Credit Suisse
Elezioni Italia, all’orizzonte un governo di grande coalizione
Per gli esperti di Credit Suisse, lo scenario centrale del voto in Italia vede una colazione allargata, ma non è esclusa una vittoria della coalizione di centrodestra.
22 Gennaio 2018 09:43


Le elezioni politiche generali del prossimo 4 marzo in Italia sono viste da alcuni investitori come il rischio più rilevante in Europa quest'anno, visti gli alti consensi ai partiti anti-establishment nel paese e anche alla luce dell'elevato debito pubblico. Le forze anti-establishment possono davvero imporsi al potere? E se lo faranno, dovremmo prepararci per uno scenario "Italexit" o per una sorta di default del debito dopo il voto?
Secondo gli esperti di Credit Suisse, che hanno esaminato le prospettive dell’Italia alla luce delle elezioni politiche in programma il prossimo 4 marzo, è improbabile che i partiti anti-sistema dominino la scena politica post-elezioni e, inoltre, vedono una probabilità molto piccola di ‘Italexit’. “Un governo formato da partiti anti-establishment è altamente improbabile, anche grazie alla nuova legge elettorale” fanno sapere gli esperti di Credit Suisse sottolineando come l'economia stia migliorando mentre le attuali dinamiche favoriscono la riduzione del rapporto debito/PIL dell'Italia. Detto questo, l'incertezza pre-elettorale garantisce comunque un premio di rischio fino al giorno delle elezioni. Tuttavia, in assenza di importanti sorprese negative, si dovrebbe delineare una situazione di graduale rientro di tale premio di rischio dopo il voto.
APPROFONDIMENTO
L’Italia torna sotto la lente dei mercati
Secondo i professionisti di Credit Suisse subito dopo il voto la possibilità che nessuna coalizione riesca a formare da sola un nuovo governo ha il 75% delle probabilità mentre il restante 25% di probabilità va ad una affermazione della coalizione di centrodestra capace di formare un nuovo esecutivo. Questa situazione costituirebbe, per gli esperti di Credit Suisse, la seconda migliore condizione per i mercati finanziari post voto con gli spread (extra rendimenti rispetto ai titoli di stato tedesco) in graduale ritirata ma meno rispetto allo scenario ‘migliore’: quello che prefigurerebbe la formazione di un governo di grande coalizione sostenuto dal PD, da Forza Italia e altre forze centriste a cui Credit Suisse attribuisce un 50% di probabilità post voto. Lo scenario ‘3’, a cui Credit Suisse assegna un 10% di probabilità, sarebbe quello nel quale i partiti non riescono a trovare alcun accordo per la formazione di un nuovo governo andando a nuove elezioni: la reazione del mercato sarebbe di un forte aumento della volatilità e, probabilmente, un allargamento degli spread in attesa dell’esito delle nuove consultazioni.
Infine, i due scenari alternativi, entrambi con un 5% di probabilità. Quello in cui una formazione di un governo sostenuto da PD, LeU, e Movimento 5 Stelle genererebbe volatilità e instabilità, soprattutto iniziale, ma forse la presenza del PD potrebbe (alla distanza) attenuare i venti contrari al mercato. Il secondo, quello in cui il nuovo governo fosse presieduto dal Movimento 5 Stelle con appoggio della Lega, sarebbe quello che, con ogni probabilità, farebbe aumentare di più, secondo l’analisi di Credit Suisse, la volatilità, ampliando gli spread e rianimando anche alcuni rischi sistemici.