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Columbia Threadneedle Investments

Usa e resto del mondo, il dilemma degli investitori 

Il ciclo economico resta solido negli Stati Uniti, mentre il resto del mondo è interessato da un rallentamento indotto dall’inasprimento quantitativo e dalla riduzione della liquidità, osserva Nadia Grant di Columbia Threadneedle Investments

21 Gennaio 2019 16:33

La crescita eccezionale degli utili delle società Usa non è coincisa con una performance altrettanto positiva dell’indice S&P 500 nel corso del 2018, e questo, unito al conseguente calo del rapporto prezzo/utili, offre agli investitori valutazioni interessanti. Come spiega Nadia Grant, responsabile azionario Usa - Emea di Columbia Threadneedle Investments, l’impatto della riforma fiscale di Trump è stato più pronunciato del previsto, poiché l’accelerazione dell’espansione economica ha ulteriormente amplificato gli effetti diretti dei tagli delle imposte sulle società. “A fronte del nostro pronostico iniziale del 15% per il 2018, la crescita effettiva sembra attestarsi intorno al 25%, di cui circa il 6-8% è ascrivibile alla riduzione delle imposte. A titolo comparativo, negli ultimi 60 anni la crescita media degli utili statunitensi si è aggirata intorno al 5-7%”.

I FRENI ALL’ANDAMENTO DEI MERCATI


Tra le ragioni per cui il mercato non è cresciuto con lo stesso ritmo degli utili ci sono di sicuro la guerra commerciale con la Cina e le dichiarazioni a essa associate: le quotazioni azionarie delle società maggiormente esposte ai dazi sono apparse penalizzate sul mercato, inclusi i titoli industriali e dei materiali, dei semiconduttori e del comparto automobilistico. Tuttavia, nota Grant, “benché fosse risaputo che il ridimensionamento del bilancio da parte della Federal Reserve avrebbe innescato una certa volatilità, l’entità della correzione di mercato di ottobre ci ha colto di sorpresa”.

ANNO DI CORREZIONI


Dopo un 2017 molto tranquillo, infatti, il 2018 è stato caratterizzato da un andamento più burrascoso ed è stato teatro di due correzioni (con un divario di oltre il 10% dal livello massimo a quello minimo), una nel primo e l’altra nel quarto trimestre dell’anno. Entrambi gli episodi, nota l’analisi di Columbia Threadneedle, sono stati esacerbati da fattori tecnici. A febbraio-marzo 2018, ad esempio, il mercato azionario è stato turbato dai primi dati sulla crescita delle retribuzioni orarie medie, in quanto il rialzo dei salari superiore alle attese ha insinuato l’ipotesi di imminenti pressioni inflazionistiche. La correzione più recente è molto simile, nel senso che il mercato ha reagito ai commenti più restrittivi del presidente della Fed sul livello dei tassi neutrali, una situazione ulteriormente acutizzata dall’aggravarsi della guerra commerciale.

UN MERCATO DIVERSO


Per Grant, “le due correzioni hanno messo in luce quanto la struttura del mercato sia cambiata dai tempi della crisi finanziaria, in quanto gli Etf e gli investitori sistematici sono diventati più influenti”. In una giornata di negoziazione media, gli Etf rappresentano circa il 30% dei volumi del mercato azionario, ma durante le ondate di volatilità, come a marzo e ottobre 2018, la percentuale cresce sostanzialmente. Inoltre, secondo l’esperta, “quando la volatilità raggiunge livelli eccezionalmente elevati, i mesi successivi tendono a generare rendimenti superiori per gli investitori, per effetto della normalizzazione delle relazioni di correlazione e dispersione tra coppie di titoli”.

CRESCITA STABILE E VALUTAZIONI INTERESSANTI


Guardando al 2019, questo contesto ha fatto sì che sul mercato azionario si osservino multipli di valutazione interessanti. Grant prevede che “l’espansione economica continui ad attestarsi sopra la media, che l’inflazione resti favorevole e che la crescita degli utili si aggiri intorno a un buon 8-10%, comunque al di sopra della media”. Su queste premesse, il rapporto prezzo/utili prospettico dell’indice S&P 500 è pari a circa 15 volte, leggermente al di sotto della media di 16 volte. Di conseguenza, il mercato quota a sconto rispetto alle medie storiche, pur dando prova di una crescita più rapida.

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QUALI SONO LE ATTESE DEL MERCATO?


Il mercato, nota l’analisi, sembra essere alle prese con un dilemma: il ciclo economico resta solido negli Stati Uniti, mentre il resto del mondo è interessato da un rallentamento indotto dall’inasprimento quantitativo e dalla riduzione della liquidità. La situazione fa pensare al 2015, quando ha avuto luogo una recessione industriale e delle materie prime in un contesto economico altrimenti in crescita. All’epoca, le banche centrali sono intervenute per far ritrovare al mercato un andamento rialzista: pertanto, secondo Grant “la questione cruciale ora è capire se l’impatto dell’inasprimento quantitativo sulla liquidità globale perturberà il ciclo economico. Il mercato sembra temere che questa volta gli istituti centrali non reagiscano in misura sufficiente”.
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