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Andrew R. Jessop

High yield, sono tre i principali fattori di supporto

17 Dicembre 2015 11:42
financialounge -  Andrew R. Jessop Anna Dragesic High Yield Mark Kiesel PIMCO
Nonostante tutto, le prospettive del mercato high yield, soprattutto negli Stati Uniti, sono migliorate. Ne sono convinti Andrew R. Jessop, Executive Vice President e Gestore PIMCO, e Anna Dragesic, CFA, Executive Vice President, Credit Product Manager di PIMCO, che motivano questa loro tesi osservando il contesto generale dei mercati.

La possibilità di ridurre il rischio rispetto all’investimento azionario, la possibilità di migliorare il rendimento se vengono selezionate emissioni di elevata qualità, e, infine, la possibilità di migliorare il profilo di rischio/rendimento complessivo del portafoglio, data la bassa correlazione dell’high yield con la maggior parte delle altre classi di attivo. Sono questi tre, in estrema sintesi, i principali fattori di supporto alla scelta di investire in obbligazioni high yield.

“Preferire gli high yield rispetto alle azioni risulta un’opzione particolarmente valida soprattutto ora che il recente rallentamento della crescita degli utili societari ha determinato un calo del cash flow (flusso di cassa) disponibile, mentre la correzione sui mercati del credito ha riportato i rendimenti dei titoli high yield statunitensi in un range compreso tra il 6 e l’8%, che è l’obiettivo in generale di chi investe in azioni” fanno sapere i due manager che ricordano, infatti, come i rendimenti dei bond high yield USA siano aumentati fino a superare l’8% verso fine novembre: un balzo che ne ha ampliato il divario rispetto al rendimento del cash flow disponibile nelle aziende quotate nell’indice S&P 500. Ma c’è di più.

Le cedole dei titoli ad alto rendimento sono state tendenzialmente più elevate e più stabili rispetto ai dividendi azionari e costituiscono un obbligo contrattuale, quindi non soggetto a discrezionalità: ciò costituisce pertanto un vantaggio rispetto ai dividendi azionari. Inoltre, storicamente, le obbligazioni high yield hanno generato rendimenti di tipo azionario con livelli di volatilità e drawdown (perdite di valore rispetto alle quotazioni massime) molto più contenuti. Per quanto riguarda invece la possibilità di migliorare il rendimento del portafoglio obbligazionario, è sufficiente ricordare come gli spread high yield (extra rendimento rispetto ai titoli di stato) delle società dei mercati sviluppati superano di oltre 3,5 volte quelli dei corporate bond investment grade. Infine, le obbligazioni high yield hanno evidenziato una bassa correlazione con alcune classi di attivo, in particolare con i titoli di stato e offrono quindi opportunità di diversificazione per il portafoglio. Ad esempio, le obbligazioni high yield sono state correlate negativamente con i titoli di Stato, generando storicamente risultati positivi in corrispondenza di rendimenti in aumento per i titoli del Tesoro.

In ogni caso PIMCO, come ha tenuto a precisare il Chief Investment Officer, Global Credit, Mark Kiesel, ha privilegiato un’esposizione agli high yield di più alta qualità con l’obiettivo prioritario di evitare emissioni di qualità inferiore, come i bond correlati alle commodity e i titoli illiquidi che hanno rappresentato un problema per molti competitor di mercato.

“Questa vocazione alla «qualità» e alla rigorosa attenzione per la liquidità, come parte integrante della nostra gestione attiva di portafoglio, ci ha permesso di disporre di più cash utilizzato a più riprese per sfruttare alcune interessanti dislocazioni di mercato e ha spinto l’extra rendimento dei nostri fondi esposti all’high yield rispetto ai concorrenti nel corso dell'ultimo anno" ha spiegato Mark Kiesel.

Per quanto riguarda infine i segmenti e le emissioni high yield preferite, PIMCO ha adottato un approccio paziente e prudente in grado di aggiungere in modo selettivo, in particolare nei crediti con solidi fondamentali: un’area dove si vede come la pressione del mercato a breve termine stia creando interessanti opportunità di investimento. PIMCO continua inoltre a privilegiare i settori statunitensi nazionali (settori dell'edilizia abitativa e relativi all'abitazione, banche / finanziari, industrie legati al consumo, sanità / farmaceutico etc.) dove la domanda è vivace mentre continua a rimanere cauta su molti settori legati alle materie prime.
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