Contatti

banche centrali

Il debito globale sta meglio, ma non è ancora guarito

Gli outlook sono al livello più alto del dopo-crisi, ma gli emittenti con il massimo dei voti sono molti di meno. E se la normalità monetaria dovesse tornare troppo presto...

9 Gennaio 2018 07:51
financialounge -  banche centrali debito emergente fitch inflazione mercati obbligazionari Morning News tassi di interesse

Per la prima volta dalla crisi esplosa ormai quasi 10 anni fa, l’outlook assegnato da Fitch, una delle tre grandi agenzie di rating, agli emittenti di debito, ha superato a livello globale la linea di demarcazione tra il segno meno e il segno più. Vale a dire che ci sono più emittenti con prospettive positive, secondo il giudizio dell’agenzia, rispetto a quelli con prospettive negative.

A guidare la ripresa sono gli stati e le imprese delle economie sviluppate, che si sono portati in territorio positivo già da inizio 2016. Ma nel corso del 2017 anche gli emittenti dei mercati emergenti hanno recuperato molto terreno, avvicinandosi a fine anno al saldo zero. Gli outlook assegnati dall’agenzia sono però solo una parte del voto che viene dato a un paese o a un’impresa: la parte che riguarda il trend, in miglioramento o in peggioramento. Poi c’è il voto vero e proprio, dove si va dalla tripla A, per chi scoppia di salute, fino alla B singola e alle lettere successive, dove la D rappresenta l’inferno perché sta per Default. E qui la situazione è ancora lontana dai tempi precedenti la crisi.

[caption id="attachment_122047" align="alignnone" width="700"]La rappresentazione grafica dell'outlook sulle emissioni e, a destra, i rating assegnati (Fonte: Elaborazione Financial Times su dati Fitch) La rappresentazione grafica dell'outlook sulle emissioni e, a destra, i rating assegnati (Fonte: Elaborazione Financial Times su dati Fitch)[/caption]

Secondo le elaborazioni del Financial Times basate sui rating di Fitch, i voti con le A infatti vengono assegnati solo al 37% degli emittenti, mentre prima della crisi ne godevano oltre la metà, esattamente il 54%. Perché gli outlook, cioè le prospettive, assegnati da Fitch sono migliorati? Perché l’economia globale continua a crescere, e punta al 3,3% nel 2018, i prezzi delle commodity (importanti soprattutto per gli emergenti) sono stabili e i tassi di interesse continuano ad essere bassi. Tutti elementi favorevoli per chi chiede soldi in prestito.

APPROFONDIMENTO
Il dollaro ha sempre più gli occhi a mandorla

Il problema è il futuro, vale a dire come si muoveranno inflazione e politica monetaria delle banche centrali. Sulla direzione c’è consenso, sia l’inflazione globale che i tassi di interesse sono destinati a salire. Sulla velocità meno. C’è chi prevede un’accelerazione molto graduale e chi teme brusche accelerazioni. Il secondo caso sarebbe una pessima notizia per i prenditori di credito, perché dovrebbero pagare interessi più elevati ma anche in molti casi subire un declassamento degli outlook per la minore sostenibilità. In conclusione, se si sta tornando alla normalità monetaria ci si sta tornando in condizioni migliori di qualche anno fa, ma ancora peggiori rispetto al pre-crisi. Ovviamente gli emergenti sono più a rischio delle economie sviluppate. Particolarmente gli emittenti dell’America Latina, dove alle incertezze macro si aggiungono quelle politiche, con le elezioni in arrivo in Messico e Brasile.
Share:
Trending