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Borse, perché puntare su Europa a Piazza Affari

19 Maggio 2015 10:00
financialounge -  Anima Sgr borsa crescita economica Europa italia mercati azionari quantitative easing
Nell’ultimo mese l’indice Eurostoxx 50 total return, rappresentativo della zona euro dividendi inclusi, ha lasciato sul terreno oltre cinque punti percentuali mentre il Ftsemib di Piazza Affari è arretrato del 2,3%. Per gli analisti si tratta di una correzione fisiologica e persino salutare per evitare che la forte accelerazione che gli indici azionari europei avevano registrato nei primi mesi di quest’anno rischiasse di sconfinare in territorio a «rischio bolla speculativa».
D’altra parte la correzione dei listini azionari dell’ultimo mese è un fenomeno internazionale: l’S&P500 è ripiegato del 6,3% in euro mentre il Nikkei 225 di Tokyo ha accusato un arretramento di valore in euro di quasi otto punti percentuali. Tuttavia, il quadro di riferimento resta ancora di supporto ai mercati azionari. Alla base la di questa considerazione c’è infatti la combinazione di una serie di fattori che sostengono le Borse e che anche in questo momento storico stanno giocando soprattutto a favore delle Piazze finanziarie dell’Europa.

Primo fra tutti l’ampia disponibilità di liquidità, grazie alla spinta della politica accomodante della Banca centrale europea;
Secondo, la ripresa economica che a differenza che negli USA, sta accelerando e le evidenze di trasferimento dello stimolo monetario della BCE all’economia reale sono sempre più confortanti (ad esempio, per il credito bancario al settore privato si è riscontrata una prima lettura positiva, anno su anno, da inizio 2012);
Terzo, a riprova dei progressi della congiuntura, la dinamica degli utili dopo 4 anni di continue revisioni negative è in miglioramento, in quanto le stime sono state riviste al rialzo;
Quarto, nonostante alcuni listini europei abbiano già raggiunto i massimi, le valutazioni si mantengono attraenti in termini assoluti e ancora di più in termini relativi;
Quinto, a fronte di tassi d’interesse che si mantengono ai minimi storici, vanno considerati gli importanti flussi in entrata sull’asset class azionaria.

Ma premi al rischio compressi e volatilità in aumento rendono probabile una direzionalità meno spiccata e ritorni più modesti rispetto agli ultimi mesi e perciò di qui il generale alleggerimento delle posizioni da parte del team gestionale di Anima Sgr, senza comunque modificare la view di fondo.
“In merito al posizionamento dei fondi europei, il sovrappeso è rinnovato per il comparto bancario e soprattutto sui titoli delle banche dell’Area Euro, alla luce delle aspettative costruttive sulla ripresa economica; visione positiva anche sul settore farmaceutico e su quello delle telecomunicazioni. Giudizio invece sempre negativo per il comparto delle materie prime e su quello degli industriali, considerando anche i livelli ancora di bassa inflazione nel Vecchio continente” fanno sapere gli esperti di Anima che passano poi a parlare dell’Italia: “Il Fondo monetario internazionale, nel suo World economic outlook, ha recentemente rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil italiano. In particolare, nel 2015, a livello globale, nelle economie avanzate la crescita dovrebbe consolidarsi, mentre in quelle emergenti e in quelle in via di sviluppo dovrebbe essere più debole rispetto allo scorso anno. Per l’economia domestica le stime sono state alzate dello 0,1% e anche le prospettive di espansione per il 2016 sono leggermente migliorate”.

Le stime del Fondo risultano comunque inferiori a quelle del Governo italiano, che prevedono un +0,7% nel 2015 e un +1,4% nel 2016. Pertanto, sulla base di alcuni aspetti promettenti, primo fra tutti la considerazione che il 2015 sarà l’anno della ripresa economica, la visione sul mercato azionario italiano è ancora costruttiva da parte di Anima nonostante il ritorno di un po’ di volatilità.
“Rafforzano questa idea una politica fiscale più bilanciata tra crescita e austerity; il miglioramento di tutti gli indicatori di sentiment, sia delle imprese che dei consumatori e in particolare la considerazione che la fiducia dei consumatori è ai massimi degli ultimi 10 anni ed è coerente con un’accelerazione dei consumi domestici; il buon andamento dell’export, per effetto dell’indebolimento dell’euro in seguito al QE della BCE. In ogni caso, sul fronte interno, sarà importante proseguire l’azione riformatrice per contribuire alla competitività e all’attrattività domestica nei confronti degli investitori stranieri” concludono gli specialisti di Anima.
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