Europa
Idee di investimento – Obbligazioni – 12 settembre 2016
12 Settembre 2016 09:00
d Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, vede opportunità nei titoli di Stato periferici della zona euro, mantiene un’esposizione in portafoglio per alcune selezionate obbligazioni societarie europee del settore tecnologia e farmaceutico, e resta in sovrappeso nel credito degli Stati Uniti con una preferenza per le obbligazioni con rating investment grade. Lo rivela lui stesso nell’articolo “Obbligazioni, opportunità nei titoli di Stato periferici della zona euro”.
Nel frattempo, secondo gli addetti ai lavori, il braccio di ferro tra la ricerca di rendimento e la propensione ad evitare i rischi sta per avere un vincitore e la preferenza dovrebbe essere accordata a quei segmenti obbligazionari dove l’acquisto delle banche centrali sta fornendo un sostegno significativo e dove gli afflussi e la qualità sono più forti: ciò suggerisce che le emissioni investment grade degli Stati Uniti (in particolare quelli con rating BB) e l’high yield europeo siano le opzioni migliori in questo momento: è quanto emerge dalla lettura dell’articolo “Obbligazioni, braccio di ferro tra la ricerca di rendimento e i porti sicuri”.
In ogni caso, secondo Mark Kiesel, CIO per il credito globale di PIMCO, il contesto resta favorevole alle obbligazioni societarie di alta qualità ma, sebbene le opportunità non manchino, adesso è indispensabile una selezione. “Esistono numerose opportunità nei mercati del credito (obbligazioni societarie, ndr), ma, dopo il forte rialzo dei prezzi di quest’anno riteniamo sia opportuno esercitare una maggiore selettività” fa sapere nell’articolo “Obbligazioni societarie, numerose opportunità ma con maggiore selettività” Mark Kiesel, secondo il quale nel segmento della salute sono particolarmente interessanti le obbligazioni degli ospedali, quelle di alcune compagnie farmaceutiche e quelle di specifici produttori di apparecchiature mediche. Per il manager, sulla base delle previsioni di PIMCO sulla crescita statunitense, alcuni altri settori potrebbero generare performance soddisfacenti nei settori legati ai consumi: telecom, comunicazioni via cavo e il gioco d’azzardo. Aumentando un po’ il profilo di rischio, si potrebbe prendere in considerazione pure i titoli bancari statunitensi e britannici e alcuni specifici istituti europei, tenendo però conto delle pressioni a cui restano sottoposte in Borsa le banche globali. “Infine, guardando ai mercati emergenti, osserviamo paesi che godono di fattori tecnici favorevoli e di segnali di un miglioramento dei fondamentali, come Brasile, Messico e Russia: paesi che beneficiano della stabilizzazione dei prezzi delle materie prime e di un rallentamento controllato della crescita cinese” conclude Mark Kiesel.
Al mercato obbligazionario dei paesi in via di sviluppo guarda con attenzione pure Peter Marber, Head of Emerging Markets Investments di Loomis, Sayles & Company (Gruppo Natixis Global Asset Management). “Ad esempio” spiega nell’articolo “Obbligazioni societarie emergenti, una delle asset class più interessanti” Peter Marber “le obbligazioni societarie emergenti con scadenza tra i 2 e i 3 anni garantiscono rendimenti annualizzati del 3-4%: con pazienza è possibile individuare tali opportunità nell’ambito del credito corporate in oltre 60 paesi emergenti”.
Una componente sempre più determinante nelle performance di portafoglio è poi rappresentata dalle valute. Edoardo Ugolini, Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondoZest Absolute Return Var 4 non nasconde affatto la sua attuale inclinazione verso le valute: “Crediamo che le valute possano offrire buone sorprese e abbiamo ampiamente cavalcato il recupero dei mercati azionari post Brexit dei cosiddetti risky assets (cioè le asset class più rischiose, a cominciare dalle azioni, ndr). Inoltre tatticamente (cioè in modo temporaneo) abbiamo ridotto l’esposizione in coincidenza delle importanti decisioni che dovranno essere prese non soltanto dalle Banche Centrali ma anche dai Governi (possibile leva fiscale in vista del fitto calendario elettorale dei prossimi 12 mesi)” rivela nell’articolo “Strategie di portafoglio, le valute possono offrire buone sorprese” Edoardo Ugolini.
Pure Nannette Hechler-Fayd’herbe, Head of Global Investment Strategy di Credit Suisse punta sulle strategie valutarie . “Le valute associate al carry completano il nostro menù delle monete preferite. Si tratta, per essere precisi, di diverse valute dei mercati emergenti come il rublo russo (RUB), il peso messicano (MXN), il real brasiliano (BRL) e il rand sudafricano (ZAR)” spiega nell’articolo “Strategie valutarie, il giusto mix tra rendimento e dati macro economici” Nannette Hechler-Fayd’herbe che, al contrario, raccomanda una certa prudenza relativamente alla lira turca (TRY). La strategist, sempre nell’ottica della ottimizzazione delle strategie valutarie di portafoglio, guarda con interesse pure in direzione delle valute dei mercati sviluppati a rendimento elevato, come il dollaro australiano (AUD), la corona norvegese (NOK) e il dollaro neozelandese (NZD), perché convinta che possano registrare performance positive. “Inoltre, le divise che presentano surplus delle partite correnti (come lo yen giapponese e il franco svizzero) dovrebbero riuscire a mostrare una buona capacità di recupero nell’attuale contesto di differenziali di rendimento che non crescono significativamente” precisa Nannette Hechler-Fayd’herbe secondo la quale solo il renminbi cinese potrebbe indebolirsi, dal momento che il governo di Pechino punta a affermare una competitività commerciale a livello internazionale.
Nel frattempo, secondo gli addetti ai lavori, il braccio di ferro tra la ricerca di rendimento e la propensione ad evitare i rischi sta per avere un vincitore e la preferenza dovrebbe essere accordata a quei segmenti obbligazionari dove l’acquisto delle banche centrali sta fornendo un sostegno significativo e dove gli afflussi e la qualità sono più forti: ciò suggerisce che le emissioni investment grade degli Stati Uniti (in particolare quelli con rating BB) e l’high yield europeo siano le opzioni migliori in questo momento: è quanto emerge dalla lettura dell’articolo “Obbligazioni, braccio di ferro tra la ricerca di rendimento e i porti sicuri”.
In ogni caso, secondo Mark Kiesel, CIO per il credito globale di PIMCO, il contesto resta favorevole alle obbligazioni societarie di alta qualità ma, sebbene le opportunità non manchino, adesso è indispensabile una selezione. “Esistono numerose opportunità nei mercati del credito (obbligazioni societarie, ndr), ma, dopo il forte rialzo dei prezzi di quest’anno riteniamo sia opportuno esercitare una maggiore selettività” fa sapere nell’articolo “Obbligazioni societarie, numerose opportunità ma con maggiore selettività” Mark Kiesel, secondo il quale nel segmento della salute sono particolarmente interessanti le obbligazioni degli ospedali, quelle di alcune compagnie farmaceutiche e quelle di specifici produttori di apparecchiature mediche. Per il manager, sulla base delle previsioni di PIMCO sulla crescita statunitense, alcuni altri settori potrebbero generare performance soddisfacenti nei settori legati ai consumi: telecom, comunicazioni via cavo e il gioco d’azzardo. Aumentando un po’ il profilo di rischio, si potrebbe prendere in considerazione pure i titoli bancari statunitensi e britannici e alcuni specifici istituti europei, tenendo però conto delle pressioni a cui restano sottoposte in Borsa le banche globali. “Infine, guardando ai mercati emergenti, osserviamo paesi che godono di fattori tecnici favorevoli e di segnali di un miglioramento dei fondamentali, come Brasile, Messico e Russia: paesi che beneficiano della stabilizzazione dei prezzi delle materie prime e di un rallentamento controllato della crescita cinese” conclude Mark Kiesel.
Al mercato obbligazionario dei paesi in via di sviluppo guarda con attenzione pure Peter Marber, Head of Emerging Markets Investments di Loomis, Sayles & Company (Gruppo Natixis Global Asset Management). “Ad esempio” spiega nell’articolo “Obbligazioni societarie emergenti, una delle asset class più interessanti” Peter Marber “le obbligazioni societarie emergenti con scadenza tra i 2 e i 3 anni garantiscono rendimenti annualizzati del 3-4%: con pazienza è possibile individuare tali opportunità nell’ambito del credito corporate in oltre 60 paesi emergenti”.
Una componente sempre più determinante nelle performance di portafoglio è poi rappresentata dalle valute. Edoardo Ugolini, Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondoZest Absolute Return Var 4 non nasconde affatto la sua attuale inclinazione verso le valute: “Crediamo che le valute possano offrire buone sorprese e abbiamo ampiamente cavalcato il recupero dei mercati azionari post Brexit dei cosiddetti risky assets (cioè le asset class più rischiose, a cominciare dalle azioni, ndr). Inoltre tatticamente (cioè in modo temporaneo) abbiamo ridotto l’esposizione in coincidenza delle importanti decisioni che dovranno essere prese non soltanto dalle Banche Centrali ma anche dai Governi (possibile leva fiscale in vista del fitto calendario elettorale dei prossimi 12 mesi)” rivela nell’articolo “Strategie di portafoglio, le valute possono offrire buone sorprese” Edoardo Ugolini.
Pure Nannette Hechler-Fayd’herbe, Head of Global Investment Strategy di Credit Suisse punta sulle strategie valutarie . “Le valute associate al carry completano il nostro menù delle monete preferite. Si tratta, per essere precisi, di diverse valute dei mercati emergenti come il rublo russo (RUB), il peso messicano (MXN), il real brasiliano (BRL) e il rand sudafricano (ZAR)” spiega nell’articolo “Strategie valutarie, il giusto mix tra rendimento e dati macro economici” Nannette Hechler-Fayd’herbe che, al contrario, raccomanda una certa prudenza relativamente alla lira turca (TRY). La strategist, sempre nell’ottica della ottimizzazione delle strategie valutarie di portafoglio, guarda con interesse pure in direzione delle valute dei mercati sviluppati a rendimento elevato, come il dollaro australiano (AUD), la corona norvegese (NOK) e il dollaro neozelandese (NZD), perché convinta che possano registrare performance positive. “Inoltre, le divise che presentano surplus delle partite correnti (come lo yen giapponese e il franco svizzero) dovrebbero riuscire a mostrare una buona capacità di recupero nell’attuale contesto di differenziali di rendimento che non crescono significativamente” precisa Nannette Hechler-Fayd’herbe secondo la quale solo il renminbi cinese potrebbe indebolirsi, dal momento che il governo di Pechino punta a affermare una competitività commerciale a livello internazionale.