Ethenea

Politiche economiche e strutturali, ecco cosa può servire ora

9 Marzo 2016 09:36
financialounge -  Ethenea germania Guido Barthels Yves Longchamp
Gli investitori tendono a seguire la massa sentendosi al sicuro al suo interno. Per fortuna alcune persone sono in grado di mantenere una prospettiva ampia e di guardare in tutte le direzioni. Spetta a loro dare l’allarme e scrollare gli altri dal torpore. “Al momento, il mercato sembra preoccuparsi eccessivamente dei segnali negativi che provengono dai dati. L’andamento delle attività rischiose (azioni e obbligazioni) nelle prime settimane dell’anno ne è una prova lampante. Giù le azioni, giù i rendimenti delle obbligazioni prive di rischio, su quelli delle obbligazioni rischiose: una dinamica che si è propagata in tutto il mondo” rilevano Guido Barthels, Portfolio Manager di ETHENEA Independent Investors S.A., e Yves Longchamp, CFA , Head of Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG.

Secondo gli esperti, nonostante i tassi di crescita economica dell’eurozona e degli USA, i più rilevanti per Ethenea, evidenzino un buon andamento, molti temono una nuova recessione globale, come quella del 2008-2009. I dati positivi vengono ignorati e si perdono nel rumore di fondo. In parallelo, le aspettative nei confronti delle banche centrali sono altrettanto elevate. Ci si attende un miracolo dalla Banca Centrale Europea (BCE), ma nessuno sa esattamente in che cosa potrebbe consistere. L’unica cosa certa è che potrebbe rivelarsi straordinariamente positivo. D’altro canto, non si prevedono altri rialzi dei tassi da parte della Fed, nonostante l’inflazione di fondo negli Stati Uniti abbia superato il 2 % e la spesa per consumi continui a crescere.

“Entrambe le ipotesi, tuttavia, potrebbero dimostrarsi infondate. La Fed potrebbe ritoccare nuovamente i tassi per contrastare il ritorno dell’inflazione e la BCE potrebbe riservare una delusione, come accaduto nel dicembre del 2015. Dopo tutto, con i tassi d’interesse in territorio negativo, la politica monetaria dell’istituto di Francoforte ha già varcato i confini della ragione. Più che la politica monetaria, servono politiche economiche e strutturali” puntualizzano gli esperti, che poi però subito ricordano come non sia stata una politica sbagliata da parte della BCE a causare la debole crescita della Germania, come ha confermato il ministro tedesco per gli affari economici e vicecancelliere Sigmar Gabriel. “La causa è da ricercarsi piuttosto in una politica economica maldestra, che ha provocato una decelerazione in Germania e nel resto d’Europa. Altri tagli dei tassi non saranno d’aiuto su questo fronte”.

 

Yves Longchamp, Head of Research presso ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, illustra i principali sviluppi macroeconomici negli USA, in Europa e in Cina.

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