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Assogestioni

Risparmio gestito, a settembre sono gli istituzionali a far quadrare i conti

Mentre la raccolta complessiva resta in attivo (436 milioni) ma è in calo rispetto a settembre (2,54 miliardi), proseguono i deflussi dai fondi obbligazionari per gli effetti negativi del rialzo dei rendimenti

25 Ottobre 2018 11:45

La raccolta netta dell’industria italiana del risparmio gestito a settembre ha chiuso in attivo per 436 milioni di euro, portando il saldo da inizio anno a 12,3 miliardi. Tuttavia, se si analizzano nel dettaglio i dati diffusi da Assogestioni si può notare più di un aspetto anomalo che deve far riflettere. Innanzitutto, sebbene in attivo, il saldo mensile è nettamente inferiore ai 2,54 miliardi contabilizzati dall’intero sistema nel mese di agosto.

MERCATO AL TRAINO DEGLI ISTITUZIONALI


In secondo luogo, il risultato di settembre è il frutto di un apporto positivo, per 1,85 miliardi, da parte delle gestioni di portafoglio per istituzionali e dei fondi chiusi (493 milioni), e deflussi netti negativi provenienti sia dalle gestioni di portafoglio dedicate al pubblico retail (-616 milioni) e sia dalle sottoscrizioni di fondi comuni e comparti di sicav (-1,3 miliardi). In estrema sintesi, a settembre gli investitori istituzionali e quelli di fascia alta (che investono in fondi chiusi) hanno fatto quadrare i conti del sistema che, sul versante dei prodotti per il retail, ha evidenziato un saldo pesantemente negativo.

L’OMBRA DELL’IMMOBILIARE E DEI TITOLI DI STATO


E’ ancora presto per arrivare a conclusioni affrettate ma è un aspetto che deve far riflettere gli addetti ai lavori, dal momento che i fondi comuni (e, in subordine, il pubblico retail) sono stati il traino del mercato degli ultimi tre anni. Anche perché, come abbiamo avuto modo di segnalare, si stanno riaffacciando sul mercato due temibili concorrenti del risparmio gestito: il settore immobiliare, che dopo un decennio di profonda crisi sta rialzando lentamente la testa, e i titoli di stato, i cui rendimenti stanno tornando ad essere attraenti.

L’IMPATTO DEL RIALZO DEI RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI


Proprio quest’ultimo fenomeno è alla base della accentuata disaffezione dei risparmiatori verso i fondi a indirizzo obbligazionario, che anche a settembre hanno accusato una raccolta netta negativa per 2,2 miliardi (che fa salire a -19,2 miliardi il bilancio da inizio anno). I possessori di fondi obbligazionari da inizio anno registrano una perdita media (in base all’indice generale dei fondi obbligazionari a cura di Banca Fideuram), del 3,2 per cento che arriva a raddoppiare nel caso dei fondi obbligazionari Italia (-5,7%) e dei fondi obbligazionari Paesi emergenti (-6,6%).

Risparmio gestito, raccolta di nuovo in forte attivo ad agosto


Risparmio gestito, raccolta di nuovo in forte attivo ad agosto





RISPARMIATORI IMPREPARATI


Perdite frutto del graduale, ma costante, rialzo dei tassi di rendimento che fanno precipitare i prezzi delle obbligazioni che si muovono in direzione opposta ai rendimenti. Un fenomeno che ha colto alla sprovvista molti investitori a reddito fisso, abituati a vedere scendere (quasi ininterrottamente) i rendimenti negli ultimi decenni, e che ora, impreparati a questo scenario, corrono a liquidare le quote dei fondi obbligazionari in portafoglio.
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