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Il risparmio ha una nuova fiamma ma attenti ai tradimenti

13 Giugno 2016 00:05
financialounge -  investimenti polizze vita risparmio
Che la lunghissima storia d’amore tra gli italiani e BOT e BTP sia finita sotto i colpi micidiali dei rendimenti zero o addirittura negativi è cosa nota. Meno noto è che i risparmiatori traditi dai vecchi cari titoli di Stato si stiano consolando con una nuova fiamma, attratti da rendimenti che apparentemente sono vicini a quelli che offrivano qualche anno fa i vecchi titoli di Stato.

Stiamo parlando delle polizze vita. Andando a spigolare tra i dati della relazione annuale della Banca d’Italia presentata il 31 maggio dal governatore Visco scopriamo infatti che nel 2015 è proseguita la fuga dal reddito fisso, con un deflusso di 114 miliardi dopo l’uscita di 109 miliardi nel 2014. Il grosso di queste uscite, determinate non solo dai bassi rendimenti ma anche da una aumentata percezione del rischio, ha riguardato le obbligazioni bancarie, con 71 e 74 miliardi di uscite nette rispettivamente nei due anni. Ma anche i titoli di Stato hanno fatto la loro parte, con una riduzione netta nei portafogli dei risparmiatori di 32 miliardi nel 2015 e 31 nel 2014. Risparmi che sono andati a finire nelle polizze vita, rispettivamente quasi 44 miliardi di flussi netti aggiuntivi l’anno scorso e quasi 46 nel precedente.

Si tratta di prodotti finanziari che, oltre a offrire ancora (da sottolineare ancora) rendimenti accettabili, hanno molti altri vantaggi, come quello di essere insequestrabili, impignorabili e esenti in caso di successioni. Il vero problema è che anche le assicurazioni investono la raccolta delle polizze per circa il 95% in titoli di Stato e obbligazioni italiane. I rendimenti che si vedono oggi riflettono gli investimenti passati, non quelli attuali e soprattutto futuri. Né è pensabile che le compagnie possano operare in perdita, vale a dire offrire rendimenti più elevati di quelli che ottengono dai loro stessi investimenti.

È facile prevedere che tra qualche anno, diciamo due o tre, tenderanno a pagare rendimenti allineati a quelli attuali, vale a dire zero, a meno di un sensibile rialzo dei tassi di interesse che non sembra proprio all’orizzonte. Insomma, il classico serpente che si morde la coda. Ed è facile prevedere che la nuova fiamma del risparmiatore italiano sia destinata a sfiorire abbastanza presto.

La polizza vita è percepita come un investimento, ma si dimentica spesso che è anche un’assicurazione che garantisce i propri cari in caso di eventi non augurabili, ma che statisticamente possono capitare. Le due funzioni non devono per forza andare insieme, ci si può assicurare solo sulla vita, senza investimento.

Queste polizze costano molto poco, nell’ordine di qualche centinaio di euro l’anno, e hanno il vantaggio di liberare la mente da una preoccupazione che magari spinge ad accantonare somme ingenti. E anche liberare il portafoglio di immobilizzazioni importanti che potrebbero essere destinate, con l’aiuto di un bravo consulente, a impieghi con un ritorno un po’ più appetibile di quello offerto da titoli di Stato e dintorni.
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