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L’Europa (divisa) tra l'incudine Usa e il martello Cina

Secondo Principe (Fidelity) senza una maggiore coesione l’economia europea rischia di diventare un danno collaterale nella guerra dei dazi: armonizzazione fiscale e unione bancaria le due strade da seguire

di Redazione 6 Giugno 2019 07:00

Le elezioni europee dell’ultima settimana di maggio sono state archiviate, ma possono essere considerate il culmine di un avvio di 2019 denso di appuntamenti politici. Appuntamenti che hanno portato in dote una serie di cambiamenti in grado di influenzare anche il quadro economico, soprattutto con riferimento ad alcuni casi specifici locali.

AUSTRIA E GRECIA


“Se l’Austria già prima del voto per l’Europarlamento aveva indetto elezioni anticipate, è stato proprio il risultato delle urne di maggio a spingere la Grecia verso lo stesso destino, confermando come queste elezioni europee avessero un ampio potenziale di condizionare il quadro politico locale” puntualizza Donatella Principe, responsabile market e distribution strategy di Fidelity International.

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA


A questi sviluppi nella seconda metà del 2019 si accompagneranno numerosi cambiamenti ai vertici delle più importanti istituzioni europee. “A fine ottobre, infatti, il Parlamento europeo dovrà eleggere il candidato che andrà a sostituire Juncker alla presidenza della Commissione europea. Tuttavia, se la scelta sembrava ormai definita su Manfred Weber, politico tedesco capogruppo del Partito Popolare Europeo, a seguito delle elezioni questa potrebbe essere rimessa in discussione” specifica Donatella Principe.

IL SUCCESSORE DI DRAGHI


La quale fa presente come tali dubbi portino a loro volta incertezza anche sul successore di Mario Draghi alla guida delle Bce, la cui scelta sembrava fino a oggi circoscritta al candidato francese e a quello finlandese. Il tutto, senza dimenticare la Gran Bretagna, alle prese con l’uscita della premier Theresa May e la scadenza del 31 ottobre per uscire dall’Europa.

LE IMPLICAZIONI SUL FUTURO DELL’EUROPA


Quali le possibili implicazioni sul futuro dell'Europa? “La maggiore frammentazione del Parlamento emersa a seguito delle elezioni europee e la conseguente minore spinta decisionale potrebbero portare a un crescente ritorno di attenzione verso la situazione dei singoli paesi” argomenta Donatella Principe. Paesi con i conti pubblici più fragili, come ad esempio l’Italia o la Grecia, appaiono infatti in questo scenario come i più esposti alla reazione negativa dei mercati.

UN PARLAMENTO EUROPEO MENO COESO


Inoltre, un Parlamento europeo con una visione economica meno coesa e con un maggior peso di posizioni estremiste difficilmente riuscirà a esprimere quel forte consenso necessario per chiudere il divario Usa-Europa. In uno contesto, peraltro, che vede sempre più pressante la sfida di emergenti forze economiche come la Cina.

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EUROPA, DANNO COLLATERALE NELLA GUERRA USA-CINA?


“Come sta dimostrando la recente debole performance economica della Germania, un’Europa che procede in ordine sparso sullo scacchiere internazionale rischia di diventare il danno collaterale nella guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti” sostiene Donatella Principe. Infine, l’esperta di Fidelity conclude indicando due possibili opzioni capaci di fornire una svolta positiva: “Il completamento dell’unione bancaria e l’armonizzazione fiscale sono solo due degli elementi cruciali che potrebbero ridare slancio alla dinamica economica europea”.
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