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Columbia Threadneedle Investments

Tecnologia, ecco le aziende che risulteranno vincenti

24 Marzo 2016 10:07
financialounge -  Columbia Threadneedle Investments Neil Robson settore tecnologico
Per le società e gli investitori è fondamentale comprendere l’evoluzione della tecnologia e le sue sempre più ampie implicazioni sulla vita di tutti i giorni, perché i cambiamenti tecnologici e le variazioni dei modelli di business determinano la redditività del capitale investito (ROIC) e i rendimenti per gli azionisti.

Lo sostiene Neil Robson, gestore azionario globale e co-gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="GB00B3B0FD70"]Threadneedle Global Extended Alpha[/tooltip-fondi], che ha analizzato il tema della tecnologia alla luce del fatto che con essa non si intende soltanto il mondo del software e dell'hardware quanto piuttosto una più vasta influenza in tutte le altre aree del mercato.

Oggi, infatti, gli «unicorni» tecnologici statunitensi (società private che valgono un miliardo di dollari o più) non sono più riconducibili soltanto a player hi tech ma, al contrario, operano nei più disparati settori, quali la grande distribuzione, i servizi finanziari, il tempo libero e l'intrattenimento, i servizi alle imprese, i taxi, le automobili, i social network e i beni di consumo. Proprio queste dinamiche fanno si che le aziende che utilizzano la tecnologia per creare vantaggi competitivi, e quindi redditività del capitale investito (ROIC) e rendimenti totali per gli azionisti elevati, risulteranno vincenti.

“Questo significa che, a mano a mano che la tecnologia diventa una fonte pervasiva e più incisiva di potere concorrenziale e redditività del capitale investito, dobbiamo essere più consapevoli di ciò che è in grado di fare, di quali siano le barriere all'entrata delle società e della loro capacità di avvalersi di queste tecnologie” sottolinea Neil Robson per il quale, però, è altrettanto importante valutare la «distruzione creatrice» elaborata da Joseph Schumpeter (un economista austriaco del secolo scorso, ndr) per capire quale sia il rovescio della medaglia. Schumpeter riteneva che nelle economie capitaliste le società sviluppano un determinato modo di fare le cose finché non arriva un approccio migliorativo che distrugge il vecchio modus operandi. Sebbene secondo Schumpeter ciò avrebbe potuto portare al tracollo del capitalismo, cosa che non si è ancora verificata, vi sono numerosi esempi di società e settori distrutti dalla tecnologia: dalla catena di videonoleggio Blockbuster (diventata ridondante con l'avvento dello streaming e dei media digitali) a Kodak, dai produttori statunitensi di carta da giornale ai tassisti (messi in difficoltà dal servizio lanciato da Uber).

Anche il fotovoltaico e le energie alternative soddisfano il modello di Schumpeter. Il prezzo dei moduli fotovoltaici è crollato, mentre l'energia solare di per sé ha un costo marginale prossimo allo zero. Con il fotovoltaico che diventa la fonte energetica più economica gli investitori dovrebbero quindi chiedersi quale sarà l'impatto sui loro portafogli. Quali sono i modelli di business che cambiano man mano che il costo marginale del trasporto si avvicina allo zero? Oggi la Germania genera, nei giorni di picco, il 25% di tutta la sua elettricità da fonti alternative; i prezzi dell'elettricità hanno registrato un picco nel 2007-2008, momento a partire dal quale si sono dimezzati. E i ricavi del colosso energetico tedesco E.on ne hanno pesantemente risentito, il ROIC è crollato e l’azienda ha perso il 70% della sua capitalizzazione di mercato. “La Germania potrebbe essere un esempio del modello di sviluppo del resto del mondo nel prossimo decennio, il che ci porta a domandarci: quanto sono «sicuri» gli investimenti nelle utility?” è l’interrogativo finale che si pone Neil Robson.
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