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Il dollaro impazzito in Zimbabwe

30 Novembre 2016 08:00
financialounge -  dollaro Zimbabwe

Un biglietto da 100 può valere 102 dollari se cambiato in banconote di piccolo taglio, mentre quelli depositati in banca valgono molto meno.


In tutto il mondo un dollaro vale un dollaro. Tranne che in Zimbabwe, dove un’economia totalmente disastrata sta producendo effetti perversi, come quello di un dollaro americano che può rivalutarsi o svalutarsi rispetto a se stesso a seconda del taglio delle banconote o dello strumento di pagamento, come ad esempio le carte di credito.


Premessa: in Zimbabwe la moneta nazionale non esiste più, è stata letteralmente disintegrata dall’iperinflazione. Si accettano solo pagamenti in dollari. Ma neanche tutti i dollari sono uguali. I cambia valuta, ad esempio, ti danno fino a 102 dollari in biglietti di piccolo taglio per comprare un bigliettone da 100.


Lo riporta il Wall Street Journal aggiungendo che all’uso della carta di credito (in dollari ovviamente) al supermercato spesso corrisponde un ammontare superiore a quello che risulta sul conto. Oppure si applicano ricarichi fino al 12% per transazioni cash contro trasferimenti bancari, sempre dollari contro dollari. Il problema è che i dollari fisici sono diventati una merce rara, e, ad esempio, quelli depositati in banca valgono meno di quelli che si tengono in tasca.


Il timore infatti è che il presidente Robert Mugabe reintroduca forzatamente la moneta nazionale cambiando d’imperio i dollari dei depositi nella nuova valuta. E quindi la gente preferisce ammassare banconote fisiche. E i tagli più grandi, come appunto i centoni, valgono di più di quelli piccolo perchè si possono stipare meglio. Intanto le banche hanno limitato a 20 dollari la possibilità di prelevare ai singoli bancomat, spingendo ancora più su il valore del contante. E costringendo centinaia di persone a dormire davanti alla banca per essere i primi della fila all’apertura mattutina.

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