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Idee di investimento – Obbligazioni – 30 gennaio 2017

30 Gennaio 2017 09:22

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o tre rischi chiave nell’orizzonte di lungo periodo. Si tratta, per la precisione, in primis dei livelli di debito elevati e in aumento. In secondo luogo dell’esaurimento della politica monetaria, e, in terzo luogo, del populismo. Tre rischi chiave che si sono materializzati o, quantomeno, sono divenuti più concreti. Inoltre i mercati si sono accorti che i rischi a lungo termine sul fronte dell’inflazione, da tempo dagli esperti di PIMCO erano stati ampiamente ignorati e sottovalutati. “Ecco perché il ‘Nuovo paradigma’ di maggiore crescita, maggiore inflazione e più elevati tassi d’interesse di equilibrio negli Stati Uniti, il nostro tema di lungo periodo di una Nuova normalità / Nuova neutralità, resta intatto, almeno per ora” puntualizzano nell’articolo “I tre rischi chiave nell’orizzonte d’investimento di lungo periodo” i professionisti di PIMCO.

Focalizzandosi sul debito, i paesi emergenti sembrano in una situazione miglior rispetto ai paesi sviluppati. “Nonostante un certo numero di paesi debba affrontare alcune sfide sul fronte fiscale, in molti altri i bilanci dello Stato sono in condizioni accettabili” fa presente nell’articolo “Mercati emergenti, possibile punto di svolta nei tassi di interesse” Martyn Hole, Investment Director di Capital Group che cita, per esempio, il rapporto debito-PIL (diminuito rispetto al passato). Non solo. Nei paesi dove invece l’indebitamento mantiene un peso elevato si riscontra un mercato obbligazionario in fase di maturazione. “Considerato il livello ultra-basso dei rendimenti nei mercati sviluppati, molte obbligazioni dei mercati emergenti offrono un interessante potenziale di rendimento ponderato per il rischio. Il rafforzamento del contesto macroeconomico dovrebbe consentire ai paesi emergenti di reagire meglio agli shock su questo fronte” sostiene Martyn Hole, secondo il quale le preoccupazioni in ambito valutario dovrebbero ridursi mentre i rendimenti dovrebbero beneficiare di riforme politiche ed economiche.

Per Enzo Puntillo, Responsabile delle strategie obbligazionarie di GAM una tematica positiva e duratura è quella del ribilanciamento degli emergenti. “Nel complesso, la previsione di crescita per gli Emergenti sta migliorando, ma al momento stiamo assistendo a una significativa divergenza nei cicli economici dei singoli paesi” sostiene nell’articolo “Mercati emergenti, il tema della selezione continuerà a fare la differenza” Enzo Puntillo che, parlando della Turchia e del Sud Africa, ne delinea un percorso sulla via della recessione, nonostante i rispettivi tassi di crescita non siano ancora tornati in territorio negativo. In parallelo, però, Brasile e Russia hanno intrapreso con decisione la ripresa economica, l’India e l’Indonesia stanno sperimentando un vero e proprio boom economico mentre la Cina è alle prese con un periodo di rallentamento secolare.

Johanna Kyrklund, Global Head of Multi-Asset Investments di Schroders, dal canto suo, è molto più positiva sulle divise dei paesi emergenti rispetto all’azionario. Ad attrarre la sua attenzione è il sostanzioso extra rendimento rispetto ai titoli di stato dei principali paesi sviluppati di alcune valute come, per esempio, il rublo russo. Come argomentato nell’articolo “Azionario emergenti, perché gli analisti sono nervosamente positivi”, il team Multi-Asset di Schroders ha incrementato il peso in portafoglio al trend di reflazione globale aumentando gli investimenti in selezionati titoli legati alle risorse e degli investimenti diretti nelle materie prime ma, al contempo, ha continuato a optare per una certa cautela, dal momento che non sembra delinearsi al momento un’accelerazione del commercio globale.

Un’altra asset class obbligazionaria che mantiene un certo interesse per gli investitori è quella degli high yield americani. Mark Burgess, Chief Investment Officer EMEA e Responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments, per esempio, ritiene che la copertura degli interessi è ragionevole, mentre i default sono diminuiti (almeno temporaneamente) sulla scia della ripresa dei prezzi del petrolio che ha rinvigorito il settore energetico. Ecco perché il manager, come ha modo di spiegare nell’articolo “Occorre sempre valutare l’ipotesi di una bolla nel credito societario high yield”, preferisce mantenere un leggero sovrappeso sull’high yield sebbene continui a tenere attentamente sotto osservazione i rischi per il posizionamento attuale, a partire dalla possibilità che negli Stati Uniti la crescita cominci ad accelerare più di quanto abbia previsto.

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