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Oro: istruzioni per l'uso

Da alternativa ai titoli di Stato e protezione dall'inflazione sta diventando un'integrazione nei portafogli difensivi. Ma con quali strumenti si può puntare sull’oro?

3 Ottobre 2016 00:15

financialounge -  oro
Una volta, quando il mostro da combattere si chiamava inflazione, andava a braccetto con il mattone. Oro e casa tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 erano considerati i beni rifugio per eccellenza, meglio dei titoli di Stato che, almeno in Italia, coprivano a stento l’erosione del valore della moneta causata dall’aumento dei prezzi.
Oggi il mondo è capovolto, il mostro che non si riesce a sconfiggere si chiama deflazione, vale a dire che i prezzi al consumo invece di andare avanti vanno indietro. Questo vuol dire che anche i tassi di interesse si muovono come gamberi, offrendo ai poveri risparmiatori investimenti molto vicini allo zero se non negativi.

Il mattone non è più un rifugio, i prezzi non si sono mai risollevati in Italia dalla caduta del 2007-2008, e la casa è diventata un fardello di tasse più che un impiego del risparmio. Ma l’oro invece è ancora lì e, a differenza di quanto avveniva 35 anni fa, è molto più alla portata del piccolo risparmiatore, oltre che del grande investitore. Non esiste più il monopolio della Banca d’Italia e si sono invece moltiplicati gli strumenti che consentono di destinare una quota di risparmi all’oro senza dover installare in casa una cassaforte.

Si va dagli ETF, vale a dire i fondi passivi che replicano fedelmente un prezzo (in questo caso quello dell’oro), ai fondi gestiti specializzati, ai titoli minerari delle società che estraggono oro quotati a Londra o New York.
L’ETF più scambiato si chiama GLD, è quotato a Wall Street ma comprabile con qualunque conto online, il prezzo attualmente viaggia tra i 120 e i 130 dollari e se ne può comprare anche uno solo.
Poi si può comprare l’oro fisico, non solo le monete ma anche le barre e i lingotti, che vengono conservati nei caveau delle banche che offrono veri e propri conti correnti in oro.
Infine ci sono le azioni minerarie, ma in questo caso è una scommessa molto più complessa, da lasciare preferibilmente ai trader. Insomma, le possibilità non mancano davvero, ma la domanda è conviene? E se sì, a quali condizioni?

Prima di tutto va sottolineato che i titoli di Stato non rendono niente o quasi, anche l’oro non stacca una cedola. Ma può costituire un elemento di stabilizzazione di un portafoglio diversificato, soprattutto se difensivo. E magari non essere interpretato come alternativo ai titoli del debito pubblico, ma come integrazione. L’oro infatti tende ad apprezzarsi quando tutte le altre asset class perdono valore.
Un esempio lampante lo abbiamo avuto in occasione della crisi finanziaria scatenata dal crac di Lehman e del debito sovrano europeo poi. Titoli di stato dei paesi periferici come l’Italia in caduta libera, Borse idem e oro che prende il volo.

Da un range di 600-700 dollari l’oncia nel 2007 a punte di 1.800 tra il 2011 e il 2012. Bisogna avvertire che il prezzo dell’oro è in dollari, quindi un prezzo molto alto ma con un cambio del dollaro contro euro molto basso va depurato dal cambio. E viceversa. Oggi il dollaro è forte, vicino alla parità su euro, e quindi i 1.300 dollari l’oncia a cui viene scambiato valgono in euro ben di più di quando il dollaro passava di mano a 1,5-1,6 su euro.
Una cosa molto importante, che aiuta a capire perchè una quota di portafoglio allocata in oro è una cosa sensata, è il fatto che, storicamente, l’oro ha sempre mostrato di non avere correlazioni con le altre asset class: azioni, titoli di debito, valute o real estate. Proprio per questo è un elemento di stabilizzazione del portafoglio. Se tutto viene giù, l’oro resta lì, e magari invece sale. Ma ovviamente non bisogna esagerare. Gli esperti suggeriscono di destinare all’oro una quota tra il 3 e il 5% del proprio portafoglio.

Il 2016 è stato finora un anno in cui il metallo giallo ha dato soddisfazioni, con un aumento di oltre il 20%, in parte dovuto alla ricerca di rifugio sicuro a fronte di eventi imprevisti come la Brexit. Alcuni suggeriscono che potrebbe avere ancora strada da fare dato l’alto tasso di imprevedibilità che ancora circonda le elezioni presidenziali americane, sia per quanto riguarda il possibile vincitore ma anche per quanto riguarda le mosse che farà in politica economica.

Conclusione. L’oro può essere un elemento interessante di bilanciamento del portafoglio, anche come integratore della funzione che una volta svolgevano i titoli di stato. Ma, se non ci si vuole limitare a dedicargli il 3% - 5% in portafoglio, non è un territorio per turisti fai da te. Bisogna farsi accompagnare da una guida esperta, sia per quanto riguarda la decisione e la tempistica di investimento, sia per quanto riguarda lo strumento da utilizzare.

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