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In atto una migrazione dei rischi dalle banche ai mercati finanziari

La normalizzazione della politica monetaria che la Fed e la BCE sembrano pronte ad avviare dovrebbe alleggerire il peso sulle banche sposandolo sui mercati.

20 Ottobre 2017 09:43
financialounge -  Amundi banche centrali BCE Federal Reserve politica monetaria tassi di interesse USA

Gli esperti di Amundi dichiarano di aspettarsi che la Fed e la BCE approfitteranno della ripresa dell’economia per ridurre il livello di accomodamento monetario e sarà tutto da osservare ed analizzare l’effetto di tale riduzione.

“Riteniamo che, in primis, sia in atto una migrazione dei rischi dalle banche ai mercati finanziari e che, in secondo luogo, le condizioni finanziarie tra USA ed Europa siano strettamente legate (la correlazione tra i mercati è forte quando le condizioni dell’economia sono in via di peggioramento): attualmente i mercati sono molto compiacenti nei confronti dei rischi” precisano i professionisti di Amundi. Le cui conclusioni partono dalla constatazione che il mondo si è ormai abituato alle condizioni di finanziamento molto accomodanti presenti sui mercati.

Negli ultimi anni, i costi di finanziamento sono rimasti storicamente bassi per le imprese, le famiglie e i governi. I bassi tassi d’interesse hanno favorito l’eccessivo indebitamento che, sia nel settore pubblico, sia in quello privato, è cresciuto su scala mondiale. “La risultante è che tutte le principali economie presentano attualmente un rapporto debito/PIL superiore a quello del 2007. In particolare occorre prestare particolare attenzione al fortissimo livello di indebitamento delle imprese americane che hanno attinto abbondantemente alla liquidità sui mercati per finanziare le operazioni di fusione e acquisizione e di riacquisto delle azioni proprie e all’aumento dell’indebitamento totale della Cina che, rapportato al PIL, ora supera il 230%” puntualizzano i professionisti di Amundi.

Gli stessi esperti di Amundi ricordano quali siano i costi delle misure di queste politiche monetare ultraespansive per la BCE e per la Fed: “Innanzitutto, il contesto dei tassi d’interesse negativi è svantaggioso per le banche e per le compagnie di assicurazione: un terzo del mercato dei titoli di Stato in euro offre al momento tassi negativi. Un aspetto particolarmente gravoso soprattutto per le banche tedesche dal momento che le loro ingenti riserve tecniche risultano penalizzate dai tassi d’interesse negativi. In secondo luogo, l’estensione del QE della BCE è limitato da alcuni vincoli tecnici. Il proseguimento del PSPP (il programma di acquisto dei bond in euro sul mercato) è inscindibile dalla capital key rule (acquisto di titoli in base alla quota di capitale che il Paese detiene nella BCE)”.

Ma c’è di più. I rischi associati alla stabilità finanziaria sono in aumento negli USA. Il contesto dei tassi d’interesse “bassi per lungo tempo” ha incentivato il ricorso alla leva e al rischio. I membri del FOMC (Federal Open Market Committee, l'organismo della Federal Reserve incaricato di sorvegliare le operazioni di mercato aperto negli Stati Uniti e di decidere sui tassi USA) non hanno mancato di sottolineare puntualmente i pericoli legati alla bassa volatilità e alle valutazioni eccessive sui mercati azionari e sui mercati degli immobili commerciali.
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