Asia
Fiducia degli investitori, l’anno chiude con una ulteriore contrazione
A dicembre la fiducia degli investitori è salita in Europa ma è scesa sia in Asia che nel Nord America segnalando un aumento della cautela nelle scelte di investimento.
30 Dicembre 2016 08:30
Non è bastato il vigoroso balzo all’insù registrato in Europa: a dicembre l’indice di fiducia degli investitori a livello globale è diminuito di 3,4 punti, portandosi a 94,2 punti (dai 97,6 di novembre).
L’indice di riferimento è l’Investor Confidence Index (ICI), sviluppato da Kenneth Froot e Paul O'Connell per la State Street Associates, società di ricerca e servizi di consulenza, e misura la fiducia degli investitori (ovvero il loro appetito al rischio) tramite l’analisi dei flussi di acquisto effettivi e le vendite sul mercato da parte degli investitori istituzionali.
La contrazione di dicembre dell’indice globale è stata il frutto del calo di 6,7 punti dell’ICI asiatico (sceso a quota 109,1 punti) e della diminuzione di 6 punti dell’ICI Nord America (che ha chiuso il mese a quota 87,5 punti). Al contrario, l'ICI europeo è salito di ben 13,7 punti portandosi a 100,1 punti (dagli 86,4 di novembre). Da notare che grazie a questo exploit mensile, l’ICI Europa si porta in territorio positivo segnalando quindi una propensione al rischio da parte degli investitori istituzionali: infatti 100 punti rappresentano lo spartiacque tra un appetito al rischio (per valori superiori a 100) e una scarsa propensione al rischio (per valori al di sotto dei 100 punti).
Secondo gli addetti ai lavori, gli investitori istituzionali europei stanno cominciando a convivere con la volatilità e l’instabilità politica (dopo gli esiti del referendum britannico e di quello italiano) mentre quelli nordamericani, dopo l’euforia post elezione di Trump, cominciano a fare i conti con le possibili implicazioni derivanti da un aumento dell’inflazione, dei tassi di interesse del mercato obbligazionario e della forza del dollaro che potrebbe ostacolare la crescita dei profitti aziendali al di fuori dei confini nazionali.
L’indice di riferimento è l’Investor Confidence Index (ICI), sviluppato da Kenneth Froot e Paul O'Connell per la State Street Associates, società di ricerca e servizi di consulenza, e misura la fiducia degli investitori (ovvero il loro appetito al rischio) tramite l’analisi dei flussi di acquisto effettivi e le vendite sul mercato da parte degli investitori istituzionali.
La contrazione di dicembre dell’indice globale è stata il frutto del calo di 6,7 punti dell’ICI asiatico (sceso a quota 109,1 punti) e della diminuzione di 6 punti dell’ICI Nord America (che ha chiuso il mese a quota 87,5 punti). Al contrario, l'ICI europeo è salito di ben 13,7 punti portandosi a 100,1 punti (dagli 86,4 di novembre). Da notare che grazie a questo exploit mensile, l’ICI Europa si porta in territorio positivo segnalando quindi una propensione al rischio da parte degli investitori istituzionali: infatti 100 punti rappresentano lo spartiacque tra un appetito al rischio (per valori superiori a 100) e una scarsa propensione al rischio (per valori al di sotto dei 100 punti).
Secondo gli addetti ai lavori, gli investitori istituzionali europei stanno cominciando a convivere con la volatilità e l’instabilità politica (dopo gli esiti del referendum britannico e di quello italiano) mentre quelli nordamericani, dopo l’euforia post elezione di Trump, cominciano a fare i conti con le possibili implicazioni derivanti da un aumento dell’inflazione, dei tassi di interesse del mercato obbligazionario e della forza del dollaro che potrebbe ostacolare la crescita dei profitti aziendali al di fuori dei confini nazionali.
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