Mercato obbligazionario, alcune preziose indicazioni per il 2017
Secondo diversi addetti ai lavori quanto accaduto nelle ultime settimane sul mercato obbligazionario può fornire preziose indicazioni anche per il 2017. Il riferimento, in particolare, è al diverso comportamento tenuto dai differenti segmenti del mercato obbligazionario. I titoli di stato della zona euro hanno perso il 2,8% e i Treasury USA il 3%. I titoli del debito emergente hanno lasciato sul parterre tra il -4,3% (quelli in valuta forte) e il -6,8% (quelli in valuta locale). Al contrario, le perdite registrate dalle obbligazioni corporate bond investment grade, inflation linked e high yield, sia nella zona euro che nell’area del dollaro americano, sono risultate inferiori.
Questo comportamento divergente si spiega, secondo gli addetti ai lavori, perché gli investitori ritengono che il programma di QE della BCE, che comporta l’acquisto di obbligazioni euro sul mercato, possa proseguire per almeno altri sei mesi oltre il marzo 2017 (la data che finora stabilisce la fine dell’attuale programma della BCE) e magari estendersi ulteriormente nel segmento delle obbligazioni societarie (ora limitato a quelle non finanziarie di alta qualità): se così fosse, tenendo conto che anche in Giappone gli investitori obbligazionari resteranno alla disperata ricerca di rendimento, i flussi di acquisto verso i bond societari della zona euro e USD dovrebbero restare robusti sostenendone le quotazioni.
Nel caso invece degli inflation linked, le aspettative di inflazione al rialzo ne hanno sostenuto il trend ma le loro attuali valutazioni sono ancora a buon mercato dal momento che l’inflazione per il 2017 nella zona euro resta confinata all’1,5% e quella in America al di sotto del 2%: comperarne per impiegare una quota (tra i 5% il 10%) del portafoglio obbligazionario potrebbe pertanto costituire una buona difesa al pericolo inflazione ad un prezzo ragionevole.
Infine, ma non certo per importanza, il debito emergente. Qui secondo gli addetti ai lavori occorre distinguere tra il breve e il medio lungo termine. Nel breve (3-12 mesi) i debito emergente (e, ancora più in particolare, quello in valuta locale) potrebbe continuare a soffrire le possibili notizie negative inerenti alle potenziali decisioni dell’amministrazione Trump e della forza del dollaro USD. Ma non c’è dubbio che nel medio lungo termine (almeno 3 anni, meglio ancora se 5 anni), l’asset class del debito emergente (sia in valuta forte che in valuta locale) rappresenta una delle migliori fonti di diversificazione e di rendimento per il portafoglio obbligazionario.