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Immobiliare, continua stagnazione in Italia ma è boom negli USA
In Italia, nonostante i prezzi ai minimi e i tassi vicini allo zero, il settore immobiliare continua a stagnare mentre negli USA si appresta a chiudere un anno record.
26 Gennaio 2017 09:33
Mentre in Italia le compravendite immobiliari residenziali sono ai minimi dal 1985 (sebbene nel 2016 si sia assistito ad un recupero rispetto all’anno precedente), negli Stati Uniti le vendite di immobili continuano a crescere senza soluzione di continuità.
In base ai dati raccolti da un primario network immobiliare americano, le vendite nel mese di novembre hanno registrato un incremento del 19,1% rispetto all’anno scorso e dell’1,4% nei confronti dei dati di ottobre 2016: è quasi certo, a meno di improbabili crolli nell’ultimo mese dell’anno, che il 2016 abbia chiuso al di sopra del 2015 che pure è stato uno dei migliori anni per il settore immobiliare a stelle e strisce negli ultimi 10 anni.
Secondo gli analisti di settore, a contribuire a dare slancio al real estate americano sono stati i tassi di interesse dei mutui (che, sebbene in lieve aumento rispetto ai minimi, restano comunque a livelli ridotti rispetto alla media degli ultimi 30 anni) e la progressiva diminuzione dell’offerta: quest’ultima, infatti, è salita soltanto del 4% contro il 5% del novembre 2015.
Un contesto che riduce pure i giorni medi che occorrono per vendere un immobile sul mercato: dai 65 necessari nel novembre 2015, si è scesi agli attuali 59 giorni, con punte minime vicino al mese per le compravendite a San Francisco (32 giorni) e quelle a Denver (33 giorni).
Da segnalare, infine, che anche le quotazioni sono risultate in aumento: il prezzo medio di vendita nelle oltre cinquanta aree metropolitane esaminate si è attestato a circa 220.000 dollari, l’8,9% in più rispetto a novembre 2015.
In base ai dati raccolti da un primario network immobiliare americano, le vendite nel mese di novembre hanno registrato un incremento del 19,1% rispetto all’anno scorso e dell’1,4% nei confronti dei dati di ottobre 2016: è quasi certo, a meno di improbabili crolli nell’ultimo mese dell’anno, che il 2016 abbia chiuso al di sopra del 2015 che pure è stato uno dei migliori anni per il settore immobiliare a stelle e strisce negli ultimi 10 anni.
Secondo gli analisti di settore, a contribuire a dare slancio al real estate americano sono stati i tassi di interesse dei mutui (che, sebbene in lieve aumento rispetto ai minimi, restano comunque a livelli ridotti rispetto alla media degli ultimi 30 anni) e la progressiva diminuzione dell’offerta: quest’ultima, infatti, è salita soltanto del 4% contro il 5% del novembre 2015.
Un contesto che riduce pure i giorni medi che occorrono per vendere un immobile sul mercato: dai 65 necessari nel novembre 2015, si è scesi agli attuali 59 giorni, con punte minime vicino al mese per le compravendite a San Francisco (32 giorni) e quelle a Denver (33 giorni).
Da segnalare, infine, che anche le quotazioni sono risultate in aumento: il prezzo medio di vendita nelle oltre cinquanta aree metropolitane esaminate si è attestato a circa 220.000 dollari, l’8,9% in più rispetto a novembre 2015.