Fiducia degli investitori, l’Asia paga il conto dell’elezione di Trump
Stabile a novembre la fiducia degli investitori a livello globale in base all’Investor Confidence Index (ICI) di State Street Global Exchange che misura l’attitudine degli investitori nelle tre principali aree geografiche mondiali (Europa, Asia e Nord America) ad investire.
Tuttavia, se a livello globale l’indice ha registrato un lieve calo mensile (da 99,2 a 98,9 punti) in Asia la correzione è stata di 4,6 punti (da 120,7 a 116,1) e in Europa di 2,6 punti (da 89,1 a 86,5 punti): lieve risalita per l’ICI index del Nord America (da 95,6 a 95,7 punti). Da ricordare che i 100 punti dell’indice costituiscono lo spartiacque tra una propensione ad investire (per valori superiori a 100 punti ) o una inclinazione a non farlo (per valori inferiore a 100 punti).
Ne deriva che, a novembre, sia gli investitori nordamericani (95,7 punti) e, soprattutto, quelli europei (86,5 punti) evidenziano una scarsa fiducia ad investire mentre quelli asiatici (ICI index a 116,1 punti) restano ancora in territorio ampiamente positivo.
A novembre, tuttavia, secondo gli esperti, in Asia gli investitori istituzionali hanno accusato il colpo della vittoria di Donald Trump: nell’immediato sono prevalse in loro le preoccupazioni circa i possibili interventi in tema di de-globalizzazione che il neo eletto presidente statunitense ha promesso in campagna elettorale. Al contrario, gli investitori istituzionali nordamericani sembrano aver accettato in termini più propositivi la vittoria di Trump.
In Europa, invece, più dell’esito delle elezioni presidenziali americane continuano a tenere banca le discussioni sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea e il rischio politico italiano (per l’esito del referendum costituzionale di domenica 4 dicembre).