Innovazione aziendale, alla ricerca di nuove formule e di nuovi interlocutori

L’indice fiducia sugli investimenti in innovazione tecnologica (Ifiit), accreditato presso il Ministero dello sviluppo economico e l’Agenzia dell’Innovazione, a novembre ritorna sui massimi degli ultimi 12 mesi attestandosi a 35,80 punti, in aumento rispetto ai 34,4 punti di ottobre.

Il campione degli intervistati mostra due facciate. Da un lato evidenzia una moderata crescita dell’ottimismo che poggia su due fattori di supporto. In primis piace il progetto di allargamento dell’Industria 4.0 con l’iniziativa del governo per promuovere il nuovo modello produttivo nel nostro Paese. In secondo luogo, si intravedono le ricadute positive delle nuove dinamiche internazionali, con una ripresa della domanda di prodotti del made in Italy proveniente dalle aree asiatica e statunitense.

Dall’altro lato, quello relativo agli imprenditori più preoccupati, affiorano perplessità circa i consumi interni (ancora deboli) e le incertezze politiche (referendum costituzionale in Italia) e monetarie (prossime decisioni da parte di Federal Reserve e BCE).

In tutti i casi, la maggioranza degli imprenditori manifesta la necessità di favorire investimenti in innovazione ricorrendo anche a nuove formule e a nuovi interlocutori, al fine di svincolarsi dalle difficoltà del sistema bancario italiano. In quest’ottica, osservati speciali saranno la tendenza nel prossimo futuro del venture capital e la crescita di altre forme di partecipazione allo sviluppo dell’innovazione.

E non è certo un caso che a trainare gli investimenti innovativi siano soprattutto le imprese a più elevato tasso di internazionalizzazione e quelle che hanno implementato i più elevati livelli di automazione nei processi di progettazione e produzione