BTP

Segnali positivi da asta Btp, ma senza sconti sullo spread

I dati incoraggianti sul mercato del lavoro e il Pil in crescita nel primo trimestre a +0,2% sembrano incoraggiare anche i mercati sulla solidità italiana, ma restano le incognite future

30 Aprile 2019 13:45

financialounge -  BTP spread
Il mancato declassamento dell'agenzia di rating Standard & Poor's, che ha confermato la fotografia scattata lo scorso ottobre sull’Italia (rating BBB con outlook negativo) insieme ai dati sul pil (+0,2% nel primo trimestre) e sul mercato del lavoro diffusi dall’Istat che per il ministro per il Tesoro, Giovanni Tria mettono in evidenza “la solidità del sistema economico italiano” hanno giovato al buon andamento dell’asta dei Btp.

RENDIMENTI STABILI


Rendimenti praticamente stabili nelle aste con cui questa mattina il Tesoro ha collocato titoli di Stato per 6,5 miliardi di euro. In dettaglio, sono stati assegnati CCteu a 6 anni per 1 miliardo con un rendimento sceso di 2 punti - rispetto all'asta del 28 marzo scorso - all'1,77%. Nell'asta di Btp a 5 anni l'importo collocato è stato di 2,5 miliardi con un rendimento salito di un punto all'1,72%: buona la domanda pari a 3,8 miliardi. Infine sono stati assegnati tutti i 3,5 miliardi di Btp a 10 anni offerti a un tasso del 2,59%, in calo di 2 punti sull'ultima asta di questo tipo, con una domanda di 4,18 miliardi.

SPREAD, TUTTO DIPENDE DA COSA SUCCEDERA’ DOPO EUROPEE


“Indubbiamente il non giudizio di S&P ha avuto un effetto positivo sull’emissione odierna – ci spiega Vincenzo Longo, market strategist di Ig Group – siamo agli stessi livelli di un mese fa con la situazione che sembra essersi stabilizzata sui 250 punti base. Noi vediamo la possibilità di discesa intorno ai 230 punti ma le elezioni europee, che potrebbero disegnare un quadro più cupo, fungono da freno alla discesa dello spread. Insomma siamo in una sorta di limbo, nessuna euforia fino alle elezioni il quadro sarà stabile”. Si smorzano in ogni caso le tensioni sul mercato dei titoli di stato, se si considera che lo scorso venerdì, prima che arrivasse il verdetto dell’agenzia americana, lo spread tra btp e bund oscillava al record degli ultimi due mesi, attorno alla soglia dei 270 punti base. Un downgrade del rating di S&P a BBB- avrebbe portato la valutazione del debito italiano a un livello superiore a quello "junk" (spazzatura) di un solo gradino. Il timore degli investitori era stato dunque più che giustificato.

IL PROBLEMA DELL’ESPOSIZIONE DELLE BANCHE ITALIANE CHE HANNO COMPENSATO VENDITE ESTERE


Ci sono 396 miliardi di euro di btp nei bilanci delle banche italiane. Rispetto a un anno fa i nostri istituti di credito hanno aumentato la loro esposizione in btp di circa il 14% compensando così le forti vendite da parte degli investitori esteri (oltre 70 miliardi netti da aprile 2018 ad oggi). “Sicuramente le banche italiane dopo una prima fase, legata alla formazione del governo – continua Longo – hanno iniziato a diminuire la posizione in Btp salvo poi ritornarci negli ultimi mesi. L’estero invece ha svincolato tantissimo debito, da luglio a ottobre scorso, anche se c’è stato un ritorno con la politica accomodante delle banche centrali. Oggi in ogni caso posizionarsi su bond italiano resta per molti un affare visto il rendimento nettamente superiore ad altri titoli europei”.

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