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Settore del lusso pronto a ripartire dopo tre anni difficili

Il settore lusso, che negli ultimi tre anni ha sofferto la debolezza dei mercati emergenti, è a un punto di svolta, ma la selezione dei titoli resterà fondamentale.

28 Febbraio 2017 09:43
financialounge -  brasile cina dollaro Fondi azionari GAM lusso mercati emergenti Russia Scilla Huang Sun

Negli ultimi otto anni la scelta di investire nelle borse invece che nei titoli di stato ha ampiamente ripagato in termini di performance. Infatti, in base all’indice MSCI world delle borse mondiali, il guadagno complessivo (includendo pure i dividendi) dal 24 febbraio 2009 al 24 febbraio scorso è ammontato a +215,3% (pari al +15,4% annuo composto).

Nello stesso arco di tempo, il JPMorgan government global bond index (rappresentativo dei titoli di stato internazionali) ha registrato un rialzo del +45,2 (+4,77% annuo) mentre quello del JPMorgan government EMU bond index (che riflette l’andamento dei titoli di stato della zona euro) ha messo a segno un aumento del +44,1% (+4,67% su base annua).

Tuttavia, ancora meglio dell’MSCI world index hanno fatto i fondi azionari globali specializzati sui titoli del settore lusso: negli otto anni esaminati i migliori fondi di categoria sono riusciti a registrare una performance del +283,8% (+18,3% annuo composto).

Negli ultimi tre anni, però, complice le difficoltà dei paesi emergenti (in particolare di Russia, Brasile e Cina, tra i maggiori consumatori di beni di lusso) il settore ha sofferto e i fondi di categoria hanno contabilizzato rendimenti inferiori alla media degli indici di Borsa mondiali.

Ma adesso sembra intravedersi il punto di svolta con nuove opportunità di investimento. Ne è convinta Scilla Huang Sun, Gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0329429897"]Julius Baer Multistock – Luxury Brands Fund di GAM[/tooltip-fondi] che, però avverte: la ripresa non sarà uniforme tra i vari segmenti e la soluzione non potrà che essere un’attenta selezione dei titoli.

La revisione in positivo delle stime sugli utili da parte degli analisti del settore è partita dagli ottimi dati di bilancio di alcune società leader del settore che hanno superato le stime di consenso (come per esempio Bellwether Richemont) o che hanno sfruttato i vantaggi valutari (come Burberry che ha beneficiato del forte calo della sterlina post Brexit) o, ancora, che hanno tratto giovamento dall’inversione di tendenza nelle vendite in Cina.

“Il settore del lusso trae anche vantaggio dallo slancio economico globale positivo, che sostiene la fiducia dei consumatori. L’economia globale sta entrando in una fase di reflazione e questo rappresenta un fattore positivo per le società con pricing power, ovvero che possono trasferire maggiori costi di produzione sul consumatore finale” specifica Scilla Huang Sun secondo la quale pure il rafforzamento del dollaro costituisce un altro fattore di sostegno che accelera gli effetti valutari per le società europee del lusso.

Per quanto riguarda poi i mercati emergenti occorre ricordare che, se è vero che la popolazione difficilmente riesce a spendere somme significative per orologi d’oro o automobili di lusso, è altrettanto vero che aspira ad uno stile di vita occidentale come visto sui social o in televisione e al quale possono accedere con prezzi ragionevoli attraverso marchi come Adidas, Nike o anche L’Oréal. Allo stesso tempo, però, i brand più esclusivi del lusso continueranno a calamitare l’attenzione (e i consumi) delle fasce più ricche della popolazione.
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