idee di investimento
Idee di investimento - Obbligazioni - 1 luglio 2019
Contesto propizio alla caccia al rendimento con il miglioramento delle prospettive per il credito Usa, sebbene il dollaro sembri destinato a indebolirsi. Occasioni nella zona euro e in selezionate emissioni dell’Africa
1 Luglio 2019 09:56
BCE, A CAVAL DONATO CONVIENE GUARDARE IN BOCCA
Per evitare un indesiderato inasprimento del credito a imprese e famiglie, Bce e Fed potrebbero presto essere mantenere quanto promesso, pena il rischio di deludere i tori” dell’azionario e dell’obbligazionario. Questa la fotografia della situazione firmata da Ann-Katrin Petersen, Vice President, Global Economics & Strategy di Allianz Global Investors nell’articolo Il regalo d’addio di Draghi (alla lunga) potrebbe non bastare. Ma, avverte l’esperta, forse questi “regali” non bastano a rassicurare gli investitori nel lungo termine. Occorreranno, sottolinea l’esperta, anche indicatori economici migliori, e quindi segnali più costruttivi in tema di scambi commerciali, su Twitter o in modo più convenzionale. Secondo AllianzGI è pertanto opportuno diversificare i portafogli e adottare un assetto tattico prudente sugli asset rischiosi nel quadro di un approccio multi-asset, con una selezione titoli attiva come ulteriore fonte potenziale di reddito.
UN INVITO ALLA PRUDENZA DA AMUNDI
“Conosciamo bene i potentissimi effetti che politiche monetarie inaspettatamente espansive possono avere sui mercati”, si legge nell’articolo Banche centrali accomodanti panacea di tutti i mali? Non proprio in cui parlano gli esperti di Amundi. “Non dobbiamo tuttavia lasciarci trasportare dall’entusiasmo, ma continuare ad investire assumendo rischi moderati”. La cautela nasce dalla considerazione che il quadro macroeconomico è incerto, rimangono i rischi geopolitici e non è poi detto che nei prossimi mesi le Banche Centrali attueranno tutte le mosse che i mercati si attendono. I mercati rimarranno volatili e resteranno influenzati dalla guerra commerciale e dalle tensioni geopolitiche. Sul fronte obbligazionario, i tassi nuovamente negativi per la maggior parte del debito in euro incentiveranno ulteriormente la caccia al rendimento, favorendo i segmenti delle obbligazioni societarie Investment Grade e High Yield in euro; con la Fed riallineata alle aspettative di un taglio dei tassi del mercato, migliorano anche le prospettive del credito USA.
EUR/USD, IL TEST È NEL RANGE 1,15 – 1,16
Prospettive che devono però essere messe in relazione alle aspettative sul dollaro che sembrano ora improntate ad un suo indebolimento. “Ora la riduzione del differenziale dei tassi tra il biglietto verde e la valuta unica europea si sta materializzando, ma a seguito della discesa della parte breve della curva americana, i cui tassi, che a metà novembre stazionavano in area 3,55 %, ora sono posizionati al 2,7%” puntualizza nell’articolo Perché l’indebolimento del dollaro ora è possibile il team Multi Asset di Milano di GAM (Italia) SGR. Un trend quest’ultimo che crea le condizioni affinché il dollaro possa indebolirsi rispetto all’euro. Condizioni tuttavia necessarie ma non sufficienti: per questo adesso gli operatori seguiranno l’impatto che la guerra dei dazi potrà avere a livello macroeconomico e l’evoluzione dei prezzi al consumo, ovvero se l’inflazione si avvicinerà o meno al livello obiettivo. “Riteniamo comunque più probabile non tanto una netta inversione dell’andamento del cambio euro/dollaro quanto piuttosto tentativi di accelerazione con correzioni improvvise, legate ai dati macro che potrebbero rivelarsi non univoci agli occhi degli operatori” specifica il team Multi Asset di Milano di GAM (Italia) SGR che indica il superamento dell’area 1,15/1,16 come il vero test: in passato tale soglia ha svolto una funzione di spartiacque.
IL PLUS EUROPEO DI UNA CURVA RELATIVAMENTE RIPIDA
Gli esperti di BlackRock Investment Institute nell’articolo Bond, dopo la svolta Fed-Bce meglio l’Europa degli Usa si sono concentrati sulle diverse sfumature e implicazioni delle svolte da ‘colomba’ di Fed e Bce. Draghi è sembrato infatti segnalare la volontà di mettere in atto a breve la nuova strategia, sorpassando in qualche modo sulla destra la Fed, mentre le attese di mercato sulle prossime mosse della Fed sembrano andate troppo oltre. Gli esperti di BlackRock osservano che gli ultimi dati macro americani, settore manifatturiero a parte, sono rimasti in trend, e per questo prevedono che la Fed tagli il costo del denaro a luglio come misura preventiva sul fronte della guerra dei dazi, ma non credono che si spinga ad abbassare i tassi per quattro volte di qui a fine 2020 come si aspetta il mercato. Più ancorate alla realtà invece le aspettative sulle prossime mosse di Draghi di qui alla scadenza del mandato a fine ottobre. In questo scenario, BlackRock resta positiva sugli asset a rischio e vede i tassi in calo sul reddito fisso, nella convinzione che i bond governativi continuino a costituire ‘una solida base’ per la costruzione dei portafogli nel lungo termine. Ma ritiene anche che ai tassi attuali l’investitore non venga remunerato adeguatamente sul rischio duration dei Treasury americani, perché il mercato sta prezzando in eccesso i tagli in arrivo della Fed. Per questo invita alla cautela sulle scadenze lunghe dei governativi americani in un’ottica tattica, mentre vede, per l’investitore in dollari, l’opportunità di aumentare l’esposizione sui governativi europei. I tassi negativi restano una sfida, ma in Europa c’è anche il plus di una curva dei tassi relativamente ripida.
FOCUS SUI BOND DI NIGERIA, SUDAFRICA E KENYA
Infine uno sguardo al debito emergente, in particolare quello di paesi africani. Ce lo offre l’articolo Mercati africani, quali sono le nubi all’orizzonte nel quale Erik Renander, gestore del fondo HI EMIM Africa, Hedge Invest Sgr parte dalla constatazione che, dopo il rimbalzo di inizio anno, le prospettive per i mercati africani non sembrano volgere al meglio. Per Renander, poiché “le valutazioni non sono più così attraenti e i titoli non sono più ipervenduti, mentre i fondamentali sono andati peggiorando” e una svolta positiva nella seconda metà del 2019 non sembra probabile. “Più nel dettaglio – conclude Renander – a maggio abbiamo venduto tutti i bond ghanesi in portafoglio: il rimanente debito in valuta locale è concentrato tra Nigeria, Sud Africa, Kenya e una piccola parte in Egitto. Le nuove posizioni corte (ribassiste) che abbiamo aggiunto riguardano i settori immobiliare, chimico, dell’esplorazione petrolifera e dell’estrazione mineraria”.