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Mercato obbligazionario, portafoglio robusto e scelte dinamiche

14 Settembre 2015 12:54
financialounge -  GAM GAM Star Credit Opportunities Jeremy Smouha mercati obbligazionari settore bancario
Un portafoglio robusto, che si è dimostrato in grado di superare l’alta volatilità sperimentata dai mercati in agosto, e che è pronto ad affrontare le implicazioni relative al dilemma sul rialzo o meno dei tassi di interesse.

È quanto tiene a sottolineare Jeremy Smouha, gestore del fondo GAM Star Credit Opportunities: “Rimaniamo posizionati per sfruttare un rialzo dei tassi d’interesse, come già da qualche tempo. Questo scenario dovrebbe avvantaggiare le nostre obbligazioni a tasso variabile, mentre le nostre obbligazioni ad alto rendimento con tassi fissi potrebbero mostrarsi abbastanza resistenti. Se i tassi resteranno agli attuali livelli, saremmo ugualmente soddisfatti, dato che possiamo continuare ad assicurarci un 6% circa annuo di rendimento per le nostre posizioni” afferma il manager che, in agosto, ritenendo esagerate le vendite sui mercati obbligazionari ha aggiunto posizioni in portafoglio sfruttando prezzi più attraenti, vendendo o riducendo altre posizioni che erano riuscite a reggere bene ma che stavano di conseguenza offrendo rendimenti inferiori.

“Dal nostro punto di vista, il complessivo sell-off (vendita massiccia di titoli sul mercato senza limitazioni né di prezzo né di quantità) è stato guidato dalle preoccupazioni in merito agli utili societari, cui le nostre posizioni sono meno vulnerabili, soprattutto per quanto riguarda il debito high yield. Nel complesso, la nostra performance è trainata più dal circa 6% di rendimento annuo generato dallo stacco delle cedole (50 punti base al mese), che dalle fluttuazioni dei prezzi bond” tiene a precisare il gestore che, tra gli esempi di investimenti effettuati nel mese di agosto, cita il bond perpetuo della Royal Bank of Scotland con un rendimento del 6,6%: un titolo già presente in portafoglio e di cui è stata la posizione.

Si tratta di un bond callable ogni mese (cioè l’emittente può richiamarlo sul mercato prima della sua naturale scadenza), ma l’opzione non è stata ancora esercitata perché la banca trae beneficio dal fatto che tale titolo rientri nel capitale Tier 1. Per finanziare l’acquisto, Jeremy Smouha ha venduto un’obbligazione societaria indiana che ha reso meno in seguito ad alcuni robusti apprezzamenti nel corso degli scorsi due anni. Un trend nuovo e positivo è poi rappresentato, secondo il manager, dall’emissione di bond ibridi da società appartenenti a settori differenti dal finanziario.

“C’è voluto del tempo affinché queste aziende comprendessero l’appeal delle obbligazioni ibride (un’emissione che è a metà strada tra il debito puro, tipico delle obbligazioni classiche, e il capitale di rischio, tipico invece delle azioni) e i vantaggi finanziari che offrono. Ad esempio, sono parzialmente considerate dalle agenzie di rating come fossero delle azioni. Un esempio recente è rappresentato dalla compagnia aerea Lufthansa, che ha emesso un’obbligazione ibrida di 500 milioni di euro che offre una cedola del 5,125%. A prima vista sembra una obbligazione costosa, ma il costo sostenuto da Lufthansa per incrementare il capitale azionario emettendo diritti di acquisto è molto più dispendioso, al 9,4%. D’altro canto, emettere debito regolare potrebbe preoccupare banche ed agenzie di rating. L’obbligazione serve anche come esempio per comprendere quanto sia spesso differente la performance di titoli e bond: il titolo Lufthansa ha perso più del 10% ad agosto, mentre l’obbligazione ibrida ha guadagnato l’1%. Tra le altre società che hanno emesso obbligazioni ibride quest’anno ci sono: EDF, Total, Volkswagen e Sainsbury.”

Puntualizza Jeremy Smouha secondo il quale l’estate ha portato molte notizie positive sul fronte dei bancari: tutte le banche europee importanti dal punto di vista sistemico si sono già conformate agli standard prescritti dal Basilea 3 sulla disciplina del capitale core tier 1 (noto anche come Patrimonio di classe 1, indica la solidità patrimoniale delle banche) per il 2019. “Le banche hanno anche annunciato utili molto forti, tutte notizie positive per il nostro debito bancario junior (cioè il debito bancario con minori garanzie in caso di fallimento dell’istituto). Riteniamo che, una volte che si saranno calmate le acque della volatilità attuale, gli investitori torneranno a concentrarsi su forti fondamentali e rendimenti interessanti per le loro holding” constata il manager.
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