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Idee di investimento – Azioni – 29 aprile 2019

Le previsioni indicano una recessione dei profitti a Wall Street e anche una correzione di Borsa che però dovrebbe essere limitata. Un’opportunità la offrono le azioni dei campioni globali

di Redazione 29 Aprile 2019 09:53

PROFITTI USA, VERSO UN CALO NEL 2020


I timori degli investitori azionari si spostano sui profitti delle società Usa: come spiega nell’articolo Azionario Usa, utili verso un rallentamento Keith Wade, chief economist & strategist di Schroders, grazie ai progressi nelle negoziazioni tra Washington e Pechino le preoccupazioni sulla guerra commerciale sono diminuite, mentre sono cresciute quelle legate alla minore crescita dei profitti della società. Nel 2018, sottolinea Wade, “i mercati sono stati guidati da utili societari più solidi, tuttavia i prezzi delle azioni sono diminuiti, dato che i rialzi dei tassi hanno spinto gli investitori a riesaminare le valutazioni”. Quest’anno “sembra che ci troveremo nella situazione opposta, dato che prevediamo che gli utili rallenteranno via via che le banche centrali faranno passi indietro”.
A pesare sulle previsioni di crescita c’è innanzitutto l’outlook sull’inflazione, che risulta più debole delle attese: questo ha incentivato una politica monetaria più accomodante da parte delle banche centrali. Secondo le stime dell’economista, non è in vista una recessione negli Usa, ma “il nostro modello di previsione indica di prestare particolare attenzione agli utili Usa. Ci aspettiamo che i profitti raggiungano il picco nel terzo trimestre del 2019 e che poi scendano in linea con un’economia statunitense più debole. In generale, prevediamo che i profitti Usa (escluso il settore finanziario) aumenteranno del 6% nel 2019, ma poi perderanno il 4% nel 2020”. I motivi sono legati al fatto che una crescita economica inferiore al trend significa minore utilizzo di capacità, e ciò scatena pressioni al ribasso sui profitti. Inoltre, i margini di profitto si ridurranno all’aumentare dei costi di manodopera, mentre l’inflazione e la produttività scenderanno in un contesto di crescita più debole.

S&P 500 DI WALL STREET, SUPPORTO A 2.785 PUNTI


Anche nell’articolo Forse adesso Wall Street ha proprio bisogno di un timeout si illustrano le ragioni che predicano prudenza sull’azionario americano. Esaminando il grafico dell’S&P 500, George Davis, capo strategist tecnico di RBC Capital Markets, si dichiara preoccupato per le valutazioni di Wall Street che si stanno allontanando dai livelli che lui reputa coerenti con la fase del ciclo economico e con le aspettative sui profitti aziendali, continuamente riviste al ribasso. Il problema, secondo lo strategist, è che chiusure dell’indice S&P500 al di sopra dei 2.900 punti rischiano di ritardare il potenziale momento della correzione dell’azionario statunitense e di provocare una successiva caduta più profonda di quella fisiologica che servirebbe ad alleggerire la pressione. Nel frattempo, secondo l’analisi tecnica, il livello che potrebbe segnalare un primo indizio di correzione è quello dei 2.860 punti dell’indice S&P 500: se perforato al ribasso, troverebbe il successivo livello di supporto a 2.785 punti (ovvero quattro punti percentuali al di sotto delle attuali quotazioni).

UNA MINI PAUSA PER IL RALLY


Resta il fatto che agli investitori interessa soprattutto se il trend rialzista dei mercati finanziari, in particolare quello azionario e quello delle obbligazioni societarie, sia destinato a rifiatare per permettere ai ‘fondamentali’ di riallinearsi alle valutazioni. Per approfondire questo aspetto, Alberto Conca, responsabile del team di gestione fondi di investimento in Zest SA,nell’articolo Mercati finanziari pronti a una mini correzione suggerisce di esaminare gli indicatori di “sentiment”, capaci di fornire interessanti indicazioni sulla direzione che potrebbero assumere i mercati nei prossimi due o tre mesi. La differenza tra i rialzisti (Bull) e i ribassisti (Bear), determinata partendo dall’indicatore AAII US Investor Sentiment Indicator (calcolato negli ultimi 20 anni), sembra piuttosto rassicurante: quella attuale non appare una situazione “estrema” o di pericolo. Alla luce del fatto che tra gli investitori è prevalso un certo scetticismo nei confronti di questo rally dei mercati finanziari, l’AAII US Investor Sentiment Indicator si è posizionato ad un livello più alto di quello attuale nel 20% del tempo negli ultimi 20 anni, escludendo pertanto una corrente condizione di euforia. E’ vero che uno dei modelli proprietari di “Market Timing” di Zest AM mostra che potremmo essere vicini all’inizio di una correzione, che tuttavia, con buona probabilità, dovrebbe rivelarsi contenuta. “E’ infatti ragionevole pensare che l’atteggiamento adottato dalle famiglie, che hanno incrementato la loro asset allocation in favore delle obbligazioni a scapito delle azioni alla fine dell’anno scorso (ultimi dati disponibili), sia continuato durante la prima fase del rialzo dei mercati finanziari”, conclude Conca.

PROTETTI DALLE AZIONI DEI CAMPIONI GLOBALI


Per tutti coloro che possono permettersi di non preoccuparsi più di tanto del breve termine e guardano al lungo termine, una soluzione interessante è rappresentata dalle azioni delle società campioni globali. Si tratta di titoli delle aziende in grado di mantenere la crescita delle vendite e il potere di determinazione dei prezzi per molti anni, risultando in grado di difendere l’investitore anche dall’erosione del potere d’acquisto. A questo proposito è interessante quanto dichiarato nell’articolo Investimenti a lungo termine, perché scegliere le azioni dei campioni globali da Brian Yacktman, che gestisce il YCG Enhanced Fund, istituito nel dicembre 2012, che vanta un rating a cinque stelle di Morningstar. “Quasi tutte le aziende risultano deflazionistiche nel tempo perché la concorrenza e l’innovazione fanno scendere i prezzi in termini reali” ha affermato il manager. Per comprendere a cosa si riferisce basti pensare alle capacità degli smartphone. Se avessimo acquistato al loro esordio sul mercato dispositivi innovativi come per esempio quelli che offrivano servizi come il GPS, la videoconferenza e la fotografia digitale ad alta risoluzione, il costo totale nel corso degli anni sarebbe stato altissimo. Oggi, invece, sono abbastanza economici al punto che è frequente possederne anche più di uno a testa e sono diffusi in circa 2 miliardi di esemplari nel mondo. Tra i titoli su cui puntare per investimenti azionari a lungo termine figurano, secondo Brian Yacktman, i campioni globali Alphabet–Google, Nike, l’Oreal, Moody’s, Mastercard, Charles Schwab e CBRE Group.
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