del governo e della Regione e garantendo prima di tutto la massima sicurezza, lo potrebbe fare senza aspettare il 4 maggio. Proviamoci.” Così il segretario generale di Confindustria Piemonte, Paolo Balistreri spiega a Financialounge.com la proposta della confederazione che punta a rimettere in attività già dalla prossima settimana aziende di filiere che lavorano molto con l'estero e stanno rischiando di perdere le commesse. Una sperimentazione che preveda aperture ordinate e progressive, da concordare con istituzioni e sindacati sulla base del rispetto della sicurezza dei lavoratori. “Ci sono interi comparti che stanno soffrendo molto, penso innanzitutto a quello del tessile che ha una attività d’internazionalizzazione molto forte: proviamo con un gruppo d’imprese a ripartire subito, di accelerare, sempre nella massima sicurezza possibile per i lavoratori”.


LO STUDIO DEL POLITECNICO ALLA BASE DELLA RIPARTENZA


"La base è lo studio messo a punto dal Politecnico. È molto corposo. Per noi il problema sarà spiegarne i contenuti alle imprese, declinarlo in modo semplice e diretto per rendere chiaro cosa debbano fare per essere pronte a ripartire - continua Balistreri - Ci sono dei buoni punti di riferimento per la ripartenza, l'accordo tra la Confindustria e i sindacati del 14 marzo e l’accordo tra Fca e sindacati. Il problema maggiore potrebbe riguardare le imprese più piccole. Noi siamo in grado di lavorare per la ripartenza, è il sistema che deve mettere insieme le cose: fornire le mascherine, il gel igienizzante e i guanti, organizzare i trasporti".


IN GERMANIA IMPRESE NON SI SONO FERMATE, QUESTO CI PENALIZZA ANCOR DI PIÙ


“La cosa peggiore è che i nostri competitor come la Germania non hanno mai chiuso - spiega ancora Balistreri - e hanno avuto un sistema che è riuscito a mettere in sicurezza il territorio in maniera veloce ed efficiente. Noi giustamente pensiamo alla sanità che è la prima cosa, ma poi c’è l’economia che va sostenuta perché altrimenti molte imprese avranno difficoltà a riaprire anche il 4 maggio. Almeno proviamoci per quelle aziende che dicono di potercela fare, penso all’automotive che è il nostro settore di punta che produce molto per le imprese tedesche, se perde queste committenze, poi saranno dolori ancora più grandi”.


NECESSARIA LA FORMAZIONE, CONFINDUSTRIA È IN CAMPO


“Come Confindustria dobbiamo assolutamente addestrare, formare, istruire le imprese perché il rischio è che arrivati al 4 maggio poi ci vogliono altri 15 giorni per mettere a punto la macchina - continua il segretario generale di Confindustria Piemonte  - il nostro sforzo è proprio questo di accompagnare da subito le imprese, capire in che condizioni si apre. E, per favore, non torniamo più ai codici Ateco che sono preistorici: abbiamo già avuto difficoltà ad interpretarli lasciando fuori alcune imprese. Diamo la possibilità a tutte di poter lavorare e se c’è la possibilità, come noi immaginiamo, che già adesso alcune aziende possano riaprire non togliamoci questo ossigeno”.

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CRISI DELL’INDUSTRIA IN PIEMONTE, GIÀ PRIMA DEL CORONAVIRUS


Per quanto riguarda il Piemonte l’epidemia del Covid-19 accentua la crisi di un tessuto economico-produttivo che era già molto provato. Lo scorso anno infatti le esportazioni avevano subito una contrazione del 3,5% rispetto al 2018, la produzione industriale aveva fatto segnare un -0,5, mentre il pil avrebbe dovuto crescere nell’ordine dello 0,3%, secondo le proiezioni di Unioncamere, certificando di fatto uno stato di stagnazione. Dati negativi che verranno necessariamente amplificati dall’emergenza coronavirus. “È vero c’erano già delle criticità sulla manifattura con l’automotive e l’aerospazio in testa che sono i nostri driver dello sviluppo – conclude Balistreri - e quindi per questo diciamo che chi può, nella massima sicurezza, dovrebbe ripartire”.
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