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Demografia, ambiente, tecnologia e governance: 4 transizioni da tenere d’occhio

Nel 2018 i risparmiatori dovranno tenere conto dei cambiamenti strutturali in atto nella società a livello globale, a partire dalla demografia.

2 Febbraio 2018 10:32
financialounge -  ambiente demografia governance Hervé Guez infrastrutture Jens Peers Mirova Natixis Investment Managers settore tecnologico

“La nostra tesi per gli investimenti 2018 si basa sulla convinzione che la società stia attraversando quattro grandi transizioni e che ognuna di esse avrà conseguenze enormi per l'organizzazione della nostra economia” fanno sapere nel loro outlook 2018 Jens Peers, CFA Global Chief Investment Officer di Mirova, e Hervé Guez, Global Head of Research di Mirova (affiliata di Natixis Investment Managers).

La prima transizione è guidata dalla demografia, ovvero l’insieme degli impatti derivanti dall'invecchiamento della popolazione, dalla crescente importanza dei millennials e delle donne nelle nostre economie, dall'urbanizzazione e dall'aumento della classe media nei paesi emergenti. Una seconda transizione è quella ambientale, con l'urgente necessità di trovare soluzioni ai cambiamenti climatici e all'esaurimento delle risorse naturali. Una terza transizione riguarda invece la tecnologia, che gioca un ruolo sempre più importante in tutti gli aspetti della nostra vita. Infine la quarta transizione è quella relativa alla governance, sia per gli stati che per le imprese, che devono affrontare una crisi di globalizzazione e agire insieme nell' interesse generale e per il bene comune.

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“Consideriamo la polarizzazione della politica nel 2017 come un'ulteriore prova che queste transizioni stiano diventando sempre più visibili. Questi temi sono stati i principali argomenti del dibattito politico degli ultimi tempi: focalizzazione locale contro la globalizzazione; popolazione più anziana contro popolazione più giovane; città contro aree rurali; uomini contro donne, ecc” puntualizzano i due manager, secondo i quali la chiave del successo sarà rappresentata dalla nostra capacità, come società e come economia,di affrontare tali transizioni ad un ritmo sostenibile.

“La soluzione non è la polarizzazione, ma la cooperazione. Non si tratta di tornare alla vecchia economia, ma di investire nell'istruzione, concentrandosi sull' uguaglianza di genere, sulla riscossione di esborsi fiscali equi, ecc” spiegano Jens Peers e Hervé Guez. Tutto questo ha implicazioni sia positive che negative per gli investimenti, dal momento che per i risparmiatori significa anche possedere titoli azionari e obbligazionari esposti negativamente alle suddette transizioni. “Gli investitori dovranno tenere a mente queste transizioni quando costruiranno i loro portafogli. Per il 2018 vediamo buone opportunità di investimento in energia, risorse naturali (acqua), tecnologia e healthcare” sottolineano Jens Peers e Hervé Guez per i quali lo scenario è leggermente più negativo nell’ambito delle obbligazioni.

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“Nel 2018 prevediamo che i tassi sui titoli obbligazionari a più lungo termine tenderanno ad aumentare sia negli Stati Uniti che in Europa, anche se in uno scenario di inflazione ancora basso. Ci aspettiamo inoltre che le banche centrali continuino ad aumentare i tassi di interesse a breve termine (non previsti per la BCE nel 2018) e riducano i loro programmi di riacquisto di obbligazioni, che saranno solo in parte compensati dalla maggiore domanda di attività generatrici di reddito da parte della generazione del baby boomer in pensione” precisano i due manager convinti che, in questo scenario, gli investimenti saranno indirizzati verso risorse alternative in grado di generare reddito, come le infrastrutture. “L’aumento della domanda di investimenti infrastrutturali dovrebbe controbilanciare l'impatto negativo che rendimenti obbligazionari più elevati possono avere sulle valutazioni delle infrastrutture” affermano Jens Peers e Hervé Guez che, inoltre, ritengono possibile anche un’altra opzione di investimento: una definizione alternativa di rendimento, accettando rendimenti obbligazionari bassi combinati con altri rendimenti positivi misurabili, come i rendimenti sociali o ambientali.

“La crisi finanziaria dell'ultimo decennio ha aumentato il fabbisogno di capitale delle banche e ridotto la loro capacità di finanziare progetti ambientali e sociali, il che è di buon auspicio per il fiorente mercato obbligazionario verde, che si prevede continuerà a crescere nel 2018” concludono Jens Peers e Hervé Guez.
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