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Terapie anti-cancro, un megatrend da seguire con attenzione

3 Giugno 2015 10:45
financialounge -  cancro Christophe Eggmann GAM megatrend Roberto Cominotto settore sanitario
Gli ultimi dati clinici ne rilevano una caratteristica totalmente nuova rispetto ai trattamenti precedenti, una sorta di capacità adattativa anti-cancro: è come se si colpisse un bersaglio in movimento scoccando una freccia capace di cambiare direzione durante il volo. È questa la peculiarità che contraddistingue l’immunologia oncologica, una vera e propria rivoluzione nel trattamento anti-cancro che può rivelarsi una interessante opportunità di investimento a medio lungo termine che, peraltro, dovrebbe risultare abbastanza decorrelata dal ciclo economico e, quindi, particolarmente interessante in un’ottica di diversificazione azionaria efficiente. Si stima infatti che i trattamenti di immunoterapia che hanno raggiunto le ultime fasi cliniche, siano destinati a diventare entro il 2020 una occasione di impiego molto redditizia in un mercato di 25-40 miliardi di dollari, con molte aziende farmaceutiche già in corsa.
“Ogni singolo tumore può evolvere nel tempo e trasformarsi e in tal modo sfuggire ai trattamenti. Le moderne immunoterapie hanno invece mostrato un tasso di sopravvivenza senza progressione del male mai registrato in precedenza (in base al PFS, Progression-Free Survival). I risultati sono cosi promettenti che molti test sono stati sospesi prima del termine programmato ed è stato velocizzato il processo di approvazione da parte della FDA (Food and Drug Administration, l’autorità USA che sovrintende alle approvazioni dei farmac, ndr). In altre parole, il sistema immunitario memorizza e continua a debellare il cancro anche a seguito della conclusione del trattamento terapeutico. Il cancro potrebbe potenzialmente acquisire lo stato di una malattia cronica gestita dal nostro stesso corpo” fanno sapere Roberto Cominotto e Christophe Eggmann, gestori del fondo JB Health Innovation Fund di GAM.

Le terapie di prima generazione sono quelle basate su inibitori di punti di controllo immunitari in melanomi e tumori polmonari. Gli analisti prevedono vendite potenziali pari a sette miliardi di dollari per i farmaci Yervoy e Opdivo sviluppati da Bristol-Myers Squibb e il Keytruda della Merck. Anche altre tecnologie come le terapie con cellule T nei tumori del sangue fanno intravedere risultati promettenti, area cruciale dove si concentrano Kite Pharma e Juno Therapeutics. Un’altra strada è l’ingegnerizzazione della cellula T con recettori chimerici per l’antigene (CAR, Chimeric Antigen Receptor) dove una cellula T del nostro corpo viene geneticamente riprogrammata per riconoscere cellule tumorali. Altre immunoterapie includono l’uso di anticorpi bispecifici per legare due antigeni (una cellula immunitaria con una tumorale) così come l’uso di batteri e virus oncolitici per stimolare il sistema immunitario ad attaccare il cancro.

Nel prossimo futuro, con le informazioni sulla combinazione di terapie con differenti tecnologie e tipi di cancro, si prevedono miglioramenti nella sopravvivenza e la prosecuzione dello sviluppo di questi tipi di trattamenti. “Sulla scorta di queste promettenti aspettative il mercato ha recentemente conosciuto una fase movimentata di nuove IPO e di contratti di licenza con cui le grandi case farmaceutiche si assicurano le terapie target. L’entusiasmo tra gli investitori è grande, e se da una parte ne condividiamo l’ottimismo, dall’altra riteniamo che molto debba ancora essere dimostrato con lo sviluppo della ricerca nelle fasi successive all’attuale, ancora iniziale” concludono i due gestori.
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