Contatti

mercati azionari

Mercati azionari, è sempre il momento giusto per puntare sulla qualità

Le valutazioni dei mercati azionari si posizionano su livelli superiori alla media degli ultimi 20 anni: ma puntare sui titoli di qualità è valido in ogni contesto.

3 Marzo 2017 10:52
financialounge -  mercati azionari Morgan Stanley trimestrali William Lock

Wall Street continua a veleggiare sui massimi storici. La stagione delle trimestrali (quelle relative al quarto trimestre 2016) si è ormai praticamente conclusa. Sono infatti 460 le società sulle 500 dell’indice S&P500 ad aver pubblicato i dati di bilancio con risultati positivi (+7,7% l’incremento dei profitti rispetto allo stesso trimestre 2015) ma il rapporto prezzo/utili (p/e) resta comunque elevato.

Anche considerando gli utili attesi per tutto il 2017, il p/e dell’S&P500 si posiziona a quota 18, un livello bel al di sopra di 16 che è la media degli ultimi 20 anni. Stesso discorso con l’azionario Europa dove il p/e corrente dell’indice Stoxx 600 (prezzo attuale diviso per gli utili del 2016) viaggia a quota 19,3 e quello prospettico (prezzo attuale diviso per gli utili attesi per il 2017) a 17,2, pur ipotizzando un aumento degli utili aziendali europei del 12% che sembra un po’ generoso.

In questo contesto, sono in molti a ritenere che l’unico modo per investire in questi mercati sia quello di puntare sulla qualità. “Se la considerazione riguarda il market timing (ovvero il momento giusto per entrare in Borsa con un approccio incline alla qualità delle società sulle quali investire), tengo a precisare che noi non operiamo in questo modo, perché non ne abbiamo bisogno” fa sapere William Lock, Managing Director, responsabile della strategia Global Franchise di Morgan Stanley Investment Management (MSIM).

Lo stesso Lock poi spiega: “La nostra filosofia è molto chiara: siamo convinti che investire facendo leva sulla crescita composta sia del capitale che sulla sua protezione nel tempo è l’approccio più efficiente per registrare buoni rendimenti a lungo termine”.

Per metterlo in pratica, William Lock seleziona azioni di società che si occupano da sole di far fruttare il capitale degli investitori, mediante una base finanziaria robusta e una crescita organica. La convinzione del manager è che un’azienda è davvero solida solo se non è esposta al ciclo economico ed è in grado di generare una crescita organica solo se dispone del potere di determinazione dei prezzi, che a sua volta deriva da una posizione di leadership sul mercato nelle categorie giuste e dalla capacità di innovare, pubblicizzare e promuovere i propri prodotti o servizi.

Però è anche vero che, di fatto, è il ciclo economico a dettare gli andamenti della maggior parte delle società quotate. “Questo è vero ma è altrettanto vero che a noi non interessa la maggior parte delle società quotate: noi siamo focalizzati sulle società di massima qualità in tutto il mondo” puntualizza William Lock il cui portafoglio è infatti composto da soli 30 titoli su un universo azionario di circa 2.000 aziende, cioè circa l’1,5% del totale: il restante 98,5% del mercato non soddisfa infatti i suoi criteri di selezione.
Share:
Trending