Banche, è allarme rosso per i minori introiti da commissioni

Dopo aver registrato una riduzione del -6,6% nell’intero 2015 (rispetto al 2014), le commissioni incamerate dalle investment bank a livello globale si è ulteriormente contratto del -25,8% nei primi tre mesi di quest’anno.

Lo ha reso noto Thomson Reuters nel suo consueto report sul settore (Global Investment Banking Review First Quarter 2016) nel quale si legge che tra gennaio e marzo di quest’anno l’ammontare delle commissioni incassate dalle investment bank in tutto il mondo si è attestata a 65,9 miliardi di dollari: si tratta del livello più basso degli ultimi otto anni e persino inferiori ai 66,3 miliardi del primo trimestre 2008 (anno dell’inizio della grande crisi finanziaria).

È la conferma di come l’attuale scenario, caratterizzato da bassi tassi di interesse (persino in territorio negativo in Europa e in Giappone) non permetta alle banche di generare i margini sufficienti.

Nessuna area geografica si salva ma qualcuna sembra soffrire più di altre. La sorpresa è che è il Nord America la regione nella quale la contrazione delle commissioni è stata la più consistente (-31,2%) , davanti all’EMEA, Europa Medio Oriente e Africa (-27,6%) e all’Asia (-19,4%). Un altro dettaglio di rilievo riguarda poi la situazione registrata in Europa.

Infatti, nel Vecchio Continente si può notare come le contrazioni delle commissioni delle investment bank siano state più consistenti nei paesi dove più elevata è la percentuale di emissioni obbligazionarie (statali e private) con rendimento negativo: Germania (-49,9%) e Svizzera (-48%). Al contrario sono inferiori alla media sia in Francia (-17,6%) che in Italia (-19,9%). Fa eccezione la Spagna le cui commissioni incamerate dalle investment bank si sono drasticamente ridotte (-60%), probabilmente per lo stretto legame delle banche spagnole con le economie sudamericane (le sui banche, a loro volta, hanno accusato un calo del -56,8% delle commissioni).