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Cina, perchè gli investitori ora sono meno preoccupati

5 Maggio 2016 09:45
financialounge -  cina gestione del rischio Monica Defend Pioneer Investments Qinwei Wang Renminbi settore immobiliare
Nonostante le forti preoccupazioni di inizio anno, i dati più recenti relativi alla Cina suggeriscono che, nel complesso, le condizioni economiche del paese si stanno stabilizzando, grazie ai migliori supporti fiscali, al recupero del settore immobiliare, e alla crescita del credito, mentre i consumatori e il settore privato si sono dimostrati relativamente resilienti. Come dire che i rischi di coda di un «hard-landing» (atterraggio duro) nel breve termine dell’economia del Dragone si stanno allentando significativamente.

Tra gli elementi che hanno svolto un ruolo positivo figurano le politiche di sostegno, in particolare sul fronte fiscale, insieme a un recupero del settore immobiliare che, insieme alla domanda di credito in accelerazione negli ultimi mesi, sembrano aver contribuito a stabilizzare l'economia.

“Alla luce di tutto questo stiamo aggiornando la nostra previsione del PIL cinese per 2016 dal 6,5% al 6,6%” fanno sapere Monica Defend, Head of Global Asset Allocation Research di Pioneer Investments, e Qinwei Wang, Economist, Central Banks, Global Asset Allocation Research di Pioneer Investments. I due esperti non si aspettano nessun rimbalzo sostenuto ma l'economia cinese dovrebbe essere in grado di effettuare un atterraggio morbido. Anche perché si stanno delineando due importanti supporti: i segnali positivi nel segmento immobiliare e la capacità di gestire i deflussi di capitale dal paese.

L’allentamento della politica nel corso dell'ultimo anno sembra aver contribuito a stabilizzare il settore immobiliare, con un rimbalzo evidente all'inizio di quest'anno. Le vendite sono infatti risultate relativamente sostenute spingendo l'acceleratore soprattutto sui progetti esistenti e sui nuovi cantieri. Sebbene l'attività nel suo insieme risulti ancora piuttosto debole per il paese e gli aumenti dei prezzi siano ancora moderati, in alcune grandi città i volumi sono stati relativamente robusti.

Per quanto riguarda invece la gestione del rischio derivante dai deflussi di capitale dal paese, le ultime evidenze suggeriscono che le pressioni negli ultimi mesi stanno diminuendo, nonostante le forti preoccupazioni nel mese di gennaio. Allo stesso modo anche l’allarme circa una sensibile svalutazione del renminbi sta gradualmente svanendo.

Inoltre le riserve valutarie a marzo non sono scese per la prima volta da ottobre 2015: un fattore chiave che ha contribuito a rallentare i deflussi di capitale è stato il cambiamento di aspettative renminbi in gran parte dovute a:

un dollaro più debole del previsto, con una Fed relativamente accomodante nell’aiutare il Renminbi a spostarsi verso il suo fair value (corretta valutazione) contro un paniere di valute;
• la People's Bank of China (PBOC, la banca centrale cinese) che ha migliorato le sue comunicazioni sulla gestione del cambio, sottolineando che sta guardando più da vicino l'indice ponderato su base commerciale del renminbi piuttosto che il solo tasso di cambio del dollaro, con un forte impegno ad evitare una grande svalutazione;
• i recenti sviluppi positivi nell'economia globale che dovrebbero contribuire a migliorare la prospettiva dei mercati.

“Una stabilizzazione delle condizioni economiche assicura ai responsabili politici più tempo per concentrarsi sulle questioni strutturali, come suggerito da alcuni recenti commenti da parte di funzionari della Cina. La questione chiave è se i politici sapranno cogliere l'occasione per spingere le riforme pianificate e facilitare la transizione strutturale del paese. In caso contrario, tale stabilizzazione a breve termine farà soltanto ritardare i problemi, spostando i rischi nel medio termini” sostengono Monica Defend e Qinwei Wang la valutazione dei quali, però, è che le riforme della Cina e la transizione strutturale si muovono, almeno per ora, nonostante la volatilità dei mercati.

“Dalla fine dello scorso anno, il nostro reform tracker (uno strumento sviluppato al nostro interno per valutare l'evoluzione delle riforme strutturali) suggerisce che le misure di riforma stanno procedendo in una vasta gamma di settori. In particolare, le misure per agevolare lo spostamento del reddito, il supporto ai consumatori e il ribilanciamento dell'economia, hanno registrato un buon progresso dopo un ritardo sulle riforme finanziarie e fiscali segnato nel corso degli ultimi due anni” concludono i due esperti di Pioneer Investments.
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