Asia
Fiducia degli investitori, a ottobre in Europa la maggiore accelerazione
La fiducia degli investitori istituzionali nel mese di ottobre è salita in tutto il mondo ma in Europa lo ha fatto con rialzi superiori sia al Nord America che all’Asia.
28 Ottobre 2016 09:28
La fiducia degli investitori in ottobre ha registrato uno spunto al rialzo. A certificarlo è l’andamento dell’Investor Confidence Index (ICI) di State Street Global Exchange che misura l’attitudine degli investitori nelle tre principali aree geografiche mondiali: Europa, Asia e Nord America. Ebbene l’ICI globale si è portato a 99,1 punti (3,6 in più rispetto al valore di settembre) ma l’allungo maggiore è quello relativo all’ICI Europa (+3,7 punti, da 85,4 a 89,1 punti): positivo, ma meno ampio, il rialzo sia dell’ICI Nord America (da 92,3 a 95,4 punti) che dell’ICI Asia (da 118,3 a 120,5 punti).
Proprio quest’ultimo valore sottolinea però quanto gli investitori asiatici restino comunque i più propensi a investire rispetto al resto del mondo: l’indice ICI, infatti, da 100 punti in su segnala una maggior predisposizione ad investire e viceversa dai 100 punti in giù.
Ne deriva che a livello globale, nonostante il promette risultato di ottobre, la propensione degli investitori resta sotto la soglia di fiducia per effetto delle preoccupazioni politiche ed economiche americane ed europee.
Infatti se negli Stati Uniti le prossime elezioni presidenziali continuano a rappresentare una fonte di preoccupazione per l’incertezza dell’esito del voto e delle conseguenze che la vittoria di Trump potrebbe provocare, in Europa i migranti, la bassa crescita economica, la disoccupazione e le tensioni politiche (Brexit, referendum costituzionale italiano, elezioni politiche in Francia e in Germania nel 2017) contribuiscono a limitare il potenziale di investimento rimandando le scelte di portafoglio.
In Asia, al contrario, gli investitori istituzionali sembrano aver archiviato le preoccupazioni sulla crescita della Cina che tanto avevano messo in allarme i mercati finanziari all’inizio di quest’anno e guardano al futuro con maggiore predisposizione ad investire grazie anche a nuovi attori che possono recitare un ruolo di primo piano per la crescita globale (in primis, ma non solo, l’India).
Proprio quest’ultimo valore sottolinea però quanto gli investitori asiatici restino comunque i più propensi a investire rispetto al resto del mondo: l’indice ICI, infatti, da 100 punti in su segnala una maggior predisposizione ad investire e viceversa dai 100 punti in giù.
Ne deriva che a livello globale, nonostante il promette risultato di ottobre, la propensione degli investitori resta sotto la soglia di fiducia per effetto delle preoccupazioni politiche ed economiche americane ed europee.
Infatti se negli Stati Uniti le prossime elezioni presidenziali continuano a rappresentare una fonte di preoccupazione per l’incertezza dell’esito del voto e delle conseguenze che la vittoria di Trump potrebbe provocare, in Europa i migranti, la bassa crescita economica, la disoccupazione e le tensioni politiche (Brexit, referendum costituzionale italiano, elezioni politiche in Francia e in Germania nel 2017) contribuiscono a limitare il potenziale di investimento rimandando le scelte di portafoglio.
In Asia, al contrario, gli investitori istituzionali sembrano aver archiviato le preoccupazioni sulla crescita della Cina che tanto avevano messo in allarme i mercati finanziari all’inizio di quest’anno e guardano al futuro con maggiore predisposizione ad investire grazie anche a nuovi attori che possono recitare un ruolo di primo piano per la crescita globale (in primis, ma non solo, l’India).