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Il vincitore della crisi si chiama risparmio

4 Aprile 2016 00:02
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Sono ormai otto anni dall’inizio della Grande Recessione e le cicatrici sono ancora profonde e visibili sui principali attori dell’economia: consumatori, imprese, banche. Niente è più come prima. Prendiamo il costo dell’energia. Da quasi due anni il prezzo del petrolio è in caduta, il che vuol dire pieno di benzina meno caro, bolletta della luce, del gas e del riscaldamento più bassa, costi dei trasporti, e quindi delle merci di primo consumo, più bassi, e anche costi di produzione più contenuti per l’industria.

Un quadro più favorevole alla ripresa dei consumi non si potrebbe immaginare. E invece i consumi sono fermi. La gente preferisce tenersi in tasca, o comunque non spendere, il denaro che risparmia. L’idea molto diffusa prima della crisi, che i consumi si potessero finanziare con i risparmi futuri sotto la forma di debito, è morta e sepolta. Non solo non si compra più una vacanza impegnando soldi che si conta di incassare nei prossimi anni, ma si fa fatica a spendere in consumi i soldi che già si hanno in tasca. Lo stesso discorso vale per l’Europa e per gli Stati Uniti, dove da sempre il consumatore è portato a spendere il reddito che si ritrova in più. Era portato, oggi non più.

Per le imprese, l’equivalente dei consumi sono gli investimenti. Si spendono soldi per costruire nuove fabbriche o potenziare quelle esistenti con la speranza di recuperarli in futuro aumentati grazie alla vendita di più prodotti e servizi. Gli investimenti in Italia sono come i consumi. Fermi. È un bene? È un male? È semplicemente la realtà. In un certo senso un ritorno al passato, quando il risparmio era una virtù e il consumo eccessivo un pericoloso comportamento da cicala. Per questo si può dire che il risparmio tornato virtù è il vero vincitore di questi otto anni di crisi, insieme all’industria che vive di risparmio, quella che raccoglie con i fondi comuni i soldi messi da parte dai risparmiatori e li investe in attività che si sperano remunerative, se non in Italia all’estero.
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